Storia
28 maggio 2024

IL CONTRIBUTO DELL'ITALIA FASCISTA ALLA NASCITA DELLA MARINA ISRAELIANA


Quattro anni prima che Mussolini introducesse le leggi razziali, fu l'Italia fascista a plasmare e a istruire quasi duecento uomini che poi daranno vita alla Marina militare e mercantile del futuro Stato di Israele.


LA MARINA DI DAVID




                                   Zeev Jabotinsky


di MARIO VERONESI

La nascita della Marina d'Israele è un evento poco noto in ambito storiografico. Le sue origini possono essere fatte risalire a una intesa tra Benito Mussolini e Vladimir Zeev Jabotinsky (1880-1940), leader della destra revisionista sionista, scrittore, oratore, soldato, e fondatore, a Odessa, della "Jewish Self-Defense Organization". È nell'ottobre del 1934 che giungono a Civitavecchia i primi 28 allievi ufficiali ebrei per essere addestrati alla Scuola Marittima; nei tre anni successivi i diplomati saranno quasi 200. Sulle uniformi portano un'ancora, la Menorah (il candelabro a sette bracci) e il fascio littorio, e in alcune cerimonie ufficiali salutano romanamente, come ricordato dall'allora capogruppo Avram Blass, in seguito divenuto ammiraglio della Marina Israeliana. Nel 1936 parte il Secondo Corso, inaugurato dal rabbino capo di Roma. Nel frattempo viene acquistato anche un veliero a motore da 60 metri, il Quattro Venti, ribattezzato Sarah I che nell'estate di quello stesso anno fa rotta verso la Palestina, dove viene accolto con grandi festeggiamenti dalla comunità ebraica. È il primo mercantile della storia moderna d'Israele. Ma nell'autunno del 1938 l'Italia fascista si scopre antisemita, varando i provvedimenti per la "difesa della razza".

Ma facciamo un breve passo indietro. Nei primi anni Venti del XX secolo, il Consorzio delle Scuole Professionali per la Maestranza Marittima, in collaborazione con l'Amministrazione comunale, dà vita alla Scuola Marittima di Civitavecchia. La Scuola avvia alla marineria molti giovani, dando loro i rudimenti necessari ad affrontarne i più diversi ambiti della navigazione.
Nel decennio successivo l'Italia inizia a praticare una politica estera più spregiudicata, consistente nell'alternare atteggiamenti ostili e amichevoli nei confronti dell'Inghilterra. Il che, sullo scacchiere mediterraneo, e in particolare in Palestina, si tramuta sostanzialmente nel lusingare contemporaneamente arabi ed ebrei.
È in questo contesto che Renzo De Felice, nella sua Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, illustra gli apparenti buoni rapporti che si instaurano fra il duce e il movimento sionista mondiale presieduto da Chaim Weizmann (1874-1952), il futuro primo presidente dello Stato d'Israele. Il duce incontra tre volte Weizmann, ma i due non raggiungono nessun accordo.
Chi invece perviene a un accordo di collaborazione con il governo fascista, in un'ottica antinglese, è la corrente revisionista, l'ala destra del movimento sionista, capeggiata da Jabotinsky, fondatore della Legione Ebraica che ha valorosamente combattuto durante la Grande Guerra. Jabotinsky ricopre anche il ruolo di presidente del Bethar, il movimento giovanile dei revisionisti, il cui pensiero prevede che la preparazione dei suoi appartenenti segua tre direzioni: formazione culturale, addestramento militare, formazione formazione professionale.




    BANDIERA DELLA MARINA ISRAELIANA



L'idea di dare una formazione marinaresca al popolo ebraico nasce nel 1930 quando un gruppo di giovani revisionisti fonda a Parigi un'associazione denominata Rodegal. I suoi adepti ritengono il mare uno dei fattori più importanti per l'economia del futuro stato ebraico. Per questo, nella prospettiva di creare la Marina d'Israele, è importante preparare i giovani alla navigazione e alla pesca. Ed è per seguire questi ideali che molti giovani ebrei nel dicembre del 1934 sono inviati a Civitavecchia per frequentare la Scuola Nautica. Perché fu scelta Civitavecchia? È il fiduciario romano del Bethar che indica la città come sede per la formazione dei quadri della futura Marina ebraica. Si tratta di Maurizio Mendes, studente di medicina, figlio del generale-medico e professore di tisiologia all'università di Roma, Guido Mendes.


Il 1° corso della Scuola Marittima ebraica ha inizio il 28 novembre con 28 alunni provenienti da tutta Europa: polacchi, cecoslovacchi, lituani, lettoni, austriaci e italiani. Dopo un breve soggiorno in albergo, i giovani sionisti vengono alloggiati dal comandante Fusco, direttore della scuola, in due ampi locali della darsena di Traiano, messi a disposizione dal municipio. Per l'arredamento, molto spartano, provvedono i Mendes, che forniscono agli studenti anche una specie di divisa scolastica: una maglia di lana azzurra sulla quale è applicato uno scudetto bianco con il candelabro biblico a sette luci, che era anche l'emblema del Bethar. Oltre al comandante Fusco, insegnano nella scuola i professori Paone, Proto e Scalabrino che provvedono affinché ai giovani sionisti siano impartite in un solo anno le nozioni che vengono dispensate in tre anni ai normali studenti. Il successivo 15 giugno hanno inizio gli esami, tenuti in italiano, che vengono superati brillantemente da tutti gli allievi. Ma per diventare bravi marinai non basta la teoria, è oltremodo necessaria la pratica, il navigare in mare. È perciò assolutamente prioritario armare un'imbarcazione da utilizzare per l'apprendimento sul campo.
Il comandante Fusco, convinto di questa necessità, concorda un incontro a Parigi con i massimi dirigenti del movimento sionista. Presenta i risultati del primo corso d'istruzione per richiedere i soldi necessari per l'acquisto di un'imbarcazione per i giovani allievi; il finanziatore è trovato nella persona di Efraim Kirschner, facoltoso commerciante di pellicce, fuggito dalla Berlino hitleriana. Dopo lunghe ricerche, la futura nave scuola è individuata a Marina di Massa: un grosso motoveliero, il Quattro Venti, che stazza circa 500 tonnellate. Viene ribattezzato con il nome di Sara, in onore sia della moglie di Abramo, sia di quella del finanziatore. Primo comandante è un professore della scuola, Tiberio Paone. Il secondo corso è inaugurato il 29 marzo 1936, alla presenza del rabbino capo di Roma. Gli iscritti aumentano notevolmente salendo a 52, con i polacchi che compongono il gruppo più numeroso. La seconda crociera d'istruzione viene circoscritta ai porti italiani e agli scali francesi di Nizza e di Marsiglia.

Nel febbraio del 1937 il comandante Fusco è invitato a Londra per incontrarsi con i dirigenti del movimento sionista, fra cui Jabotinsky, e alcuni uomini d'affari. Si discute della creazione di una marina peschereccia ebraica atta a sfruttare il mare davanti alle coste della Palestina. Il terzo corso si apre nel febbraio 1937 con una settantina di allievi. Nelle lezioni si introducono nozioni di pesca. Affinché agli allievi siano impartite lezioni pratiche di pesca, si acquista a un'asta giudiziaria a Porto Santo Stefano un motopeschereccio, rinominato Neca. Ad esso ne viene poi affiancato uno più piccolo, il Lea. La crociera dell'estate 1937 ha per meta la Palestina, dove all'arrivo del Sarah si scatenano grandiosi festeggiamenti in onore degli allievi della scuola.
Ma nel 1938 la Scuola deve chiudere dopo che si è tenuto il quarto corso. Il governo mussoliniano ha ormai cambiato registro verso l'ebraismo. A pochi chilometri da Civitavecchia, l'8 maggio, Mussolini ospita il Fuhrer nel castello Odescalchi di Santa Marinella. Mentre a luglio gli studenti della scuola di Civitavecchia si sottopongono agli esami di fine corso, viene pubblicato il "Manifesto per la difesa della razza", seguito, due mesi dopo, dai provvedimenti antisemiti. Uno di questi prevede l'allontanamento degli studenti ebrei da tutte le scuole pubbliche del Regno. L'esperimento di Civitavecchia si conclude così, proprio nei mesi in cui l'Italia si macchia della grande infamia.
Diversi furono i destini degli allievi ebrei che frequentarono le aule della scuola. Alcuni morirono sui campi di battaglia della Seconda Guerra mondiale, altri trovarono la morte nelle camere a gas dei campi di sterminio, ma i più contribuirono, nel 1948, anche con la professionalità acquisita a Civitavecchia, alla nascita e alla difesa del giovane Stato d'Israele. Alcuni di loro tornarono in Italia come addetti navali presso l'ambasciata israeliana di Roma.



BIBLIOGRAFIA

  • RENZO DE FELICE, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo - Einaudi, Torino 1961

  • PAOLO DI MOTOLI, La destra sionista. Biografia di Vladimir Jabotinsky - M&B Publishing, Milano 2001

  • ENRICO CIANCARINI, Storia di Civitavecchia. La prima guerra mondiale e il fascismo, dal 1915 al 1939 - Regione Lazio, Roma 2007

  • MICHELE SARFATTI, La Shoah in Italia. La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo - Einaudi, Torino 2005

  • LEONE CARPI, Come e dove rinacque la Marina d'Israele, la scuola marittima del Bethar a Civitavecchia - Nemi, Roma 1965



https://win.storiain.net/arret/num182/artic4.asp









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