Ambientalismo
19 gennaio 2025 BASTA ONERI VERDI IN BOLLETTA: AZIENDE ALLA FAME INTERVISTA A DANIELE GALLI Le bollette elettriche italiane sono tra le più care al mondo a causa del distorto mix elettrico – impostoci dai Verdi – che ha abbandonato il nucleare, trascura il carbone, s’è legato mani e piedi al gas naturale, e sta sperperando risorse sui fallimentari eolico e fotovoltaico i cui spropositati costi sono addebitati forzosamente in bolletta come “oneri di sistema”. La responsabilità di quest’ultima cosa è però del Pd e del cosiddetto Decreto-Bersani del 1999. Correggere per referendum la legge-Bersani è l’obiettivo del neo-nato Movimento “Energia per tutti”, guidato da Daniele Galli, già parlamentare di Forza Italia. Onorevole Galli, lei non è più parlamentare. Come mai si sta impegnando per questa riforma del mercato elettrico, fino ad addirittura voler promuovere un referendum? «La mia è una vecchia battaglia: non intendo render vano l’impegno del passato e non vedo perché, come cittadino, non debba continuare a perseguirla e, magari, sperare in un successo». Le bollette elettriche italiane sono tra le più alte al mondo. Come mai, secondo lei? «Oltre alle ragioni tecniche che lei sottolinea da molti lustri ed ha egregiamente trattato in molti articoli anche su La Verità, v’è un altro aspetto che va capito: le leggi che regolano il rapporto e gli interessi che si sono incistati nel mercato elettrico sia nazionale che europeo. Esse hanno fallito il loro dichiarato intento e tradito la promessa di liberalizzare, finendo col danneggiare i consumatori italiani». Ma questo accade ovunque; o altrove si è fatto meglio? «Un esempio: qualche mese fa in Svizzera i consumatori hanno lamentato un aumento eccessivo dei costi di trasporto dell’energia, e per non subire il referendum popolare – pratica usuale in Svizzera – il Governo federale ha ottenuto dalle società elettriche la riduzione di questi costi. In Italia un iter del genere è impensabile e il consumatore resta disarmato, ingolfato in mille norme e caricato di oneri in una bolletta incomprensibile al solo leggerla». Che fare allora da noi? «Proponiamo di promuovere un referendum abrogativo della legge che sostiene oneri impropri in bolletta. Solo così le bollette potranno tornare ad essere almeno simili a quelle pagate nel resto dell’Europa. Secondo la normativa Ue, la nostra bolletta dovrebbe essere composta da tre soli parametri tariffari: potenza elettrica resa disponibile, energia elettrica usata, e suo trasporto. Così è, per esempio, nelle bollette francese o tedesca; e anche in quella inglese. In Italia, no: la nostra bolletta elettrica è composta da decine di voci con parametri tariffari incomprensibili, e tutti ben cari, nati da un comma del Decreto-Bersani di “liberalizzazione dei consumi”, il comma 11 dell’art. 3 (che consiglio di leggere) che non recepisce correttamente la Direttiva Comunitaria». Insomma, la colpa delle bollette alle stelle è non solo degli ambientalisti, ma anche del governo Pd. «Esatto. Il Decreto Bersani introduceva gli “oneri generali di sistema” che sarebbero stati caricati in ogni bolletta, su tutti i consumatori. Nessuna norma europea consentiva – e men che meno prescriveva – all’Italia di fare leggi e favori a danno del consumatore imponendo vari balzelli caricati nel costo dell’energia elettrica. Sorrido pensando che la direttiva della Ue recita: “Per promuovere la trasparenza e facilitare le trattative per l'accesso alla rete, i gestori di queste devono pubblicare nel primo anno successivo all'attuazione della presente direttiva una gamma indicativa dei prezzi per l'utilizzazione della rete di trasmissione e di distribuzione. Per quanto possibile, durante gli anni seguenti, i prezzi indicativi pubblicati dovrebbero basarsi sui prezzi medi convenuti nelle trattative durante i dodici mesi precedenti”. Come vede, la Direttiva parla solamente di costi effettivi e certi. Sicuramente non di oneri derivanti da aiuti e sostegni ad aziende ex-monopoliste. Dal decreto Bersani in poi c’è stata una escalation che ha inserito in bolletta oneri del tutto generici ma di peso enorme; nel ventennio hanno “raccolto” dalle nostre tasche ben più di 100 miliardi di euro, anche per premiare i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, miliardi mai entrati nel bilancio dello Stato e mai sottoposti al controllo del Parlamento. Nella voce “oneri generali di sistema” ci troviamo di tutto e di più, spesso addossando la risoluzione di problemi politici sull’inconsapevole consumatore che si trova a remunerare ciò che nulla ha a che vedere col bene che egli sta effettivamente acquistando». Quindi il consumatore paga ciò che il Governo non determina né governa in quanto queste somme, incassate dai distributori, confluiscono nella cassa elettrica per poi disperdersi al di fuori di ogni decisione pubblica? «Esatto. Vede, nella normalità delle regole economiche, dopo aver riscontrato effettive difficoltà di componenti del mercato, e solo allora, lo Stato potrebbe intervenire in proprio, ma facendo pagare al contribuente, non al consumatore. Il mercato si deve occupare dell’allocazione delle risorse in modo efficiente e lo Stato si deve occupare della distribuzione delle risorse, garantendo l’equità tra i soggetti partecipanti al mercato e tutelando tutti: cittadini, imprese e consumatori. In Italia il consumatore paga in bolletta il sostegno alle fonti rinnovabili, senza nemmeno avere la possibilità di scelta sulle stesse: nessuna libertà di mercato, nessun governo dello Stato. Tutto finisce con l’aggravare le imprese che vorrebbero poter competere e le famiglie che devono poter arrivare a fine mese. Le fonti rinnovabili sono finanziate in modo del tutto soggettivo dall’Autority che decide come spalmare i costi su consumatori che sono stati privati di ogni decisione. Non esiste alcun mercato, ma solo imposizioni autoritarie». Nessuno dice niente? «Beh, lo stiamo dicendo ora… Scherzi a parte, la battaglia contro gli “oneri generali di sistema” è in atto da parecchi anni e ha come protagonisti anche alcuni venditori che, credendo nella salute del mercato, hanno trovato il coraggio di opporsi per vie legali ai meccanismi imposti dall’Autority a favore di imprese evidentemente poco affascinate dall’interesse pubblico. Nel 2019 la Corte di Cassazione dette ragione a quei coraggiosi, ma ancora oggi le normative non sono cambiate». Ma il Parlamento non sa nulla? «Nel 2021, in ossequio alle sentenze della Cassazione, il Parlamento aveva promulgato la legge n. 181 che cancellava gli oneri di sistema dalla bolletta, ma l’Autority pare essere indifferente ai dettami del Parlamento e della Cassazione, e continua a governare la bolletta come meglio crede». Come si traduce in pratica la sua iniziativa? «Ho fondato il Movimento “Energia per tutti”, e abbiamo deciso di lanciare alle parti politiche una proposta di incontri con lo scopo di permettere a tutti di valutare se aderire o meno all’iniziativa referendaria per togliere dalla bolletta gravosi oneri che invece andrebbero nella fiscalità generale secondo le indicazioni del Parlamento». Ma pensi un po’: serve un Referendum per sancire quello che la Cassazione ha già sentenziato ed il Parlamento ha già legiferato. Come formulereste il quesito? «Semplice: “Volete abrogare la seguente parte del comma 11 dell’art. 3 del Decreto Bersani che inserisce in bolletta gli oneri generali di sistema e che recita… etc.”. In caso di vittoria, quegli oneri dovrebbero essere tolti dalla bolletta e gestiti, dal Parlamento sovrano, nella fiscalità generale». Qualche parte politica ha mostrato interesse? «Finora mi ha contattato per saperne di più solo il già parlamentare ed europarlamentare Marco Rizzo di Democrazia Sovrana e Popolare, che ringrazio. Ma siamo agli inizi». Franco Battaglia Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 19 gennaio 2025 ... |