Elezioni USA 2020
23 gennaio 2021 Non sarà affatto facile sbarazzarsi né di Trump, né dei suoi sostenitori. Non un buon segno per gli oligarchi del grande reset. Non sarà affatto facile sbarazzarsi né di Trump, né dei suoi sostenitori. Non un buon segno per gli oligarchi del grande reset. A cura di Umberto Pascali
La perfetta dittatura per il terzo millennio In nome della difesa della democrazia Il movimento di Trump più che mai l’ostacolo decisivo al Grande reset
Raccapricciante, disgustoso, feroce, disumano, irrazionale, sadistico, in spregio a ogni diritto umano, fuori controllo, consumato dall’odio e dalla sete di vendetta … Quello che sta succedendo negli Stati Uniti merita tutti questi aggettivi e di più.
Lo stato profondo e i politici che si sono nutriti - e si nutrono - alle sue mammelle reagiscono così alla grande paura. Non tanto alla paura dell’invasione del Parlamento del 6 gennaio – una macabra montatura che sta cascando a pezzi col passare dei giorni e con l’accumularsi delle prove sul ruolo di addestratissimi provocatori legati ai terroristi di Antifa.
Certamente, molti congressisti hanno provato per la prima volta paura per la loro incolumità fisica – uno spavento che forse qualcuno voleva che provassero – quando sono stati portati quasi di peso nel bunker segreto e convinti che gli invasori trumpiani fossero decisi a aggredirli o peggio.
Per la prima volta hanno provato il senso di insicurezza, terrore, vulnerabilità che centinaia di miglia di cittadini hanno provato per molti mesi di fronte ai saccheggi, agli incendi, violenza indiscriminata con tanti feriti, con morti che le bande di Antifa e Black Lives Matter avevano messo in atto – con quasi totale impunità anzi con la giustificazione da parte di big media, social media, l’apparato del partito democratico.
Nessuno aveva detto ai congressisti nel bunker l’istigatore della violenza non era Trump.
Gli istigatori dispiegati con tecniche che da addestramento militare, sono stati elementi come John Earle Sullivan di Antifa che è stato preso con le mani nel sacco nel doppio ruolo di istigatore provocatore mascherato da manifestante pro-Trump e di testimone - corrispondente per la CNN. Sullivan che è stato ripreso mentre distruggeva e incitava a “bruciare” il Congresso. “Lasciatemi passare, io ho un coltello”. Le prove della provocazione organizzata contro Trump si stanno accumulando in modo esponenziale.
Video e testimoni oculari non lasciano dubbi che i dimostranti sono stati lasciati entrare, senza una vera resistenza da parte della polizia del Congresso che è sotto la giurisdizione della Presidente della Camera la 82nne odiatrice di Trump, Nancy Pelosi e, in parte, del capo repubblicano al congresso, Mitch McConnell, creatura dello stato profondo che forse odia Trump più della Pelosi.
Quelli, come Nancy Pelosi, che ora si stracciano le vesti accusando Trump di aver ordinato la violenza e quella che chiamano l’insurrezione, e che hanno approvato il ridicolo impeachment lampo in sette ore, non hanno potuto trovare una singola frase nel discorso di Trump che incitasse alla violenza. Cosa aveva detto Trump al milione di persone venute da tutto il paese per protestare contro la più grande frode elettorale a memoria d’uomo? Aveva detto di andare al Congresso e “far sentire la propria voce pacificamente e patriotticamente.” La violenza era avvenuta per lo meno 20 minuti prima che Trump finisse il suo discorso.
Appena informato, Trump aveva emesso comunicati per social media (prima che gli venissero banditi) chiedendo con forza che si mettesse fine ad ogni violenza. Inoltre, il provocatore Sullivan aveva organizzato una dimostrazione anti Trump alle 11 presso il Monumento a Washington. Stanno emergendo prove di pullman di Antifa che erano arrivati sul posto in modo tale che mentre Trump stava parlando, già i team di Antifa erano entrati in azione e si preparavano ad attaccare il non difeso Parlamento.
Il capo della polizia del Congresso, ora capro espiatorio costretto alle dimissioni da Pelosi e McConnell, ha spiegato che la sua richiesta di rinforzi da parte della guardia nazionale erano stati bloccati dai suoi superiori. Stessa cosa per l’offerta da parte delle autorità militari di mandare rinforzi.
Fino all’ultimo minuto – quando era troppo tardi – qualsiasi rinforzo era stato vietato dai politici. Allo stesso tempo si assisteva al fenomeno inesplicabile di difensori del Congresso che lasciavano le porte aperte o che addirittura invitavano i primi dimostranti ad entrare. Spesso elementi di Antifa che indossavano in modo atipico cappelli e altri segni pro-Trump ma riconoscibilissimi da esperti, Michael Waller, come uno dei più qualificati esperti in Guerra psicologica, guerra politica, sovversione e addestratore militare. O come Michael Yon, uno dei massimi esperti nel campo di guerre non convenzionali.
Nonostante il risentimento della gente contro i congressisti, la folla dei sostenitori di Trump non aveva alcuna intenzione di penetrare nel congresso con la forza. La quasi insistente barriera della polizia non era sufficiente a trasformare una massa di gente istintivamente pacifica, infatti quasi festiva e a favore delle forse dell’ordine – nell’orda sanguinaria e violenta di cui le TV e i Big Media aveva bisogno per bollare Trump i suoi col marchio di “terroristi domestici” da sterminare.
L’edificio del Congresso, come hanno notato gli esperti menzionati, è una roccaforte di marmo imprendibile, con poche entrate facilmente blindabili. È anche un immenso labirinto, chiunque non abbia dimestichezza finisce col perdersi. Ecco allora che la polizia del congresso invita i dimostranti a entrare nel perimetro proibito e infine ad aprire le porte altrimenti inespugnabili. Ma non bastava.
Entrano allora in azione che le addestratissime squadre di Antifa . Si può ancora trovare online il video dell’operative della provocazione John Earle Sullivan che– unico con megafono – incita la gente a seguirlo, perché’ è facile, si può entrare. “Bruciamo il Congresso… Stiamo facendo la Storia… Ce la possiamo fare. Avanti!”. Gruppi di persone lo seguono indecise, e rimangono meravigliati che le porte siano aperte. Per loro tutto sembra meno che un’irruzione.
È facile distinguere gli operatives dalla massa della gente che li segue eccitata e frastornata. . . La gente entra con grande rispetto sorridendo con una certa soggezione per il luogo che considerano quasi sacro. Si fermano ad ammirare le statue, i soffitti, le colonne marmoree, I ritratti dei padri fondatori... Prendono foto, proprio come le migliaia di turisti che ogni giorno visitano il Congresso che gli americani considerano come il loro edificio, The people House, la Casa del Popolo.
I provocatori urlano, agitano, sanno dove andare, danno ordini quasi in gergo militare alla folla, parlano con autorità ai poliziotti. John Earle Sullivan – il provocatore perfetto ora sospettato da molti di essere al servizio di qualche agenzia – èstato ripreso su video mentre spiega a due poliziotti che è meglio che abbandonino la porta che introduce alla zona più sensibile dietro alla quale ci sono uomini armati con le pistole spianate, pronti a sparare sulla folla. “Bro – fratelli, è meglio che ve ne andiate prima che qualcuno si faccia male.” Senza una parola, i poliziotti lasciano il loro posto come all’ordine di un superiore. Un complice rompe i vetri blindati usando un casco passatogli da un altro complice che poi si allontana e cambia velocemente i vestiti trasformando completamente la sua apparenza...
La vetrata della porta viene sfondata, la trappola è pronta. Ma non è Sullivan a varcarla, lui continua ad arringare e agitare. Lascia che la varchi uno dei dimostranti, Ashli Babbitt. Un colpo di pistola al collo la fa stramazzare al suolo. Sullivan continua ad agitare. Non soccorre la vittima ma grida: “E’ morta, È morta, l’hanno uccisa, uccisa!”… Arrivano quattro poliziotti – apparentemente ignari -- e cercano di soccorrerla: “No, no, la possiamo salvare.” Ma Sullivan continua con la sua tragica sceneggiata…
Come premio sarà intervistato immediatamente dopo, in prima serata, con grande rispetto e deferenza dalla CNN e farà da falso cronista alle sue stesse imprese…
Tutto quello che abbiamo riportato è su video, anzi diversi videi. La ricostruzione è della famosa giornalista investigativa giapponese, Masako Ganaha.
Stranamente, Sullivan è stato subito dopo interrogato dalla polizia ma non arrestato. Un testimone attendibile. In seguito alle proteste, Sullivan è stato ri-arrestato, ma rilasciato subito sotto cauzione. Per gli altri, per gli ignari partecipanti, la situazione è molto diversa. Il cosiddetto Sciamano con le corna, l’apprendista attore con problemi, si dice, psicologici, la porta della prigione si è aperta e ora ha di fronte la possibilità di una condanna a 25 anni per terrorismo domestico. Un'altra tragedia: Uno dei dimostranti si è ucciso prima di essere arrestato.
Si calcola che i danni all’interno del congresso, rottura di mobili, devastazioni ecc., siano stati commessi dai team di Antifa. Non dai dimostranti normali, indotti quasi senza accorgersene ad entrare in un Congresso che aveva aperto le porte e il cui servizio d’ordine li aveva accorti come ospiti.
Ora siamo alle liste di proscrizione, tipo guerra civile romana tra Mario e Silla. La parola d’ordine è “terrorista domestico”. Tutti quelli che hanno sostenuto Trump sono terroristi domestici, I grandi pennivendoli propongono piani di de-programmazione mentale per chiunque sostenga Trump. I figli vengono incitati a denunciare i propri genitori, e premiati come modelli dai social media. I coniugi devono denunciare l’un l’altro. Una campagna vomitevole che ha visto associarsi anche il giornale italiano Repubblica.
Il deep state tenta l’affondo al massimo. Biden, superando i limiti di ogni decenza, ha paragonato due senatori ai propagandisti nazisti. I senatori Ted Cruz e Josh Hawley avevano rifiutato di certificare il risultato elettorale, come era loro diritto e dovere. Sull’onda dell’isteria, ora il Deep State pretende che nessuno si azzardi più a dire che c’è stata una frode elettorale. Quelle parole non devono essere pronunciate.
Washington è diventa una Bagdad dei momenti più caldi. Nei prossimi giorni (settimane forse) nessuno potrà entrare nella zona verde senza permesso. Il grande parco che va dal Congresso al Memoriale di Lincoln è chiuso al pubblico. 25 mila soldati della guardia nazionale mandati da tutti gli stati sono presenti giorno e notte nel Congresso e al centro della città. Per la presidente del congresso, Pelosi, non sono sufficienti.
Quello che è successo il 6 gennaio è a detta di molti, la conclusione di un’operazione di tipo “Rivoluzione colorata”ame “Siamo nel mezzo di una guerra dell’informazione contro il popolo americano”, ha detto John Solomon il 28 luglio, il più conosciuto analista sullo scandalo Russiagate e operazioni sporche del Deep State. “Una guerra ora rivolta contro il nostro popolo americano. Queste armi che le agenzie della Difesa e dell’ intelligence hanno sviluppato per creare caos in altri paesi - per destabilizzare i paesi con cui siamo in guerra - vengono ora rivolte contro il popolo americano".
Michael Waller, l’esperto il guerra psicologica, fa anche nomi di personaggi eccellenti nel suo saggi del 15 settembre scorso “L’esercito privato di Biden e la militarizzazione della politica americana”. Il nome del General Stanley McChrystal; ex capo delle forze USA in Afghanistan. Famoso nell’uso di Counterinsurgency, cioè
Il Washington Post aveva rivelato il primo maggio che il partito democratico poteva contare su un grosso sostegno: “Un nuovo comitato di azione politica allineato ai democratici guidato dal generale Stanley McChrystal, sta progettando di schierare la tecnologia originariamente sviluppata per contrastare la propaganda dello Stato Islamico al servizio di un obiettivo politico interno.” Infatti il 16 gennaio, il Gen. McChrystal
Scrive Waller : "Il gruppo, Defeat Disinfo, utilizzerà l'intelligenza artificiale e l'analisi della rete per mappare la discussione sulle affermazioni del presidente sui social media. Cercherà di intervenire identificando le contro-narrazioni più popolari e promuovendole attraverso una rete di oltre 3,4 milioni di influencer in tutto il paese, in alcuni casi pagando utenti con un ampio seguito per schierarsi contro il presidente… conosco personalmente le versioni di questa tecnologia utilizzate dal comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti. È stato progettato non solo per Operazioni di guerra psicologica , ma per localizzare fisicamente le persone in tempo reale.”
Ritorneremo su queste trame prossimamente. Vorrei qui sottolineare che, come è successo già molte
volte con il movimento legato a Trump, operazioni illegali che
sembravano a prova del fuoco, sono crollate miseramente. Waller e
Solomon stanno denunciando esattamente l’ultima grande operazione: un
misto di tecnologia dell’informazione e repressione militare. La
formula perfetta? Non sembra proprio. Sebbene per il momento sembra che
Biden potrà occupare la Casa Bianca, già il 21 Gennaio, la deputata trumpiana, Marjorie Taylor Greene, presenterà
In realtà non sarà affatto facile sbarazzarsi né di Trump, né dei suoi sostenitori - la gran parte deli americani. Sarà un periodo duro, di tentata repressione dittatoriale ma quelli che lo hanno portato alla vittoria nel 2016 continuano a sostenerlo infischiandosene della paura e della guerra psicologica.
Anzi sono diventati immuni agli elettroshock pavloviani. Hanno scoperto che movimenti simili sono nati e stanno crescendo in tutto il mondo. Con un’idea molto chiara di chi è il nemico.
Non un buon segno per i grandi oligarchi del grande reset. >>>articolo originale online>>> ... |