IL DECLINO DELL'OCCIDENTE
21 maggio 2024

LA GUERRA IN UCRAINA È COLPA DI USA E NATO: NOI, COME IN IRAQ, VITTIME DI FALSE PREMESSE
PUTIN NON È IL NUOVO HITLER O STALIN. HA REAGITO ALLA MINACCIA DEGLI USA

INTERVISTA CON BENJAMIN ABELOW



Specialista in Storia moderna europea, formatosi alla University of Pennsylvania (e anche medico, formatosi alla Yale School of Medicine), Benjamin Abelow è autore di «How the West Brought War to Ukraine: Understanding How U.S. and NATO Policies Led to Crisis, War, and the Risk of Nuclear Catastrophe», un best-seller, tradotto in 7 lingue – compreso l’italiano, col titolo «Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina» (Fazi editore, 2023). È un libro molto breve, e dovrebbe leggerlo chiunque ha voglia di ascoltare l’altra campana delle cose.  Il saggio ha già ricevuto gli apprezzamenti pubblici di molti esperti, tra cui Jack Matlock, ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica, John Mearsheimer e Richard Sakwa, professori di Scienze politiche alle Università di Chicago e del Kent.


Dr. Abelow, lei afferma che la guerra in Ucraina è colpa degli Stati Uniti e della NATO. Ma l'aggressore è Putin, no?


«Se si fa cominciare la Storia dal giorno dell'invasione, ovviamente Putin sembra essere la fonte del problema. Ma la storia non è iniziata il giorno dell'invasione. I nostri governi e i media ci dicono che Vladimir Putin è un nuovo Hitler, o un nuovo Zar o un nuovo Stalin, che è entrato in guerra per distruggere l'Ucraina e invadere altri Paesi. Non c'è alcuna prova a sostegno di questa tesi. Anzi, le prove sono completamente opposte».


Allora perché Putin ha invaso l’Ucraina?


«Il più importante fattore è stato il tentativo degli USA di far entrare l'Ucraina nella NATO, cosa che la Russia percepisce come una minaccia inaccettabile. Non è una novità: già nel 1997, cinquanta tra i più importanti esperti di politica estera degli Stati Uniti inviarono una lettera pubblica al Presidente Bill Clinton che lo avvertiva che l'espansione della NATO sarebbe stata un errore di politica estera di “proporzioni storiche”. E nel 2007 o all'inizio del 2008 – non conosciamo la data esatta – il Consiglio di intelligence nazionale americano ha concluso che tentativi di far entrare l'Ucraina nella NATO, avrebbero potuto indurre la Russia ad annettere la Crimea, e invadere l'Ucraina. Non si può prevedere il futuro meglio di così».


Ma le risoluzioni della NATO richiedono l'unanimità: qual è stato il ruolo dei leader europei?


«I leader dell'Europa occidentale all’inizio non concordavano con l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Quando il Presidente Bush inviò il Segretario di Stato Condoleezza Rice a Bucarest per cercare di convincerli, la loro opposizione fu così forte che la Rice si mise a piangere. Davvero, si mise a piangere. Alla fine, però, le pressioni americane prevalsero e i leader europei approvarono una risoluzione favorevole.

Come ha ben detto lei, le risoluzioni NATO richiedono unanimità e ogni singolo leader nazionale avrebbe potuto bloccare la risoluzione, ma questi leader europei non hanno la forza, la fibra morale e l'integrità necessarie per distinguersi dal gruppo e dire “no”».


Non è che Putin sia paranoico?


«Decida lei. Nel 2020 e 2021, in Estonia, la NATO ha effettuato esercitazioni missilistiche a fuoco vivo utilizzando 48 missili balistici con una gittata di 300 km. I missili sono stati lanciati a soli 110 km dal confine con la Russia. Ciò significa che i missili potevano colpire fino 190 km dentro il territorio russo. I missili non sono entrati nello spazio aereo russo. Ma avrebbero potuto farlo. Ora, la NATO non stava realmente pianificando un attacco alla Russia. E questa fu solo una delle tante esercitazioni militari vicino il confine con la Russia. Ma come fanno i russi a sapere che l'Occidente non stava effettivamente progettando di attaccare la Russia? Dovrebbero fidarsi della nostra parola? Ci fideremmo della loro parola su queste cose?».


Qual è la risposta?


«Immagini uno scenario in cui il Canada sia alleato della Russia e che inizi a lanciare missili per esercitarsi a distruggere obiettivi di difesa aerea in America. Come pensate che reagirebbero gli Stati Uniti? Chiederebbero la fine di tutte le esercitazioni e l'immediata rimozione dei missili. Putin ha reagito proprio come avrebbero fatto gli Stati Uniti».


Ma Putin sta combattendo da due anni, e ha conquistato il 20% del territorio ucraino. Come si fa a dire che non stava cercando di conquistare l'Ucraina?


«Non tutti sanno che entro 24 ore dall'inizio dell'invasione, lo staff di Putin contattava l'ufficio di Zelensky offrendo l’interruzione delle ostilità in cambio della dichiarazione ucraina di neutralità. Questo è ciò che accadeva il primo giorno di ciò che Putin ha chiamato “Operazione militare speciale”. Non fu un tentativo di conquista, ma un tentativo di “diplomazia coercitiva”, iniziato mesi prima quando assembrava le truppe al confine con l'Ucraina. Putin stava cercando di costringere l'Ucraina ad accettare ciò che aveva cercato senza successo almeno dal 2007. Putin c’era quasi riuscito: Zelensky voleva discutere la sua offerta. Ma sembra che gli Stati Uniti abbiano interferito. La stessa cosa è accaduta il mese successivo: tra marzo e aprile del 2022 si sono svolti negoziati completi tra Russia e Ucraina, a Istanbul, in Turchia. L'ex primo ministro israeliano Naftali Bennet, che aveva contribuito a far nascere il processo di pace, ha dichiarato che un documento di lavoro per la pace era passato attraverso 17 o 18 bozze e probabilmente sarebbe culminato in un accordo. Ma proprio in quel momento, il primo ministro britannico Boris Johnson si è presentato in Ucraina da Zelensky, dicendogli: “Voi potete anche essere pronti per la pace, ma noi, l'Occidente collettivo, non lo siamo”». 


Difficile pensare che Johnson avrebbe fatto una cosa del genere senza la piena approvazione del presidente Biden.


«Già. In America, sempre più persone si stanno rendendo conto che questo fiasco ucraino è stato altrettanto inutile, stupido e colpa dell'Occidente quanto la guerra in Iraq. Come l'Iraq, questa guerra viene sostenuta sulla base di false premesse. In Europa, pensate di opporvi al nuovo Hitler. Quando vi sveglierete, vi renderete conto che è come fu in Iraq, basato su false premesse».


Perché Putin s’è mosso proprio nel febbraio 2022?


«Nella seconda metà del 2021 si verificarono tre importanti eventi, uno dopo l'altro. Innanzitutto, in luglio la NATO emetteva un comunicato ribadendo la decisione di far entrare l'Ucraina nell’Alleanza. Due mesi dopo, il Pentagono firmava un accordo con l'Ucraina ribadendone l’ingresso nella NATO e – cosa ancora più importante – con l’impegno di armarla e militarizzarla, e ciò indipendentemente da ciò che sarebbe accaduto con la NATO in senso formale. Infine, due mesi dopo ancora, il Dipartimento di Stato firmava un accordo di partenariato strategico con l'Ucraina confermando che l'Ucraina avrebbe aderito alla NATO. A sua volta, Putin inviava richieste formali sia agli Stati Uniti che alla NATO per lasciare l’Ucraina fuori dalla NATO. Ma sia gli Stati Uniti che la NATO respinsero la richiesta in modo assoluto, non ne vollero nemmeno discuterne, sostenendo che un avamposto militarizzato guidato dagli Stati Uniti e al confine con la Russia non era affare della Russia».


I leader occidentali non sarebbero d'accordo con la sua prospettiva. Come lo spiega? Anzi, probabilmente direbbero che lei è un agente del Cremlino.


«I responsabili politici che hanno spinto senza sosta per l'espansione della NATO hanno causato questo disastro. Queste persone non si assumono quasi mai la responsabilità. Cercano altri da incolpare. Ci vorrebbe una notevole dose di onestà da parte di un leader che dica: “Abbiamo commesso un terribile errore”. Pochissime persone hanno la capacità psicologica di riconoscere un terribile errore anche a sé stesse, tanto meno in pubblico. E così cercano di salvare la faccia: dicono che il loro piano era buono, così buono che dovremmo continuare a portarlo avanti; dicono che chi dice che il re è nudo è un agente del Cremlino. A questo si aggiunge il pessimo ruolo giocato dalla stampa: invece di agire in modo indipendente e di adempiere alla propria responsabilità sociale, i nostri media sono diventati asserviti ai nostri governi, e funzionano in gran parte come un'ala propagandistica dello Stato».


Franco Battaglia


Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 21 maggio 2024








...







.
.
Informativa
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso.
Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti.
Si possono conoscere i dettagli, consultando la nostra privacy seguendo il link di seguito.
Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie.
In caso contrario è possibile abbandonare il sito.
Altre informazioni

Ok entra nel sito