Ambientalismo
14 novembre 2024

IL FALLIMENTO DELLA COP 29 - LA STESSA FUFFA SULLA CO2 DA DECENNI RIPETUTA DA CHI DI FISICA NON SA NULLA

COP29


Siamo alla Cop29 e alcuni lettori mi scrivono che si attendono un mio articolo. Non saprei cosa scrivere. Potrei prendere il mio articolo del 2000 a commento della Cop6 a L’Aja, cambiare 6 con 29 e L’Aja con Baku: il resto è ancora buono. Allora prevedevo che avrebbe fallito la Cop6 e tutte le Cop successive. Infatti siamo alla 29, a conferma che le precedenti 28 han fallito. Lascio a voi indovinare l’esito della 29 – esito che, si badi bene, nulla ha a che vedere col fatto che Donald Trump qualifichi l’emergenza climatica, come già fece nel 2016: una truffa. Peraltro ’sta Cop si tiene in un Paese, l’Azerbajan, il cui mix energetico d’energia primaria è quasi 95% petrolio e gas naturale e quasi 5% idroelettrico (carbone, sole, vento sono, tutti insieme, meno dell’1%). Insomma, l’Azerbajan è l’ultimo Paese al mondo che potrà ridurre mai le proprie emissioni di CO2. Ma, dicevo, non parliamo delle Cop, che sono eventi che dovrebbero esser svolti nel mese dei carnevali.


Anche se io vi scrivevo nel 2000, è da decenni che la scienza migliore esclude ogni connessione tra la CO2 e il riscaldamento globale. Dal 2000 a oggi non c’è alcuna ricerca che abbia dato man forte all’ipotesi che vuole la CO2 antropica collegata al clima. Neanche una, neanche di striscio. Al contrario, ogni nuova ricerca, nessuna esclusa, ha corroborato ciò che già si sapeva: la CO2 antropica non può, in alcun modo, contribuire al riscaldamento del pianeta. Chi sa un minimo di chimica-fisica sa che è così, e chi ha dubbi del contrario non conosce la chimica-fisica elementare. Tra le ricerche successive al 2000 fatemene citare due. 


Una, teorica, ha calcolato esattamente la concentrazione della CO2 atmosferica oltre la quale ogni aggiunta di CO2 praticamente nulla aggiunge di significativo alla temperatura del pianeta. Trattasi del lavoro del 2020 dei professori di fisica W. Happer e W.A. Wijngaarden – il primo alla Princeton University, il secondo (dalla Verità già intervistato il 6 settembre 2023) alla York University di Toronto – che hanno calcolato che anche quando la concentrazione di CO2 raddoppiasse dagli attuali 400 fino a 800 parti per milione, il contributo al riscaldamento globale sarebbe di 0.7 celsius, un valore impercettibile in un pianeta ove la temperatura varia, spazialmente, di 100 celsius (da –50 ai poli a +50 all’equatore) e, nello stesso luogo, può variare di decine di gradi nell’arco di un’ora. Tecnicamente la cosa si chiama “saturazione”. A distanza di 4 anni i calcoli dei due professori non sono stati contraddetti. Anzi sono stati confermati: nel secondo lavoro che cito, del marzo 2024, gli autori (J. Kubicki, K. Kopczyński e J.  Mlyńczak della University of Technology di Varsavia) mettono a prova sperimentale quei calcoli e concludono: «viviamo in una atmosfera ove la CO2 ha raggiunto saturazione e la CO2 aggiunta non si comporta come gas-serra».


Pezzi da novanta come Papa Francesco, Sergio Mattarella, Joe Biden, António Guterres e Ursula von der Leyen, nulla sanno di chimica-fisica, cosicché i loro convincimenti e paure sono perdonati. Il fatto è che la paura di pezzi da novanta è una paura da novanta con conseguenze da Novanta. La scorsa domenica, parlando dalla finestra in San Pietro, Papa Francesco in una sola frase ha messo insieme la Cop29, il cambiamento climatico e la disgrazia di Valencia. Senonché, quest’ultima  – già occorsa nel passato (se ne hanno registrazioni negli anni 1088, 1328, 1517, 1676, 1877 e 1957) – è occorsa perché dopo quella del 1957 il fiume Turia fu, giustamente, deviato in modo da proteggere l’area urbana di Valencia, ma negli ultimi due decenni quei geni degli spagnoli hanno permesso una nuova urbanizzazione attorno al nuovo canale fluviale, creando di fatto una nuova zona urbana a rischio, ove avrebbe dovuto esserci una zona di salvaguardia. Il Papa, con le sue parole, offre un’ottima scusa a Pedro Sánchez e a chi lo ha preceduto, responsabili del disastro, attribuendo questo ad una inesistente emergenza climatica che la Cop29 vorrebbe affrontare.


Nel settembre 2019, assieme ad altri 31 capi di Stato, Sergio Mattarella sottoscriveva una dichiarazione in 14 punti, che iniziava lamentando che il cambiamento climatico sarebbe l’emergenza delle emergenze, e finiva confermando il necessario obiettivo di raggiungere emissioni-zero per il 2050 e il necessario proposito che «tutti i flussi finanziari siano indirizzati in questo senso». Avete letto bene: «tutti» i flussi finanziari. D’altra parte, è da 4 anni che Joe Biden chiama «emergenza esistenziale» il global warming e António Guterres lo ha promosso a «global boiling».  


Con cotanto viatico, è difficile criticare – faccio un esempio – il Comune di Modena che, tutto orgoglioso, annuncia di stare ad evitare 700 tonnellate di CO2 in atmosfera (si badi: ne sono immesse, nel mondo, 40 miliardi di tonnellate) grazie all’acquisto, coi soldi del Pnrr, di 12 autobus cittadini a idrogeno. Un milione di euro ad autobus (si badi: un autobus normale costa 200.000 euro): lo chiamano “investimento” (anziché spreco) per proteggersi dagli eventi climatici severi. 


Gli emiliano-romagnoli sono tra i più gioviali degli italiani, ed è un piacere starci insieme; ma molti di essi votano come hanno sempre votato, anche se il candidato della loro squadra fosse uno spaventapasseri. La loro fedeltà è granitica: quando in occasione dell’alluvione del 2023 Ursula von der Layen andò a trovarli per manifestare la propria solidarietà, i gioviali emiliani l’hanno applaudita anziché – non dico accoglierla con fischi e men che meno con pomodori – anche solo ignorarla. Perché la signora, cari amici emiliano-romagnoli, con la sua transizione energetica, col suo green new deal, i suoi parchi fotovoltaici, le auto elettriche, gli autobus a idrogeno, la scriteriata rinaturalizzazione delle aree non urbane, è la vera responsabile morale dei disastri da maltempo. Alla prossima alluvione che colpirà Modena non meravigliatevi che essa sarà occorsa nonostante gli autobus da un milione l’uno, perché essa sarà occorsa proprio per colpa del denaro sprecato su quei dannati autobus. Sui quali, comunque, io non salirei neanche dipinto.


Franco Battaglia

Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 14 novembre 2024








...







.
.
Informativa
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso.
Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti.
Si possono conoscere i dettagli, consultando la nostra privacy seguendo il link di seguito.
Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie.
In caso contrario è possibile abbandonare il sito.
Altre informazioni

Ok entra nel sito