IL DECLINO DELL'OCCIDENTE
28 aprile 2024 I RUSSI CI AVEVANO AVVERTITO DUE ANNI FA SU COME SAREBBERO ANDATE LE COSE Sergey Karaganov, consigliere di Putin fu intervistato da Federico Fubini più di 2 anni fa per il Corriere della Sera, l’8 aprile 2022. Il professor Karaganov mise in guardia gli europei che sarebbero stati distrutti grazie alla politica di sottomissione ai voleri degli USA. I suoi consigli/avvertimenti sono stati ignorati ma quello che disse nell’intervista si è perfettamente avverato. L’idiozia della dirigenza europea ci ha portato sempre più vicini allo scoppio di una terza guerra mondiale. Ovviamente Fubini da scrivano per conto dell’oligarchia occidentale definiva Putin un dittatore. I giornalisti italiani hanno anche detto che la Russia era alla canna del gas mentre nella realtà siamo stati noi europei a subire una depressione economica che ha portato ad un taglio dei fondi alla sanità per oltre 40 miliardi di euro mentre continuiamo ad inviare soldi e armi a Zelensky. I pennivendoli italiani hanno scritto le più efferate menzogne, da Putin che era quasi morto per chissà quanti tumori avesse, fino al fatto che le truppe russe erano senza armi e smontavano le lavatrici delle casalinghe per far funzionare i loro missili. Idiozie che possono scaturire solo da menti fantasiose, lontane dalla realtà, eppure costoro sono esaltati pubblicamente e fanno pure le campagne contro le fake news!!! ***
Il
Consigliere
di Putin, Karaganov: «Questa è una guerra all’Occidente.
Potrebbero essere colpiti obiettivi in Europa»
Putin ha detto che l’obiettivo di impedire l’ingresso dell’Ucraina nella Nato giustificava l’intervento. Ma per l’adesione di Kiev nel migliore dei casi sarebbero occorsi molti, molti anni. Come può spiegare l’attacco su basi del genere?
Karaganov:
«Putin
ha detto che se l’Ucraina fosse entrata Nato, non ci sarebbe più
stata l’Ucraina. Nel 2008 c’era un piano di rapida adesione. Fu
bloccato dai nostri sforzi e da quelli di Germania e Francia, ma da
allora l’Ucraina è stata integrata nella Nato. È stata riempita
di armi e le sue truppe sono state addestrate dalla Nato, il loro
esercito è diventato sempre più forte. Abbiamo assistito a un
rapido aumento del sentimento neonazista in quel Paese. L’Ucraina
stava diventando come la Germania intorno al 1936-‘37. La guerra
era inevitabile, erano una punta di diamante della Nato. Abbiamo
preso una decisione molto difficile: colpire per primi, prima che la
minaccia diventasse ancora più letale». Ma c’era tempo per negoziare.
Karaganov: «Dagli occidentali abbiamo avuto promesse di tutti i tipi in questi trent’anni. Ma ci hanno mentito o le hanno dimenticate».
Come può pensare che un piccolo Paese come l’Ucraina attacchi una superpotenza nucleare come la Russia? E che sia nazista, con un presidente ebreo?
Karaganov:
«L’Ucraina
è stata costruita dagli Stati Uniti e altri Paesi Nato come una
punta di diamante, forse di aggressione o almeno di pressione, per
avvicinare la macchina militare occidentale al cuore della Russia.
Vediamo ora quanto si fossero preparati alla guerra. E il nazismo non
riguarda solo l’essere contro gli ebrei. Nazismo è supremazia di
una nazione sull’altra. Nazismo è umiliazione delle altre
nazioni». I Paesi d’Europa centro-orientale hanno chiesto loro stessi di entrare nella Nato. E Mosca con il «Founding Treaty» sulle relazioni Russia-Nato nel 1997 ha accettato l’allargamento. Non trova?
Karaganov: «Fu il più grande errore nella politica estera della Russia negli ultimi 30 anni. Firmammo perché eravamo disperatamente poveri, al collasso. Ma io sono rimasto scioccato quando ho visto lo stupro della Serbia ad opera della Nato nel 1999. Poi una guerra atroce in Iraq condotta dalla maggior parte dei Paesi della Nato e un’altra aggressione in Libia, sempre da parte della Nato. Quindi non ci fidiamo delle parole. Sappiamo che l’articolo 5 della Nato, che afferma che un attacco a un Paese dell’Alleanza è un attacco a tutti, non funziona. Non c’è garanzia automatica che l’Alleanza intervenga in difesa di un membro sotto attacco. Ma questo allargamento è quello di un’alleanza aggressiva. È un cancro e noi volevamo fermare questa metastasi. Dobbiamo farlo, con un’operazione chirurgica».
Karaganov: «Non credo che avremo un cambiamento al potere in Russia, perché stiamo combattendo una guerra di sopravvivenza. È una guerra contro l’Occidente in cui la gente si raccoglie intorno al leader. E negli Stati Uniti nessuno ha pagato per la guerra in Iraq, quindi abbiamo i nostri dubbi sull’efficacia della democrazia».
Karaganov: «Sì, credemmo alle rassicurazioni. Poi abbiamo visto un’aggressione che devastava il Paese. Questo ci ha portato a una totale sfiducia verso l’Occidente».
L’intervento in Serbia nel 1999 fermò una guerra che ha fatto 13 mila morti, per la quale Slobodan Milosevic fu processato per crimini contro l’umanità.
Karaganov: «Le uccisioni di massa in Kosovo (contro i serbi, ndr) sono avvenuti dopo lo stupro della Serbia. Fu un’aggressione indicibile. E il processo a Milosevic è stato un triste e umiliante spettacolo di meschinità europea».
Era un tribunale dell’Onu, non dell’Unione europea.
Karaganov: «Non riconosciamo il diritto di quel tribunale».
Lei dice che la vera guerra ora è contro l’espansionismo occidentale. Che intende?
Karaganov:
«Vediamo
l’espansione occidentale in atto e la russofobia raggiungere
livelli come l’antisemitismo tra le due guerre. Quindi il conflitto
stava già diventando probabile. E abbiamo visto profonde divisioni e
problemi strutturali nelle società occidentali. Così il Cremlino ha
deciso di colpire per primo. Tra l’altro, questa operazione
militare sarà usata per ristrutturare l’élite e la società
russa. Diventerà una società più militante, basata sulla
nazionalità, spingendo fuori dalla classe dirigente gli elementi non
patriottici».
Karaganov:
«La
maggior parte delle istituzioni sono, secondo noi, unilaterali e
illegittime. Minacciano la Russia e l’Europa orientale. Noi
volevamo una pace giusta, ma l’avidità e la stupidità degli
americani e la miopia degli europei ci hanno rivelato che questi
attori non la vogliono. Dobbiamo correggere i loro errori».
Karaganov:
«No.
Ma a volte non ci piacciono le politiche della Ue, soprattutto se
diventano sempre più bellicose».
Karaganov:
«Purtroppo
diventa sempre più probabile. Gli americani e i loro partner della
Nato continuano a inviare armi all’Ucraina. Se va avanti così, gli
obiettivi in Europa potrebbero essere colpiti o lo saranno per
interrompere le linee di comunicazione. Allora la guerra potrebbe
vivere un’escalation. È sempre più plausibile. Penso i generali
americani la vedano come me».
Karaganov:
«E
se l’operazione su Kiev avesse lo scopo di distrarre le forze
ucraine dal teatro principale a sud e sud-est? Tra l’altro le
truppe russe sono state molto attente a non colpire obiettivi civili,
abbiamo usato solo il 30-35% delle armi. Se avessimo usato tutto, ciò
avrebbe portato alla distruzione delle città ucraine e a una
vittoria molto più rapida. Non abbiamo fatto bombardamenti a tappeto
come gli americani in Iraq. Lo sbocco probabilmente sarà un nuovo
trattato, forse con Zelensky ancora in carica. Comporterebbe la
creazione di un Paese nel sud e sud-est dell’Ucraina, amico della
Russia. Forse ci saranno due Ucraine. Ma ora è impossibile da
prevedere, siamo nella nebbia della guerra».
Karaganov:
«La
storia di Bucha è una messinscena, una provocazione».
Karaganov:
«È
una messinscena, al 99%. Ma c’è una guerra e i civili soffrono. Le
forze neonaziste hanno usato i civili come scudi umani, soprattutto a
Mariupol».
Karaganov:
«Li
abbiamo aperti. Sono stati bloccati dalle forze nazionaliste
ucraine».
Karaganov:
«La
coesione crollerà, a causa dei problemi dell’Occidente.
L’Occidente sta fallendo e perdendo la sua posizione nel mondo,
quindi ha bisogno di un nemico: per il momento siamo noi. Spero che
l’Europa non si suicidi scegliendo di perdere la sua indipendenza.
Spero che si riprenda da questa vertigine di odio».
Karaganov:
«Siamo
stati noi. Ora siamo sullo stesso terreno dell’Occidente.
L’Occidente ha scatenato diverse aggressioni. Ora siamo sullo
stesso terreno morale. Ora siamo uguali, stiamo facendo più o meno
come voi. Mi dispiace che abbiamo perso la nostra superiorità
morale, ma stiamo combattendo una guerra esistenziale».
Karaganov:
«Saremo
più integrati e più dipendenti dalla Cina. Ciò ha elementi
positivi, ma nel complesso saremo molto più dipendenti. Non ho molta
paura di diventare una pedina della Cina, perché la Russia ha uno
spirito di sovranità e siamo culturalmente diversi dai cinesi. Non
credo che la Cina possa o voglia superarci. Tuttavia non siamo
contenti, perché in realtà avrei preferito avere migliori relazioni
con l’Europa».
Karaganov:
«Vinceremo
noi, perché i russi vincono sempre. Ma nel frattempo perderemo
molto. Perderemo persone. Perderemo risorse e diventeremo poveri, per
il momento. Ma siamo pronti a sacrificare tutto ciò per costruire un
sistema internazionale più vitale. Vogliamo costruire un sistema
internazionale più giusto e sostenibile. Diverso da quello emerso
dopo il crollo dell’Unione Sovietica e che, a sua volta, ora sta
crollando. Ora ci stiamo tutti fondendo nel caos. Vorremmo costruire
la Fortezza Russia per difenderci da questo caos, anche se per questo
diventeremo più poveri. Purtroppo il caos potrebbe investire
l’Europa se l’Europa non agisce in base ai suoi interessi: quel
che sta facendo ora è suicida». Karaganov: «So che in certe circostanze, ufficialmente, gli Stati Uniti potrebbero usare armi nucleari per la difesa dell’Europa. C’è un 1% di possibilità che questo accada, quindi dobbiamo stare attenti. Ma se un presidente degli Stati Uniti prendesse una simile decisione, sarebbe un folle».
Quali
sono gli elementi per concordare almeno un vero cessate il fuoco in
Ucraina? Karaganov: «L’Ucraina deve diventare neutrale e completamente demilitarizzata: niente armi pesanti, qualsiasi parte dell’Ucraina rimanga. Ciò dovrebbe essere garantito da potenze esterne, compresa la Russia, e nessuna esercitazione militare dovrebbe aver luogo nel paese se uno dei garanti è contrario. L’Ucraina dovrebbe essere un cuscinetto pacifico».
L’Ucraina deve potersi difendere o non sarà più un Paese sovrano.
Appartengono
alla Nato... Karaganov: «Hanno risparmiato sulla sicurezza. Si sono messi in questa posizione scomoda e l’Europa non è considerata più un attore serio. La Svizzera e l’Austria sono neutrali, ma sono al sicuro. Anche l’Ucraina può esserlo».
Capisce
che con ciò che lei dice, in
Italia si vorrà spendere di più nella difesa? Karaganov: «Siete i benvenuti. Uno dei gravi errori degli europei è che non hanno investito in sicurezza, con il loro ideale di pace eterna. Le nazioni europee dovrebbero potersi difendere, perché ci sono minacce reali che vengono da Sud e il mondo sta diventando pericoloso. La questione è piuttosto contro chi l’Italia si vorrebbe armare. Contro la Russia? Beh, sarebbe una follia. Ma avete bisogno di una forza militare più robusta. Se dipendete dall’America, allora state svendendo la vostra sicurezza perché gli americani hanno i loro interessi».
L’Europa
va verso il divorzio dall’energia russa: prima il carbone, poi il
petrolio e infine il gas. Ve lo aspettavate? Karaganov: «Spero che non vi suicidiate. Naturalmente ciò danneggerebbe anche la Russia, ma l’Europa minerebbe la propria economia e la sua situazione sociale. Se non volete il nostro carbone, lo venderemo altrove. Se non volete il nostro petrolio, dopo un po’ di tempo e qualche sofferenza, lo venderemo altrove. E se non volete il gas, be’, be’, dopo qualche sofferenza alla fine potremo ridirigerlo altrove. I russi sostengono Putin all’81%, la gente è pronta per un periodo duro».
L’Italia
e l’Europa possono fare qualcosa per mediare un accordo? Karaganov: «Non è facile. Ma potrebbero cercare di fermare la russofobia, questa satanizzazione della Russia simile all’antisemitismo dei secoli passati, che rischia di portarci a un confronto peggio di quello attuale. La cultura russa viene rimossa in Europa da una nuova cancel culture».
... |