Elezioni USA 2020
04 gennaio 2021 La resa dei conti (show-down) del 6 Gennaio a Washington. Vedi anche i filmati della prima manifestazione di massa a Washington il 14 novembre. https://www.youtube.com/watch?v=Uuw9IDB2V0U
La resa dei conti (show-down) del 6 Gennaio a Washington. Il 6 gennaio a Washington ci sarà, quella che molti definiscono la più grande dimostrazione mai organizzata negli Stati Uniti. Sarà lo show-down aperto, visibile, forse fisico tra il Deep State e il movimento sovranista che si riconosce in Donald Trump ed è deciso a non accettare quella che ormai appare a qualsiasi osservatore come la “frode elettorale senza precedenti del 3 novembre scorso”.
Ma la prima manifestazione della irrefrenabile reazione popolare alla frode risale a circa due mesi prima, al 14 Novembre, quando sembrava che la resistenza degli americani fosse stata sconfitta dalla martellante campagna dei media e dal disfattismo ben remunerato di tanti politici e dirigenti repubblicani che non aspettavano altro che ricreare l’uniparty democratico/repubblicano con tutte le ricompense che il Deep State era pronto a elargire se avessero abbandonato i loro elettori e avessero accettato la fraudolenta presidenza Di Joe Biden. Il 14 novembre la gente venne a Washington in una massa inattesa chiarendo a tutti che la resistenza era appena iniziata. Il filmato che presentiamo è un documento, a questo punto storico. Si tratta di interviste e riprese della grande dimostrazione del 14 novembre a Washington
Il filmato che presentiamo è un documento, a questo punto storico, interviste e riprese dalla grande dimostrazione del 14 novembre a Washington. Quando i media e quasi tutti gli osservatori, americani e esteri, pensavano e sentenziavano che Biden aveva vinto e non c’era possibilità di ricorso alcuno nonostante l’evidentissima frode toccata con mano e sentita sulla propria pelle da tanti cittadini che erano stati cacciati dai seggi perché scrutatori repubblicani, che erano stati insultati, provocati minacciati da polizie locali sotto il controllo di sindaci democratici. Nonostante le prove della manipolazione delle macchinette per votare della Dominion Voting Systems e associati softwares. Senza quella manifestazione di massa spontanea, decisa, con intere famiglie e partecipanti di ogni razza e di ogni orientamento politico e da ogni stato dalla California al Vermont, al Texas, non ci sarebbe stata la gigantesca dimostrazione (un milione o più?) del 6 gennaio. Ora, in preparazione della Marcia sul Congresso del 6 Gennaio, La mobilitazione è già iniziata da settimane in tutti gli Stati Uniti. Le masse popolari saranno di fronte alle porte del Congresso dove il Deep State cercherà di ricattare e costringere i congressisti a accettare la frode. I parlamentari del partito Repubblicano avevano già in gran parte ceduto agli ordini di marcia disfattisti. Il capo dei senatori repubblicani, il doppio-giochista Mich McConnell, aveva non solo dato il benvenuto al “presidente” Biden, ma aveva ordinato ai suoi di non accennare minimamente alla frode elettorale. Aveva inoltre fatto un accordo segreto con la presidentessa della Camera, Nancy Pelosi, una top fan e beneficiaria del Deep State, secondo la precisa denuncia della neoeletta congressista (Georgia) Marjorie Taylor Greene. Ma niente ha funzionato, McConnell si è rovinata la carriera politica. Ha scoperto troppo tardi che quasi il 100% dei repubblicani non sta con lui, ma sta con Trump. Lo stesso è successo a vari altri politici che hanno cercato di vendersi al Deep State pugnalando Trump alle spalle. Ogni volta che uno di questi signori è uscito allo scoperto, la sua credibilità’ è stata azzerata, mentre il sostegno per Trump è salito alle stelle dal momento delle elezioni del 3 novembre in poi, e non accenna ad arrestarsi. Persino l’agenzia di sondaggi Gallup ha dovuto pubblicare dati secondo cui Trump è la persona più ammirata negli USA. I media e Silicon Valley hanno perso la capacità’ di lavare cervelli che pretendevano di avere. E adesso comincia la musica che raggiungerà il clou dal 6 gennaio in poi. Eh sì, perché; nessuno crede che tutto questo finirà il 6. Il 6 gennaio sarà solo l’inizio.
Carovane di automobili, sono già partite da molti stati per partecipare alla “Marcia sul Congresso”. Quel Congresso che quel giorno deciderà se accettare o meno i voti di 7 stati che hanno presentato, oltre alla lista ufficiale dei grandi elettori che è per Joe Biden, anche liste alternative di elettori per Donald Trump. Gli stati sono Pennsylvania, Georgia, Michigan, Wisconsin, Arizona, Nevada, and New Mexico. La procedura per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti è che i partiti in lizza nominano un numero di grandi elettori e questi ultimi decidono chi sarà il candidato vincente. Ma questa volta i grandi elettori repubblicani dei sette stati hanno mandato la loro lista. I sette stati hanno quelle che sono state chiamate dueling lists – le liste duellanti. Questo crea la possibilità per la seduta del 6 gennaio di decidere si accettare liste diverse da quelle ufficiali o di respingere entrambe le dueling lists riaprendo i giochi. Quando Camera e Senato si riuniranno in seduta congiunta per quella che normalmente è una formalità. A presiedere la riunione e ad accettare le cassette sigillate inviate dai vari stati coi nomi degli elettori, sarà il Presidente del Senato che, per legge, è il Vicepresidente – in questo caso Mike Pence. L’interpretazione giuridica dei vari passi della procedura è diventata essa stessa un campo di battaglia tra Bidenisti e Trumpisti, il che indica che non si tratta di un qualcosa di puramente formale e simbolica. Quello che avverrà al Congresso Statunitense il 6 gennaio potrebbe realmente dare la presidenza a Trump. Ancor più importante è il fatto che, sempre secondo la procedura, se un membro della Camera solleva ufficialmente un’obiezione sulla correttezza delle elezioni e viene assecondato da un senatore l’intera sessione viene sospesa e tutti i partecipanti dovranno ascoltare la ragioni dell’obiezione. Ogni obiettatore avrà due ore di tempo per presentare il suo caso. Si parla già ora di 140 deputati e 12 senatori pronti a presentare obiezioni. Quindi è facile fare il calcolo di quando durerà il dibattito. Gli oratori avranno la facoltà di presentare prove, testimonianze giurate, forse video ed altro. Sarà un grande dibattito pubblico con gli occhi del paese concentrati su ogni parola pronunciata. Se il Deep State, i social media di Big Tech, i media in generale erano riusciti ad impedire che le pesantissime prove della frode potessero essere presentate di fronte ad un’autorità giudiziaria, questa volta sarà praticamente impossibile impedire la visione e la discussione delle evidenze di fronte al paese, mentre fuori delle porte del Congresso una folla che potrebbe superare il milione di persone (si parla addirittura di due milioni) fa sentire la sua voce. La Corte Suprema stessa si era rifiutata di esaminare la denuncia della frode presentata da 6 stati, dichiarando incredibilmente che lo stato che aveva presentato la denuncia, il Texas, non aveva “standing”, cioè non aveva una posizione giuridicamente valida per poter essere preso in considerazione. E così i vari altri gradi di giudizio. Nessuno di loro aveva voluto analizzare le accuse o le prove. I casi erano stati semplicemente respinti. La palese ingiustizia di queste non decisioni, la apparenza intollerabile di corruzione di questi tribunali di fronte a quando era avvenuto in precedenti elezioni (più volte la Corte Suprema aveva dibattuto e sentenziato sul caso di una singola contea nello scontro elettorale tra Al Gore e George Bush), ha fatto ingigantire il movimento di protesta. In città, paesi, villaggi in tutto il paese, si sono susseguite dimostrazioni spontanee. Il lavaggio dei cervelli mediatico ha raggiunto infine il suo limite. Dopotutto ufficialmente, anche con la frode, 75 milioni di cittadini hanno votato per Trump. Il 6 Gennaio, per una volta i congressisti non subiranno (come è successo finora) la pressione dei piccoli gruppi ultra-violenti - black bloc style - finanziati da Soros e Silicon Valley e addestrati secondo le regole delle rivoluzioni colorate che i servizi USA hanno organizzato in tanti paesi nel momento delle elezioni, e ora, questi stessi “specialisti” hanno importato contro la loro stessa popolazione colpevole di disobbedienza al Deep State e alle oligarchie mondialiste. Sembra quasi uno scenario da Rivoluzione Colorata, ma una Rivoluzione Colorata al contrario, una rivolta vera, genuina della popolazione. Mentre Biden (che ufficialmente avrebbe vinto 81 milioni di voti) non riesce a organizzare un comizio di cento persone compreso i media, l’appello di Trump è stato accolto entusiasticamente da un numero impressionante di cittadini. Come noto, i grandi oligarchi di Silicon Valley da facebook a twitter, hanno censurato (e stanno cercando di censurare) qualsiasi riferimento alla frode elettorale. Persino i twitter di Trump, presidente in carica, vengono listati con la dicitura in blu allarmista: “This claim about election fraudi is disputed” – Questa affermazione sulla frode elettorale è contestata. Anche quando si tratta di un rapporto sul conteggio elettorale elaborato da esperti. Ma ora, è sempre più chiaro che queste tecniche non hanno funzionato. Il 19 dicembre, Trump ha semplicemente scritto su Twitter: “Grande protesta a Washington il 6 Gennaio, partecipa. Will be wild – sarà una cosa selvaggia. Nota che “wild” ha un significato il bilico tra “indomabile” e “straordinario”. Hanno risposto all’appello da tutto il territorio statunitense. Anche quando la macchina ufficiale del partito repubblicano e lo stesso capogruppo repubblicano al senato Mich McConnell ha ordinato ai senatori di accettare Biden. I tradimenti, come li chiamano le masse trumpiane, sono stati parecchi. Come è chiaro al nostro pubblico, il Deep State può contare su dirigenti di entrambi i partiti. O per meglio dire, i membri dell’UniParty. Il fatto nuovo, eclatante è che ogni volta che un capetto repubblicano si rifiutava di ammettere persino la possibilità’ di frode, non era Trump a perdere credibilità ma era quel capetto che veniva abbandonato dagli elettori. E così il movimento per Trump e la popolarità del presidente non ha fatto che crescere dopo le elezioni. Al punto tale che quando il maggior Canale televisivo di notizie, Fox, ha fatto un giro di 180 gradi dalla precedente posizione apparentemente pro-Trump, il canale ha perso in un mese il 50 % dell’audience e il salasso sta continuando… La forza di Trump ora, al di là degli scontri parlamentari e giudiziari sta proprio qui, nel crescente sostegno della gente che i media non riescono ad arginare. Il momento decisivo dopo le elezioni del 3 novembre fu prima grande dimostrazione di Washington del 14 novembre. Quella dimostrazione su lo spartiacque. In un primo momento l’uniparty si stava ricostituendo, I leader repubblicani, associati alle stesse forze finanziarie e allo stesso Deep State che foraggiano i leader democratici non vedevano l’ora di tornare al vecchio accordo. Fu indetta una dimostrazione di protesta per il 14 novembre. Doveva essere la cartina al tornasole per vedere lo stato della resistenza alla frode che pure era avvenuta sotto gli occhi di tanti, compreso gli scrutatori repubblicani cacciati violentemente dai seggi elettorali. Quella dimostrazione fu un grandissimo successo. E il nostro corrispondente era presente nelle strade di Washington a sentire il polso della gente. Nello speciale filmato, una nostra esclusiva, si può toccare con mano quel momento magico in cui la gente decise di dire no, nonostante la paura della violenza delle bande Soros-iane di Antifa e BLM, nonostante lo scoraggiamento indotto dalla guerra psicologica dei media, nonostante l’abbandono da parte di tanti leader repubblicani poi costretti ad un imbarazzante marcia indietro, nonostante la paura indotta del virus. La gente si ribellò, prima ancora di ricevere alcuna direttiva dai loro leaders. Erano parecchie centinaia di migliaia di manifestanti, tanti ispanici, neri, tanti giovani, tanti ex democratici - i democratici di stampo kennediano. Non erano stati particolarmente organizzati dalla macchina di un partito, erano venuti come vedrete con bambini, con il cagnolino. Senza paura del Covid. In un’atmosfera matura e quasi festiva. Erano loro a dire a Trump cosa volevano da lui. Non viceversa. Buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=2qLLcg6zS4M
https://www.youtube.com/watch?v=UAXhEcqolJs https://www.youtube.com/watch?v=0F4KuDUsofg
https://www.youtube.com/watch?v=U2zyfvSEJ1E
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