Ambientalismo
01 novembre 2024

I SOLDI SPESI PER IL CLIMA? UN BUCO NELL'ACQUA!

CLIMA, KYOTO, 20-20-20, PARIGI AND ALL THAT


Non voglio sembrare ripetitivo, ma visto che siamo ossessionati dalla ripetizione delle assurdità che diventano ragionevoli solo perché ripetute, allora vi chiedo di perdonarmi. 


Il primo passo per combattere il clima fu il Protocollo di Kyoto. Firmato nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005, è stato il primo accordo internazionale giuridicamente vincolante per la riduzione delle emissioni di gas serra, CO2 in particolare, ritenuti i responsabili dei cambiamenti climatici: la metà degli emettitori avrebbero dovuto ridurre la CO2 del 6% rispetto ai livelli del 1990. Lo scopo del protocollo era la prevenzione degli effetti negativi del cambiamento climatico. La “scienza”, dicevano i sostenitori del protocollo, aveva osservato un aumento significativo della temperatura media globale, legato all'incremento di attività industriali e di consumo di combustibili fossili. Kyoto puntava a stabilizzare il clima e a prevenire eventi climatici estremi come siccità, inondazioni, e fenomeni meteorologici violenti. Per cercare di implementare il protocollo si sono spesi centinaia di miliardi di dollari in tutto il mondo, principalmente nella Ue.


Proprio la Ue, non contenta del protocollo di Kyoto, nel 2008 approvava il pacchetto per il clima 20-20-20. I vari “20” riguardavano la riduzione della CO2 del 20% rispetto ai livelli del 1990, l’aumento della quota di energia rinnovabile al 20% del consumo energetico totale della Ue, e migliorare l'efficienza energetica del 20%, ovvero ridurre il consumo di energia primaria. Fatemi sottolineare che il Pacchetto si chiamava “per il clima”, perché, appunto, la sua principale motivazione era quella di governare il clima e impedire gli eventi climatici estremi, come siccità, inondazioni, e fenomeni meteorologici violenti. Per cercare di implementare il pacchetto per il clima si sono spesi centinaia di miliardi di euro di denaro pubblico nel corso degli anni.


L’intero mondo (o quasi), non contento del Protocollo di Kyoto e invidioso del Pacchetto 20-20-20 della Ue, nel 2015 firma gli Accordi di Parigi, che si propongono di mantenere il riscaldamento globale al di sotto del grado e mezzo. Mi astengo dal commentare sulla pretesa di immaginarsi il pianeta come un enorme frigorifero dotato di termostato regolabile a piacimento, e rammento solo la principale motivazione degli accordi: prevenire eventi climatici estremi come siccità, inondazioni, e fenomeni meteorologici violenti. L'implementazione degli Accordi di Parigi richiede investimenti enormi. Nel 2015, i Paesi sviluppati si sono impegnati a fornire 100 miliardi di dollari all'anno ai Paesi in via di sviluppo per sostenere la transizione energetica, e la Banca Mondiale ha calcolato che per regolare come detto il termostato del frigorifero-Terra sarebbero necessari da 2 a 4 trilioni di dollari all'anno fino al 2050. La prima della classe è la Ue, che ha destinato circa 550 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 solo per il cosiddetto Green Deal.


L’Italia ha impegnato circa 3-4 miliardi nel Protocollo di Kyoto e, secondo l’Enea, dal 2009 ha impegnato 10-12 miliardi l’anno per il Pacchetto 20-20-20 per il clima della Ue; infine, in ottemperanza agli accordi di Parigi, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) per il periodo 2021-2030 prevede una spesa di circa 180 miliardi di euro, con circa 80 miliardi destinati alle rinnovabili e 70 miliardi per migliorare l’efficienza energetica. Da parte sua la Spagna di miliardi ne ha impegnati 1 per Kyoto, 50 per il 20-20-20, e 240 per Parigi. 


Il tutto, si badi bene, col preciso scopo di prevenire eventi climatici estremi come siccità, inondazioni, e fenomeni meteorologici violenti. Non credo sia necessario aggiungere altro.


Franco Battaglia









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