di
Charles Hugh Smith*
I
rischi geopolitici/finanziari stanno proliferando e stanno diventando
sempre più difficili da prevedere o da coprire per una ragione molto
semplice:
L'era
dell'integrazione e dell'accordo globale è finita e si sta
intensificando l'era della disintegrazione e della discordia globale.
Nella
terminologia dello storico Peter Turchin, quando tutti trovano
ragioni per collaborare, il risultato è un'era di accordo; quando
tutti trovano ragioni per non collaborare, il risultato è un'era di
discordia.
Al
di sotto del caotico turbinio di dinamiche complesse e rischi,
emergono due fattori trainanti: la de-globalizzazione e la
de-finanziarizzazione.
L'era
trentennale di crescente globalizzazione si è invertita, riducendo
l'influenza dei mercati e aumentando quella della sicurezza
nazionale.
Frammentazione
Mentre
l'era della globalizzazione ha portato ad accordi commerciali globali
che hanno tutelato almeno alcuni degli interessi fondamentali di
tutti i partecipanti, l'era della de-globalizzazione sarà
caratterizzata dalla frammentazione e da accordi conclusi tra nazioni
al di fuori delle alleanze tradizionali e degli schieramenti
ideologici.
Nella
visione neoliberista del mondo, i mercati sono la soluzione
praticamente ad ogni problema: apriamo i mercati e lasciamo che la
determinazione dei prezzi e le innovazioni risolvano tutti i
problemi.
Questa
costruzione è ideologicamente attraente, ma nel mondo reale i
mercati hanno generato dipendenze estremamente rischiose nella catena
di fornitura da fonti offshore inaffidabili.
Sì,
queste dipendenze erano efficienti e redditizie, ma quando le cose
vanno in pezzi, causano l’effetto domino che va ben oltre quanto i
“mercati” avevano previsto o potevano coprire.
Anche
l'era di 50 anni di crescente finanziarizzazione si è invertita. In
poche parole, la finanziarizzazione ha ottimizzato il capitale a
spese del lavoro/dei lavoratori dipendenti, e ha ottimizzato la
speculazione tramite la vasta espansione del credito e della leva
finanziaria, consentendo alla finanza di mercificare praticamente
tutto nell'economia globale: lavoro, capitale, beni, servizi e sì,
persino il rischio.
Rischi
invisibili e sconosciuti
Ma
il rischio mercificato che può essere coperto include solo i rischi
visibili e noti. Quando gli estremi diventano più estremi, il
potenziale del rischio di sfuggire al recinto ben controllato del
rischio coperto aumenta in modi che non possono essere quantificati e
coperti.
Tendo
a pensare che molti osservatori si concentrino troppo limitatamente
sui rischi derivanti dalle crisi finanziarie, ad esempio una crisi
nel misterioso mercato dei derivati da migliaia di miliardi di
dollari, che potrebbe scatenarsi quando i detentori di contratti
derivati con crediti sulle garanzie sottostanti (ad esempio, le case
sottostanti i mutui di un titolo garantito da ipoteca) iniziano a
sequestrare le attività garantite incorporate nella catena dei
derivati.
L'idea
di base è ben consolidata: i derivati (come CLO – Obbligazionidi
prestito collaterali - e CDO -ObbligazionidiDebito Collaterali -,
oltre a molti altri strumenti ancora più esotici) possono includere
diritti sulle garanzie sottostanti di attività basate sul debito,
come case o veicoli.
Negli
ultimi 15 anni, l'opinione pubblica ha tollerato una serie disgustosa
di salvataggi egoistici e di accordi con le parti interessate sotto
la minaccia di "se non lo facciamo, l'intero sistema crolla in
un mucchio", ma la sua pazienza nei confronti delle speculazioni
finanziarie potrebbe esaurirsi più rapidamente di quanto le élite
politiche immaginino.
Alla
fine i contadini si ribellano
La
storia insegna che le rivoluzioni sociali spesso nascono
spontaneamente da un evento apparentemente banale: il tronco di un
sistema corrotto, truccato per distribuire ricompense asimmetriche a
pochi a spese di molti, alla fine prende fuoco e rapidamente si
trasforma in un incendio.
Le
élite statunitensi sembrano non riconoscere questa dinamica. E si
chiedono perché Donald Trump sia così popolare tra gli americani
della classe operaia. Le élite vogliono condannare l'attrattiva di
Trump per questi "deplorevoli" senza guardarsi allo
specchio per capire perché Trump piace a loro.
Se
il sistema partitico tradizionale funzionasse così bene per questa
larga fetta di americani, Trump non sarebbe mai arrivato fin qui.
Sarebbe stato deriso dal palco alle primarie del 2016 e non avrebbe
mai vinto la nomination repubblicana, per non parlare delle elezioni
generali.
Ma
Trump ha vinto le elezioni. E le élite si sono rifiutate di
riconoscere il loro fallimento che ha portato alla sua elezione. Ma
la storia è più grande. Ora prendiamo in considerazione il mondo, e
il dollaro.
De-dollarizzazione
Parti
significative del mondo stanno cercando di “de-dollarizzare”.
Questa tendenza è notevolmente aumentata da quando gli Stati Uniti
hanno cercato di “militarizzare” il dollaro per punire i loro
oppositori geopolitici.
Più
specificamente, definirei questo vasto rimescolamento dei flussi di
capitale globali come conseguenza diretta di due fattori:
1.
La prevalenza della sicurezza nazionale sugli incentivi di mercato
(ad esempio profitti, esportazioni mercantili, ecc.)
2.
La frammentazione degli accordi commerciali generali a favore di
accordi speciali con partner commerciali che includono non solo
tariffe ma anche l'accesso a materie prime strategicamente
significative e flussi di capitali di investimento.
In
altre parole, il commercio non riguarda più l'apertura di nuovi
mercati per le esportazioni mercantili e il parcheggio di dollari in
surplus nei Buoni del Tesoro. Riguarda la garanzia di materie prime
essenziali e flussi di capitale in cambio dell'accesso alle catene di
fornitura e ai mercati finanziari.
L'era
mercantilista è finita
L'era
mercantilista è finita. Il cosiddetto libero scambio (non esiste)
che ha creato dipendenze critiche per la sicurezza nazionale da
frenemies (amici - nemici) è ora qualcosa da evitare e invertire a
tutti i costi.
Le
nazioni mercantiliste che hanno fatto affidamento sull'aumento delle
esportazioni come fonte della loro crescita economica troveranno
mercati limitati man mano che la rilocalizzazione e la
glocalizzazione diventeranno priorità. (Questo include Cina,
Germania, Giappone e altre economie dipendenti dalle esportazioni).
Possiamo
prevedere accordi che includano l'accesso alle materie prime,
garanzie per l'acquisto di titoli di Stato, l'apertura di settori
precedentemente chiusi delle economie mercantiliste e l'accesso agli
investimenti diretti, non solo al commercio e alle tariffe.
In
altre parole, la frammentazione del commercio globale apre le porte
ad accordi negoziati tra singole nazioni, personalizzati in base ai
rispettivi interessi, che riguardano non solo gli interessi
commerciali in sé, ma anche quelli legati alla sicurezza delle
materie prime, dei beni essenziali e dei flussi di capitali.
La
globalizzazione non è morta, ma sta svanendo. La “glocalizzazione”
sta diventando il nuovo mantra.
Policrisi
Il
rischio aumenta anche quando i processi consolidati si interrompono
quando emergono molteplici crisi che si rafforzano a vicenda, il che
è noto come policrisi. Quando i meccanismi consolidati non
risolvono più crisi o conflitti, i leader saranno naturalmente
tentati di provare misure sempre più estreme per riprendere il
controllo (o l'illusione del controllo).
Ogni
leader è incline a commettere errori di calcolo, ma i regimi
autoritari con nodi decisionali altamente concentrati sono più
inclini a prendere decisioni catastroficamente sbagliate perché
hanno represso il dissenso e il dibattito aperto come minacce al
controllo politico e narrativo del regime.
La
tendenza globale all'autoritarismo concentra il processo decisionale
nelle mani di pochi, aumentando i rischi di errori di valutazione o
di calcolo fatali.
In
un universo di rischi in sconcertante espansione, eccone 10 degni di
nota (grazie a Richard Bonugli per l'assistenza).
Può
essere inteso come una matrice di rischio. (La mia lista di 10
rischi sarebbe diversa, ovviamente, ma questo è un buon punto da cui
partire).
I
10 principali rischi geopolitici/finanziari
I
finanzieri sequestrano le garanzie in una crisi dei derivati, ovvero
“The Great Taking” (Il grande Sequestro)
Attacchi
informatici
Guerre
tariffarie
Confisca
dei beni finanziari di altre nazioni
Vendita/boicottaggio
dei titoli del Tesoro USA
Imposizione
di valute digitali delle banche centrali (CBDC)
Il
divieto della Russia alle esportazioni di uranio verso l'Occidente
Restrizioni
sulle materie prime di importanza strategica
Le
criptovalute private sono state forzatamente integrate nelle CBDC
Escalation
della guerra in Ucraina
Riduci
i rischi della tua vita
Dove
ci porta la nostra valutazione del rischio? Forse la metafora più
appropriata per descrivere il decennio a venire è che investitori,
consumatori e contribuenti faranno rafting su rapide di acque bianche
con tratti di calma sempre più brevi.
Quindi
cosa facciamo come individui? Riduciamo il più possibile i
rischi della nostra vita e concentriamoci sull'aumento delle nostre
capacità di problem-solving (risoluzione dei problemi).
Questa
è la mia definizione di autosufficienza.
* Charles
Hugh Smith è uno scrittore e blogger americano, nonché
caporedattore del blog "Of Two Minds". Avviato nel 2005,
questo sito è stato classificato al n. 7 tra i migliori siti
finanziari alternativi della CNBCharles Hugh SmithC e i suoi commenti
sono pubblicati su numerosi siti, tra cui Zerohedge.com, The American
Conservative e Peak Prosperity.
https://dailyreckoning.com/glocalization/