Ambientalismo
17 dicembre 2024 L'EUROPA SPERPERA FONDI PER LA CO2 INVECE DI USARLI PER LA PREVENZIONE SISMICA PROTEZIONE SISMICA Mentre la Ue spende e spande per proteggere il pianeta dalla CO2 e investe risorse molto meno consistenti per proteggersi da altri rischi concreti ed attuali, c’è chi, vox clamantis in deserto, avverte di un rischio reale, quello sismico, per proteggersi dal quale avanza, inascoltato, valide proposte. Dico di alcuni accademici, di alto livello internazionale, che, coordinati dall’italiano Giuliano Panza, Linceo e membro di numerose altre accademie scientifiche nazionali ed internazionali, suggeriscono le cose da fare. Anzi, le mettono nero su bianco nel recente volume "Earthquakes and Sustainable Infrastructure: Neodeterministic Approach Guarantees Prevention Rather Than Cure”, cioè, per tradurre in breve: meglio prevenire che curare. Secondo gli studiosi, la politica che ha governato la progettazione sismica negli ultimi 40 anni necessita di un aggiornamento, che ripensi criticamente l’approccio probabilistico. I terremoti si verificano in modo solo apparentemente casuale, non possono essere previsti con precisione sufficiente alla evacuazione o sospensione di servizi fondamentali e la progressiva riduzione dell'incertezza di previsione nello spazio e nel tempo rimane una sfida aperta. La sismicità apparentemente può essere ricondotta al concetto di caos deterministico, che può essere spiegato dalla sovrapposizione di vari moti convettivi nel mantello terrestre, e che si esprime nel moderno movimento delle placche litosferiche alimentato dalle forze mareali. La tettonica a placche e la natura complessa dei fenomeni sismici evidenziano la necessità di evitare l'uso di modelli troppo semplicistici, in particolare per la valutazione dei rischi associati ai terremoti. Allora, un approccio integrato, che sfrutti la sinergia tra osservazioni geodetiche e dati sismologici, può facilitare la definizione del terremoto massimo credibile, fissandone la magnitudo pari alla magnitudo massima osservata, sia storica che strumentale, aumentata di un appropriato multiplo (coerentemente con fondamentali principi statistici) suggeriscono il triplo) del valore dell’incertezza. In un'ottica di prevenzione, coerente e compatibile con le teorie più avanzate, è essenziale che almeno gli impianti infrastrutturali e le strutture pubbliche siano progettati in modo da resistere (o sostenere) futuri forti terremoti e continuare a funzionare nella loro capacità originaria. L'approccio neo-deterministico suggerito – che risale all'inizio del millennio e si è dimostrato affidabile in 20 anni di esperimenti in numerosi Paesi del mondo (negli Usa, in Romania, Bulgaria, Macedonia, Penisola iberica, Cina, India, Pakistan, Bangladesh, Iran) – ha l’obiettivo di garantire prevenzione piuttosto che limitarsi ad affrontare le conseguenze dei disastri. L’approccio è multidisciplinare e, più che guardare ai tempi di ritorno degli eventi, richiede il contributo di varie competenze: l’ingegnere strutturale per una valutazione affidabile della vulnerabilità sismica, l'integrazione tra sismologia e geodesia per la previsione dei terremoti a medio termine spazio-temporale, la modellazione geodinamica, la valutazione della risposta delle aree urbane all’evento sismico, la valutazione delle prestazioni sismiche delle reti di distribuzione idrica. Per l’Italia è stata effettuata una simulazione del moto del suolo per due aree urbane: quella di Poggio Picenze, fortemente danneggiata dal terremoto del 6 aprile 2009 e quella del centro storico di Napoli, altamente urbanizzato, che ha subito danni moderati dal terremoto del 23 novembre 1980 (ma aveva subito danni elevati dai terremoti storici del 1456 e 1688). Gli studi forniscono una solida base per la preparazione al prossimo terremoto distruttivo. I responsabili politici dovrebbero imparare a utilizzare solide conoscenze scientifiche a favore della sicurezza delle persone. La scienza all'avanguardia ha il know-how per ridurre le vittime e i danni strutturali da potenziali catastrofi a inevitabili ma sopportabili incidenti. Purtroppo, ci tocca tenercele le catastrofi finché si ascoltano i Verdi, che sollecitano lo sperpero di risorse sulla protezione da rischi inventati e inesistenti. Paradigmatico quello da elettrosmog, per fortuna oggi seppellito dai fatti, che però non hanno seppellito i Verdi medesimi. I quali restano in vita a sbraitare oggi contro l’inesistente rischio da CO2, che è non solo innocua sul clima ma è anche benefica per la vegetazione e le colture. Nel frattempo, il fianco ad alluvioni, frane e terremoti è tutto ancora scoperto. Franco Battaglia Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 17 dicembre 2024 ... |