Ambientalismo
15 ottobre 2024

RACCONTO IL PLAGIO CHE HA PORTATO AL SUCCESSO AL GORE
INTERVISTA A JOEL GILBERT


Joel Gilbert è l'uomo che sa tutto su Bob Dylan (ed è musicista egli stesso). Quando l'ho chiamato, però, avevo intenzione di chiamare il regista, per saperne di più sul suo ultimo film «The climate according to AI-Al Gore» – che in italiano farebbe «Il clima secondo IA-Al Gore» – la cui uscita è prevista per il prossimo 10 dicembre, anche se dal 3 ottobre è in tour promozionale in tutta l'Australia. Io ho avuto il privilegio di essere il primo uomo, se non al mondo sicuramente in Italia, ad aver visto l’intero film.


Joel, il tuo film ha una grande sorpresa per il mondo intero... 


«Il film rivela la verità che da decenni si cela dietro il padrino dell'agenda politica globale sul clima: Al Gore».


Che, a quanto pare, ha globalmente mentito per più di 30 anni... 


«Sì. Nel 1992 usciva «Earth in the Balance», il libro-manifesto con cui Al Gore politicizzò la scienza del clima su cui un'intera generazione è cresciuta. Per anni Gore ha sostenuto che, prima, il libro e, poi, “An inconvenient truth” (“Una scomoda verità”, il film del 2006 che gli è valso il Premio Nobel per la Pace nel 2007), erano il prodotto di una scienza del clima e di avvertimenti allarmanti sulla CO2 atmosferica che egli avrebbe appreso all'Università di Harvard, dove aveva seguito le lezioni del professor Roger Revelle. Ebbene: non c’è niente di vero. O meglio: l'unica cosa vera è che Gore, poco più che ventenne, da studente universitario del terz’anno, aveva seguito un corso di “Scienze naturali” tenuto da Revelle, da Gore superato col poco brillante voto di C+ [equivalente al nostro 20/30, ndr]. E questo fu tutta la scienza di Al Gore, i cui altri corsi erano di sociologia e di politica. A parte questo, non è vero nient'altro. In particolare, non è vero che Revelle sostenesse ciò che Gore, poi, del professore ha scritto nel suo libro del 1992 e detto nel suo film del 2006».


Come l'hai scoperto? 


«Mi era capitato di essere in contatto con John Ruddick, membro del Partito Libertario nel Parlamento del Nuovo Galles del Sud, in Australia, e una volta John mi parlò delle idee del Professor Revelle in termini molto diversi da quelli catastrofici, e noti a tutti, di Al Gore. Spinto dalla curiosità, decisi di andare all'Università di San Diego dove sono conservati i documenti di Revelle e, dopo un'accurata ricerca, scoprii che Al Gore aveva mentito su Roger Revelle. Dagli archivi dell’università ho recuperato gli appunti delle lezioni del professore, l'elenco delle letture e l'esame finale di Gore, e ho potuto constatare che il corso non aveva nulla a che fare con il clima. Inoltre, Revelle non solo non ha mai scritto alcun articolo catastrofista, ma ne ha addirittura scritto uno nel 1991 in cui, di fatto, metteva in guardia coloro che si bevevano le catastrofi vendute da Al Gore. Allora mi sono chiesto da dove diavolo mai Gore aveva tratto l'apocalisse narrata nel suo libro e nel suo film, e ho trovato la risposta».


E che risposta hai trovato?


«Dopo la sua poco brillante carriera ad Harvard – dove alla fine conseguì un “B.Sc. in Government” [equivalente alla nostra laurea triennale in scienze politiche, ndr] – e dopo 5 mesi in Vietnam, con l’incarico privilegiato di giornalista dell'esercito, ottenuto il rimpatrio, nel 1971 Gore decideva di studiare Teologia alla “Vanderbilt Divinity School”, e fu lì che gli dettero da studiare il libro del 1948 di Fairfield Osborne Jr., “Our Plundered Planet” [cioè “Il nostro pianeta saccheggiato” – dalla presenza dell'uomo, ndr]. Gore non riuscì a completare gli studi di teologia – in seguito avrebbe frequentato la facoltà di legge, ma non riuscì a completare nemmeno quella: non fu un male per lui, perché la fortuna politica gli venne in soccorso, diventando deputato nel 1976 – tuttavia quel libro del 1948 studiato alla scuola di teologia gli servì molto».


In che modo?


«Per farla breve, il libro di Gore “Earth in the Balance” è un plagio bello e buono di “Our Plundered Planet”, e il mio film mostra che la scienza del clima su cui è stato costruito l'intero lavoro e la carriera di Al Gore è una frode. Al Gore ha mentito sulla provenienza della sua “scienza”. Ha falsamente affermato che proveniva da Harvard, ma era invece il risultato delle lezioni degli illustri sconosciuti e politicizzati insegnanti della Divinity School. Quindi, a quel tempo, Gore si stava comportando da politico che si stava inventando un problema della cui soluzione farsi paladino per ottenere il sostegno politico per costruirsi la propria carriera. Ecco perché ha abbracciato l'ambientalismo». 


Devo dire, Joel, che nel tuo film tutto questo è raccontato in un modo davvero originale e divertente...


«Beh... in realtà avevo lavorato per Al Gore, e l’ho ben conosciuto. Sono stato un suo stagista quando egli era senatore del Tennessee – io sono originario del Tennessee – e Al Gore conosce me. Così gli scrissi una e-mail: “Senatore, ho fatto delle ricerche sul suo professore di Harvard, Roger Revelle, e vorrei intervistarla su di lui”. Ma Gore non mi ha mai risposto. Così mi è venuta l'idea di creare un Al Gore con la tecnologia IA. Ed è quello che ho fatto: Ho creato un video di Al Gore e la sua voce, l'ho intervistato e ora abbiamo finalmente un Al Gore onesto che dice la verità su tutta la sua storia e sulle vere basi della scienza del clima». 


Devi aver fatto molte ricerche.  Ma qual è la differenza tra l'AI-Al Gore e il vero Al Gore? La gente dirà che il tuo è un Al Gore falso... 


«Al contrario. È la mia versione dalla IA quella che dice la verità su Al. Sì, ho fatto molte ricerche, ho letto 6 biografie su di lui e centinaia di articoli; sono andato negli archivi e ho ottenuto una versione della verità, e quando parlo con Al Gore nel film, lui dice la verità. Il vero Al Gore, invece, è un politico fallito, non è molto intelligente ed è una persona che ha ripetutamente mentito sulla provenienza della sua scienza del clima. Ha fatto queste previsioni apocalittiche sull'innalzamento degli oceani e sullo scioglimento dei ghiacci polari e sul cielo che crolla, ma è assolutamente disonesto, uno con la sindrome dell’impostore. Quindi, penso che sia più interessante parlare con l'IA-Al Gore, perché otteniamo una descrizione onesta della sua storia di vita e della sua scienza climatica. Per quanto riguarda il vero Al Gore, la gente non conosce tutta la sua storia che, invece, si impara guardando il mio film».


Com'è allora il vero Al Gore? 


«Dobbiamo capire che, essendo suo padre un senatore degli Stati Uniti, Al è stato cresciuto per diventare presidente. Lo hanno indottrinato ad avere l'ambizione di essere un politico, con la Casa Bianca come obiettivo. Il problema è che Al non aveva una personalità adatta alla politica, non ha carisma. E lui lo sapeva e ha sempre pensato di aver bisogno di mostrare di avere qualcosa per cui lottare, per potersi candidare alla Casa Bianca, per rendersi popolare. Così, all'inizio, nei primi anni '80, Gore decise di impegnarsi sul disarmo mondiale, per guadagnare consensi ed elettori. Questo accadeva durante gli anni di Reagan. Ma poi Reagan vinse la Guerra Fredda e la questione del disarmo aveva smesso di essere un problema popolare. 

Passò all'ambientalismo, e fu allora che io lavoravo per lui. Gore s’era convinto che l'ambientalismo fosse una questione popolare e trasversale, e infatti gli americani erano molto preoccupati per l'ambiente: in quel periodo c'era stato Chernobyl nel 1986 e la fuoriuscita di petrolio della Exxon-Valdez nel 1989. E pensava che quella ambientale fosse una questione che avrebbe potuto spingerlo alla Casa Bianca. Ed è per questo che s’è inventato di sana pianta il suo libro apocalittico “Earth in the Balance”, consapevole di mentire. Non disse di aver imparato quelle cose dagli strambi insegnanti della “Divinity School” e di aver plagiato un libro degli anni '40: nessuno gli avrebbe dato retta. Così, mentì dicendo di aver imparato tutto ad Harvard, dal professor Roger Revelle».

 

Insomma l’universo mondo è stato per 30 anni ingannato da Al Gore solo perché questi aspirava a diventare presidente degli Stati Uniti. 


«Già, peraltro senza riuscirci. Il castello di carte che aveva costruito lo ha poi messo a frutto per diventare plurimiliardario». 


Buon per lui. Ma, sapendo del tuo film, ti ha contattato, o pensi lo farà non appena lo vedrà?


«No, non mi ha contattato. Non ancora: spero di non sentire i suoi avvocati, ma sono stato molto chiaro che si tratta di AI-Al Gore e non faccio finta che si tratti di Al Gore. Quindi non credo che ci saranno problemi». 


Beh, mi sembra che sia come se avessi scritto una biografia su di lui, trasformandola in un film, usando l'IA anziché un attore o un cartone animato. Grazie, Joel, un lavoro meraviglioso e originale. Per vedere il trailer bisogna andare su climatealgore.com, giusto?


«Giusto».


Franco Battaglia




Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il giorno 15 ottobre 2024








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