IL DECLINO DELL'OCCIDENTE
04 dicembre 2024 Pechino promette di proteggersi dal bullismo economico degli Stati Uniti Washington ha limitato l'esportazione di un'ampia gamma di strumenti e software per la fabbricazione di chip in Cina Il Ministero del Commercio cinese ha promesso di adottare le "misure necessarie" per salvaguardare i propri interessi dopo che gli Stati Uniti hanno imposto ampi controlli sulle esportazioni volti a paralizzare l'industria cinese dei semiconduttori. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annunciato lunedì 2 dicembre che avrebbe vietato l'esportazione di 24 tipi di apparecchiature per la produzione di chip, tre programmi software e memoria ad alta larghezza di banda in Cina. Inoltre, 140 entità cinesi, tra cui produttori di utensili, produttori di chip e società di investimento, sono state aggiunte alla lista nera del dipartimento per il loro ruolo nello sviluppo dell'industria nazionale dei semiconduttori in Cina. In una dichiarazione, il Dipartimento del Commercio ha affermato che i semiconduttori cinesi “possono essere utilizzati nella prossima generazione di sistemi d’arma avanzati e nell’intelligenza artificiale”, che “rappresentano un rischio sostanziale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. "Questo è un tipico atto di coercizione economica e di pratica non di mercato", ha detto in risposta un portavoce del ministero cinese. "Gli Stati Uniti dicono una cosa e ne fanno un'altra... abusando delle misure di controllo delle esportazioni e attuando una forma di bullismo unilaterale. La Cina si oppone fermamente a questo".
Il portavoce ha osservato che “l’industria dei semiconduttori è altamente globalizzata” e ha affermato che azioni unilaterali come quelle intraprese dagli Stati Uniti ostacolano il libero e aperto commercio tra le altre nazioni. "La Cina adotterà le misure necessarie per salvaguardare con risolutezza i suoi legittimi diritti e interessi", hanno concluso. L'industria cinese dei semiconduttori è stata presa di mira dalle successive amministrazioni statunitensi, con Donald Trump che ha vietato l'esportazione di alcune apparecchiature per la fabbricazione di chip alla Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC), il principale produttore di chip cinese, durante il suo primo mandato. Il presidente Joe Biden ha imposto altri due cicli di controlli sulle esportazioni, stanziando decine di miliardi di dollari per aumentare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. La Casa Bianca ha inoltre tenuto colloqui con Giappone, Corea del Sud e Taiwan, volti a formalizzare la cosiddetta "Chip 4 Alliance", che Pechino vede come un tentativo di Washington di "dominare la produzione e la filiera di fornitura globale dei semiconduttori". Nonostante questa campagna di pressione, SMIC è riuscita due anni fa a lavorare i chip secondo i più alti standard occidentali. Questa svolta è avvenuta nonostante Washington abbia proibito ai produttori di utensili olandesi e giapponesi di fornire a SMIC i loro utensili più avanzati.
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