Ambientalismo
09 gennaio 2025

L'AUMENTO DEI COSTI ENERGETICI È PARTE DEL PROGRAMMA MALTUSIANO
IL CARO-BOLLETTE FIGLIO DI 4 FISSAZIONI DEI VERDI



Periodicamente stampa e Tv indulgono sul nostro caro-bollette energetiche, come fosse un problema critico, che come arriva se ne va. Per esempio, mi segnalano che vi ha accennato Massimiliano Ossini nella puntata del giorno della Befana di Rai1-Mattina. Il simpatico e garbato giornalista ha così sintetizzato ai propri ascoltatori i suggerimenti degli esperti da egli intervistati: “quando state in casa, mettetevi un maglioncino in più”. Con ciò dimostrando – oltre che disarmante ingenuità – di non aver capito il problema. Peggio: palesava di essersi bevuto la frottola della CO2 climalterante, evidentemente ignaro che invece facciamo bene ad immetterne in atmosfera perché, essendo essa cibo delle piante, rendiamo il pianeta più verde e godiamo di raccolti più ricchi.

Oggi parliamo del caro-bollette elettriche che, più che accidentale problema critico, è invece un annoso problema cronico, essendo quelle italiane da molti lustri le più alte del mondo sia per le imprese che per le famiglie: un cancro in stato avanzato, direi. Se questa è la cattiva notizia, quella buona è che sarebbe un cancro guaribile se i responsabili politici avessero la statura morale del servitore dello Stato e, soprattutto, se molti giornalisti la smettessero di fare il servile chou-chou di interessi di parte ed esercitassero quella preziosa funzione di cani da guardia del potere.  Nel caso in parola, dovrebbero smetterla di ripetere a pappagallo, senza cercare di capire, sciocchezze come quelle esternate dal buon Ossini – ma non è solo, se posso così consolarlo – secondo cui dovremmo decarbonizzare il nostro approvvigionamento energetico.

Come fare per approvvigionarsi di elettricità ce lo dice la curva di carico giornaliero, cioè la domanda elettrica nel corso delle ore di un giorno. Qualitativamente, la curva è la stessa tutti i giorni dell’anno per tutti i Paesi. In figura è rappresentata (in gigawatt) quella dell’Italia nel corso di un giorno a caso (il 15 dicembre 2024). Essa manifesta un carico di base, che è la domanda minima, richiesta intorno alle 3 del mattino, quando l’Italia è come una enorme lampadina da 20 miliardi di watt accesa (20 gigawatt, GW). Nel corso della giornata la domanda aumenta e raggiunge due picchi, uno dei quali, il picco massimo, intorno alle ore 19 (circa 40 GW nel giorno scelto, ma può arrivare anche a 60 GW in altri giorni). 



 

Fig. Domanda elettrica dell’Italia (in gigawatt) durante le 24 ore di in un giorno a caso.


Per soddisfare questa fame d’elettricità abbiamo bisogno degli impianti che soddisfino con successo la domanda di picco delle ore 19. Essi, naturalmente, basteranno a soddisfare anche la domanda inferiore delle altre ore della giornata. In particolare, la curva di carico ci dice che:


  1. Dobbiamo escludere gli impianti fotovoltaici: alle 7 della sera è buio ed essi non producono. E non possiamo affidarci neanche a quelli eolici: non è detto che all’ora della domanda di picco il vento soffi. Dobbiamo quindi affidarci agli impianti (che qui chiamerò “convenzionali”) che garantiscono con certezza una produzione elettrica pari alla massima richiesta (nell’esempio in figura, circa 40 GW): idroelettrici, nucleari, a carbone, a gas naturale. Non abbiamo scelta. 


  1. Vogliamo accondiscendere alle paturnie degli amici Verdi, causate da alcune idee fisse la prima delle quali è quella delle rinnovabili? Accondiscendiamo: installiamo quanto più idroelettrico possibile. Con esso la Norvegia soddisfa quasi il 100% del proprio fabbisogno elettrico; ma la Norvegia è la Norvegia. In altri Paesi (Svizzera, Svezia), l’idroelettrico conta per la metà o quasi. In Italia non riusciremmo a fare oltre il 20%. 


  1. Tolta la quota permessa dall’idroelettrico, come regolarsi tra nucleare, carbone e gas? Beh, il nucleare ha gli impianti più cari e il combustibile più economico, il gas ha gli impianti più economici e il combustibile più caro. Siccome gli impianti nucleari lavorano bene in continuo, essi sarebbero l’ideale per soddisfare i 20 GW, richiesti H24 del carico di base: lavorando in continuo si ammortizzano prima. Fossimo stati razionali, avremmo oggi almeno 20 reattori nucleari. 


  1. Il carico superiore a quello di base andrebbe soddisfatto dal carbone, un combustibile economico, disponibile da vari fornitori nel mondo e facilmente trasportabile. Massimiliano Ossini s’era scandalizzato quando il suo ospite (il presidente di Nomisma energia, Davide Tabarelli), pur a bassa voce, esortava all’uso del carbone. 


  1. Riservare il gas naturale al carico di picco. Il combustibile è caro (e, va detto, servirebbe per altre cose – per esempio, l’autotrazione – ed è un peccato bruciarlo per produrre elettricità). Inoltre gli impianti a gas si avviano rapidamente al bisogno e, infine, essendo i più economici, sono i più adatti a star fermi durante le ore lontane dal picco di domanda elettrica.


Per quanto sopra, oltre ai circa 20 GW di idroelettrico installato che abbiamo da decenni, avremmo dovuto avere 20 GW di nucleare e altrettanti in impianti a carbone, in modo da soddisfare il 90% almeno del nostro fabbisogno, lasciando il 5%, o poco più, al gas. Abbiamo invece voluto accondiscendere ad una seconda idea fissa dei Verdi: abbandonare il nucleare (peraltro senza rinunciarci, visto che ne abbiamo fatto un altro bene d’importazione, che soddisfa il 15% del nostro fabbisogno). Avremmo dovuto allora optare per 40 GW a carbone, ma abbiamo voluto accondiscendere anche ad una terza fissa dei Verdi: abbandonare pure il carbone. Ecco che siamo stati costretti ad affidarci al gas, che oggi ci fornisce – quasi unici al mondo – il 60% dell’elettricità che ci serve. E questa è la prima causa delle elevate bollette elettriche.

Se a Massimiliano Ossini venisse qualche dubbio sul punto 1, gli basti osservare che nel 2000, quando non v’erano impianti eolici o fotovoltaici, la potenza elettrica installata in Italia era di circa 80 GW (quindi tutta “convenzionale”). Oggi, dopo oltre 20 anni, la potenza elettrica “convenzionale” installata in Italia continua ad essere di circa 80 GW, e ciò a dispetto che nel frattempo, per accondiscendere alla quarta fissa dei Verdi, si sono aggiunti ben 40 GW di potenza fotovoltaica ed eolica, a questo punto, di tutta evidenza, caro Ossini, ridondanti e inutili. Inutili e dannosi: l’impegno economico su fotovoltaico ed eolico è la seconda causa delle bollette elettriche alle stelle. 

Allora, per far fronte nel breve termine al caro-bollette, visto che per non farci mancar niente ci siamo anche preclusi i rifornimenti di gas da Est, sarebbe necessario, innanzitutto, interrompere immediatamente ogni sussidio pubblico ad eolico e fotovoltaico e, poi, aumentare la quota di carbone a sfavore della quota di gas naturale. 

Ma bisogna sbugiardare la frottola sulla CO2: finché essa è usata per sottrarre denaro dalle tasche delle imprese che funzionano e riversarlo nelle tasche delle imprese che, pur gradite ai Verdi, sono però parassitarie, la cancrena non regredirà mai. Quello ambientalista è un racket più dannoso del racket della mafia e, come quello della mafia, porta solo povertà (e, naturalmente, ricchezza alla mafia).


Franco Battaglia














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