IL DECLINO DELL'OCCIDENTE
12 ottobre 2024

IL LIBRO CHE SEMINA DUBBI SUL CONFLITTO


Paolo Di Carlo

L’ultimo libro di Franco Battaglia, Cara Giorgia, e se avesse ragione la Russia? (21mo Secolo, pp. 241, € 25,00), è una raccolta di articoli, saggi e interviste che affronta in modo diretto e non convenzionale la guerra tra Russia e Ucraina, con un approccio critico verso la narrativa occidentale dominante. Battaglia, scienziato di formazione con un dottorato in chimica fisica conseguito presso l’università di Rochester (New York), ha in questo volume concentrato la sua attenzione sulla geopolitica, campo che, almeno nella forma, esula dalle sue competenze scientifiche. Tuttavia, l’autore si è proposto di esprimere un giudizio oggettivo sulla questione russa-ucraina servendosi del metodo scientifico che lo caratterizza.

La prefazione, curata dall’ambasciatore della Federazione russa in Italia, Alexey Paramonov, premia il tentativo di aprire un dibattito sul tema, in un’opera che esplora le ragioni di Vladimir Putin e critica fortemente l’atteggiamento della Nato e dell’Occidente, accusati di aver se non provocato quantomeno aggravato il conflitto.

Come l’autore stesso ammette, egli non è un esperto di geopolitica né politologo. La sua esperienza accademica e professionale è incentrata sulla chimica teorica e fisica, e le sue pubblicazioni scientifiche riguardano principalmente questioni ambientali e di energia. Si affida tuttavia alla sua formazione scientifica per analizzare il conflitto in Ucraina, applicando un metodo di ragionamento basato sui fatti, sulle evidenze e adottando il principio del contraddittorio per mettere in discussione la versione degli eventi propagandata dai media occidentali.

La domanda centrale è: può essere che la Russia - l’aggressore, nella vulgata - abbia delle ragioni legittime che vengono sistematicamente ignorate?

Ripercorrendo gli eventi che hanno portato al conflitto e ponendo l’accento sulle promesse non mantenute dall’Occidente, Nato in primis, di non estendere l’ingerenza verso Est dopo la caduta del Muro di Berlino, si esplora il concetto di autodeterminazione dei popoli, riportando fatti storici che evidenziano come la Russia abbia reagito a provocazioni e azioni non cooperative dell’Occidente. L’invito al lettore è di considerare il punto di vista russo con obiettività, sottolineando che la richiesta di sicurezza della Russia sia giustificata tanto quanto lo erano le preoccupazioni degli Stati Uniti durante la crisi dei missili di Cuba (ottobre 1962).

Tra i modelli matematici usati come strumento per comprendere le dinamiche internazionali vi è, ad esempio, quello definito “teoria dei giochi”, basato sul concetto di “tit for tat” (una sorta di occhio per occhio), una strategia di azione e reazione che mostra come le mosse della Nato siano state percepite da Mosca come una minaccia crescente. Le scelte politiche sono semplicemente morali o il risultato di calcoli strategici?

L’esame delle dichiarazioni e delle azioni delle parti coinvolte, le interviste a esperti e analisti, offrono al lettore una panoramica quanto più ampia e diversificata sulle opinioni di figure autorevoli. E, in ultima analisi, l’apparato cartografico, iconografico e cronologico sono un valido sostegno per i lettori meno edotti sulla geografia e la storia di quei luoghi. 

Senza essere un’apologia della causa russa o una legittimazione alla guerra e alla violenza, si tratta indubbiamente di un testo provocatorio che sfida il lettore a considerare il conflitto ucraino da una prospettiva diversa. “Il mio è un giudizio, non un verdetto”, asserisce sin da subito Battaglia

Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 12 ottobre 2024








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