ASIA OCCIDENTALE
27 maggio 2024

Alla luce del genocidio di Gaza è importante conoscere: ERRANTE CHI? di GILAD ATZMON
VIDEO INTERVISTA A PIÈ PAGINA

Alla luce del genocidio che sta avvenendo a Gaza, in Palestina vogliamo riproporre ai lettori questo libro dal titolo ERRANTE CHI?, pubblicato in Italia da Zambon nel 2012 ma di grandissima attualità.

Con il suo humor, Gilad Atzmon decostruisce l’identità sionista, esplorando la psicologia dell’ebraismo e del sionismo. Affermazioni che susciteranno la solita e sempre ripetuta accusa di antisemitismo.


Il libro pubblicato a Londra nel 2011 con il titolo The Wandering Who?, e come scritto sopra, in italiano L’Errante Chi?, gioca sul mito del cosiddetto ‘ebreo errante’. Ed è grazie a questo titolo che si può capire quanto il lavoro di Gilad Atzmon sia spiritoso e stimolante. Ma è anche uno scritto importante che ci offe uno studio sugli ebrei, l’ebraicitá e il giudaismo.


L’autore stesso nel presentare libro spiega che lo scopo è quello di stimolare un dibattito riguardo a molte questioni che il testo propone, a cominciare dal chiedersi cosa si intende con i termini giudaismo, cultura ebraica, ideologia ebraica.
Già dall’introduzione Atzmon sfoggia tutto il suo senso dell’umorismo tipico della tradizione ebraica.

Mio nonno era un vecchio terrorista sionista, poetico e carismatico. Ex comandante di grado superiore dell’organizzazione terrorista di destra Irgun, ha avuto, devo ammetterlo, una straordinaria influenza sui miei giovanili anni. Dava voce ad un odio implacabile verso qualsiasi cosa non fosse ebraica: odiava i tedeschi, di conseguenza non permetteva a mio padre di comprare auto tedesche; inoltre disprezzava gli inglesi perché avevano colonizzato la sua ‘terra promessa’ mentre posso dedurre che non detestava i britannici quanto i tedeschi dal fatto che permetteva a mio padre di guidare una vecchia Vauxall Viva. Era anche un bel po’ arrabbiato con i palestinesi perché continuavano ad abitare la terra che sicuramente apparteneva a lui e al suo popolo. Si chiedeva spesso: ‘Questi arabi hanno tanti paesi, perché devono vivere proprio sulla terra che è stata ‘data’ a noi dal nostro Dio”?...

Gilad Atzmon ha seguito il tipico cursus honorum di un giovane israeliano nato in quel clima ottimistico suscitato dopo la guerra dei sei giorni. Culminato con il servizio militare nell’IDF, nel Libano meridionale. Ma prima di diventare soldato rimane folgorato nel sentir suonare Charlie Parker e decide che la sua vita avrebbe seguito la musica, divenendo un jazzista professionista ma anche un attivista e scrittore che cerca di spezzare quel legame “tribale” ebraico. Alcune affermazioni contenute in questo libro sono forti e sofferte, ma sono allo stesso tempo inequivocabilmente argomentate. Come gia detto, in questo libro decostruisce l’identità sionista con esplorazioni nella psicologia dell’ebraismo e del sionismo. Affermazioni che hanno suscitato e continuano a suscitare la solita e sempre ripetuta accusa di antisemitismo ancora oggi di fronte ai massacri di Gaza.

Basandosi sul libro di Shlomo Sand L’invenzione del popolo ebraico, Atzmon trae queste conclusioni: “Se dunque gli ebrei non sono una razza ma un insieme di vari popoli ‘cooptati’ da un movimento nazionale basato su miti e non hanno nulla a che vedere con il semitismo, ne consegue che l’antisemitismo è una parola vuota”. Il che significa che tale accusa dovrebbe essere fatta all’occidente e a Israele stesso poiché avversi ai movimenti di liberazione dei popoli arabi che semiti lo sono davvero. E ancora che il sionismo è mantenuto in vita dall’antisemitismo e che, secondo Atzmon, l’olocausto fu indirettamente una vittoria sionista così “se non ci fosse ogni tanto una sinagoga data alle fiamme, il Mossad ne brucerebbe qualcuna da parte sua”.

Secondo l’autore, il sionismo non è un movimento coloniale interessato alla Palestina, perché “risiedere a Sion è soltanto una delle possibilità offerte dall’ideologia sionista”. E anche Israele è solo un mutevole territorio visto che non esiste un centro geografico del sionismo le cui decisioni si possono prendere a Gerusalemme, alla Knesset, nel Mossad o negli uffici di Wall Street. Si tratta piuttosto di un sistema che funziona in modo collettivo, a rete; così i palestinesi sono vittime non “soltanto” dell’occupazione israeliana, ma di una particolare identità politica globale.

Per cui gli ebrei di oggi hanno trasformato la Palestina in un “bunker” finalizzato al mantenimento della loro ‘ebraicitá’ supportati dagli eserciti occidentali, in particolare da quello statunitense.

Non c’è dunque un’umanità ebraica perché il giudaismo sorretto da precetti tribali manca di un’etica universale.
Atzmon in questo libro cita anche passi biblici che si possono applicare sia al furto del territorio palestinese nel 1948 sia al massacro di Gaza: “non c’è dubbio tra gli studiosi biblici che la Bibbia ebraica contenga suggerimenti tutt’altro che etici, alcuni dei quali sono in pratica incitamenti al genocidio”.

Formatosi alla Rubin Academy of Music di Gerusalemme, suona il sassofono, la fisarmonica e il pianoforte, il clarinetto e il flauto. Il suo stile jazzistico è principalmente bebop/hard bop, senza disdegnare il free jazz, data la sua straordinaria capacità di improvvisazione, in termini di velocità, energia e intensità, al punto di essere capace di suonare due sassofoni contemporaneamente. Il suo album Exile ha vinto un premio dalla BBC come miglior album jazz nel 2003.


Gilad Atzmon è anche noto in qualità di scrittore. I suoi due romanzi più noti sono Guide to the Perplexed (2001) e My One and Only Love (2005), entrambi in esplorazione del campo della psicologia per quanto riguarda l’ebraismo e il sionismo. Gilad è de facto un ex-israeliano, la cui forte e coraggiosa critica contro la propaganda della Israeli lobby nel mondo e contro i falsi anti-sionisti, ben mascherati da pro-palestinesi, lo ha reso bersaglio di accuse gravi e ingiuste. Paradossalmente, ma neanche troppo, tali accuse provengono anche da alcuni noti personaggi palestinesi, a sottolineare come la servitù verso l’oppressore non è solo un fatto politico, economico e militare, ma anche culturale e psicologico.

Già acclamato ospite di RadioLondra in uno strepitoso concerto a Maison Musique del dicembre 2009, e in un entusiasmante bis al FolkClub nel gennaio 2012 al fianco della fascinosa e travolgente Sarah Gillespie, Gilad approfittò del suo invito al Salone del Libro di Torino per presentare l’edizione italiana del suo libro The wandering Who? (L’errante chi?) per tornare al FolkClub.


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Commuove e avvince il percorso descritto da Gilad Atzmon da nazionalista israeliano intransigente a patriota dell’umanità, liberato dal sionismo e appassionato sostenitore della giustizia per il popolo palestinese. È la storia di una trasformazione raccontata con onestà e coraggio che tutti coloro (e specialmente gli ebrei) che hanno a cuore una pace vera, quanto la loro stessa identità, dovrebbero non solo leggere ma farne materia di riflessione e di ampia discussione.”
(Richard Falk, Professore emerito di Diritto internazionale alla Princeton University, autore di oltre venti volumi, relatore speciale alle Nazioni Unite per i Territori occupati palestinesi)


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Gilad Atzmon ha scritto un libro affascinante e provocatorio sull’identità ebraica nel mondo moderno. Atzmon mostra come l’assimilazione e il liberalismo abbiano reso sempre più problematico, per gli ebrei della diaspora, conservare un forte senso della loro “ebraicità”. I leader ebraici in preda al panico, dice, si sono volti al sionismo (ovvero cieca lealtà verso Israele) e hanno diffuso la paura (la minaccia di un altro Olocausto) per tenere la tribù unita e distinta dai goy che la circondano. Come dimostra il caso stesso di Atzmon, è una strategia che non funziona e che sta provocando grande ansia e inquietudine a molti ebrei. The wandering Who? dovrebbe essere letto da un vasto pubblico di ebrei e anche di non ebrei.”
(
John J. Mearsheimer, professore illustre di Scienze politiche alla Chicago University)


“…Atzmon è un musicista stupefacente!” (John Lewis, Metro )


“…tra i migliori musicisti contemporanei viventi.” (Robert Wyatt, The Guardian )



*Gilad Atzmon è un sassofonista e compositore di fama internazionale. Nato in Israele vive e lavora a Londra.











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