Israele ha annunciato la chiusura della sua ambasciata in Irlanda, citando le politiche “estreme” nei confronti dello Stato ebraico, tra cui le accuse di aver commesso un genocidio nei confronti dei palestinesi.

La decisione di chiudere l'avamposto diplomatico "è stata presa alla luce delle estreme politiche anti-israeliane del governo irlandese", ha affermato domenica il Ministero degli Esteri israeliano.

Le azioni e la retorica antisemita usate dall'Irlanda contro Israele sono radicate nella delegittimazione e demonizzazione dello Stato ebraico, insieme ai doppi standard", ha affermato il ministro degli Esteri Gideon Saar. "L'Irlanda ha oltrepassato ogni linea rossa nelle sue relazioni con Israele".

"Israele investirà le sue risorse nel promuovere le relazioni bilaterali con i paesi di tutto il mondo secondo priorità che tengano conto anche degli atteggiamenti e delle azioni di questi stati nei confronti di Israele", ha aggiunto Saar.

Il primo ministro irlandese Simon Harris ha detto di essere "profondamente deluso" dalla decisione di Israele. "Mantenere aperti i canali non è mai stato così importante, così da poter comprendere meglio le posizioni reciproche, anche quando non siamo d'accordo".

Harris ha negato che l'Irlanda fosse anti-Israele. "L'Irlanda è pro-pace, pro-diritti umani e pro-diritto internazionale", ha detto.

Dublino ha costantemente chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza e, nel maggio 2024, ha formalmente riconosciuto lo Stato di Palestina, suscitando l'ira di Gerusalemme Ovest. Mercoledì 11 dicembre, il governo irlandese ha sostenuto il caso di genocidio presentato alla Corte internazionale di giustizia dal Sudafrica.

"C'è stata una punizione collettiva del popolo palestinese attraverso l'intento e l'impatto delle azioni militari di Israele a Gaza, che hanno causato 44.000 morti e milioni di civili sfollati", ha affermato il governo irlandese in una dichiarazione.

Israele ha respinto l'accusa di genocidio come "assurda", insistendo sul fatto che Hamas dovrebbe essere incolpato per le morti di civili a Gaza. Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno accusato il gruppo armato di usare civili palestinesi come scudi umani e hanno affermato che la sua operazione a Gaza sarebbe continuata fino a quando la minaccia di Hamas non fosse stata eliminata. Allo stesso modo, Israele ha respinto i mandati di arresto della Corte penale internazionale per alti funzionari, tra cui il Primo ministro Benjamin Netanyahu.

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