Questo è un articolo
del giornalista Max Del Papa che ha fatto il vaccino ma ne è pentito
perché, come racconta lui stesso in un’intervista che si può
leggere a questo link VEDI
QUI, dopo l'iniezione del siero ha sviluppato un Linfoma.
***
da Il Giornale d'Italia
di Max Del Papa
Intanto,
dal Canada l'ennesima conferma: lo studio del medico e docente
canadese Michael Palmer porta nuovi, pesantissimi elementi di prova a
suffragare l'ipotesi della proteina spike quale elemento scatenante
dei cosiddetti turbocancri. Ciò che qualcuno già diceva...
La
Royal Family britannica è stata tre anni fa la più esposta, più
militante sui vaccini anticovid e la Royal
Family è
oggi per metà divorata dal cancro. Ce l’ha, pare alla vescica, il
re con le orecchie, Carlo
III,
entrato in clinica per una cosa, uscito con un’altra (come chi
scrive, modestamente); ce l’ha la principessa Kate,
cui anche se non lo dicono è stato asportato l’utero senza perdere
un giorno dalla scoperta; e ce l’ha la duchessa di York, Sarah
Ferguson,
che si è scoperta un melanoma maligno poco dopo avere sconfitto un
tumore al seno: e qui la scansione degli eventi è tipica di
tantissimi sierati con il vaccino Covid: primo cancro guarito,
multiple dosi di vaccino, insorgenza del melanoma maligno. Ma saranno
sicuramente coincidenze. Anche quella di Carl
Weathers,
il muscolare Apollo Creed di Rocky, morto “serenamente nel sonno”
a 76 anni dopo una vita da sportivo salutista: altra fatalità,
coincidenza esoterica, pure lui era stato un entusiasta dell’antidoto
griffato Pfizer o Moderna. Oggi registriamo inoltre lo strano caso di
Martina
Colombari,
nemmeno cinquantenne donna di spettacolo ripresa per i capelli per un
accidente addominale improvviso. “Niente paura, solo una
peritonite”. Una peritonite?
Ma
certo, cose che possono capitare, che “sono sempre capitare”. Sì,
ma non così spesso ed è curioso che i fanatici delle statistiche,
delle nude cifre, dei fatti senza coloranti né conservanti, in
questo caso tirino via sulla recente “l’epidemia di tumori” di
cui parla persino l’Istituto Superiore della Sanità, senza
scendere in dettagli: epidemia emersa giusto da un paio d’anni, in
concomitanza con i picchi vaccinali. Come ebbero a profetizzare
medici di seconda fascia, concediamolo, come Luc Montagnier, premio
Nobel, ma giubilato come “rincoglionito” da uno che il Nobel non
l’ha ancora preso, ma certo ne sa più tutti gli insigniti della
Medicina messi insieme, la virustar Matteo
Bassetti,
quello di vavava, vavava, vaccinatevi. Eppure le voci malevole
insistono e, a dar loro retta, il sospetto appare sempre meno tale e
sempre più una certezza, una prova raggiunta: la proteina Spike dei
vaccini a mRNA contro il Covid-19 svilupperebbe una azione
cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla
metastasi del cancro. Come? Sintetizzando proteine “inaspettate”
che vanno a colpire dove trovano una latenza patologica. In altre
parole, i turbo-cancri, di cui tanto si parla, nei pazienti che hanno
ricevuto vaccini a mRNA vengono ipotizzati tramite “l’assorbimento
di tali vaccini da parte dei macrofagi e delle cellule dendritiche”.
Così un nuovo allarme, l’ennesimo, questa volta proveniente dal
Canada dove un dottor Michael Palmer, medico e docente universitario,
ha pubblicato un articolo
sulla
rivista Doctors
for COVID Ethics.
Palmer si unisce ad un numero in costante aumento di oncologi clinici
e patologi i quali segnalano casi di tumori solidi, linfomi e
leucemie che si distinguono per la loro crescita insolitamente
rapida, nonché per la progressione verso metastasi sistemiche. Della
correlazione vaccini a mRNA-turbocancro (e tumori maligni in genere)
si dice certo anche Micheal Palmer, il quale riporta alla teoria (del
2012, quindi in larga visione di anticipo) del ricercatore oncologico
del Boston College, Thomas
Seyfried,
espressa nel lavoro Il cancro come malattia metabolica. Secondo
questo studio, le metastasi insorgono “se le cellule di un tumore
che finora è stato solo localmente invasivo si fondono con i
macrofagi o le cellule dendritiche”.
È
precisamente il caso dei vaccini a mRNA, che l’Unione Europea,
tramite la solita grancassa di pseudi o divulgatori, giornalisti
prezzolati, virologi a tariffa, tanto sta spingendo per le forme
maligne attuali e future (del doman non v’è certezza, ma
l’oncologia è ormai astrologia, l’oroscopo del cancro). Dunque,
le cellule dell’organismo umano che sono “attaccate”, e
assorbono la famigerata proteina Spike, interferirebbero con gli
antigeni tumorali. A beneficio degli esperti, o cultori: “Una delle
funzioni biologiche della proteina Spike del SARS-CoV-2 è, infatti,
quella di determinare la fusione tra l’involucro virale e la
membrana (citoplasmatica o endosomica) della cellula bersaglio”.
Vulgo: se la proteina Spike si fonde con una cellula infetta, se ne
può originare la con quelle vicine. Tali “cellule giganti” sono
dette anche “sincizi”; se il termine, a spanne, non vi è nuovo,
avete ragione, specialmente ritrovandovi freschi genitori di bambini
giovanissimi: da un paio di anni a questa parte, infatti, e sempre
occhio alle sincronicità, si riscontra nei bambini da 0 a 3 anni un
abnorme, e preoccupante numero di casi di virus respiratorio
sinciziale, come testimoniato tra gli altri da Fabio Midulla,
responsabile del reparto di Pediatria Policlinico Umberto I di Roma,
e da Giuseppe Banderali, il direttore della Neonatologia e Pediatria
dell’Ospedale San Paolo di Milano. Tornando al turbo-cancro, alcuni
tumori locali, piccoli e non ancora rilevati, saranno effettivamente
“turbo-caricati” dalla fusione con un macrofago innescato dal
vaccino, spiega ancora Michael Palmer il quale, non pago, aggiunge
che la proteina Spike è stata rilevata dall’immunoistochimica
anche nei linfociti, e nel loro caso la concomitante lesione
mitocondriale “potrebbe già essere sufficiente a trasformarli in
linfomi maligni”. Infine, si rileva come i “turbo-cancri”
mostrino una risposta molto scarsa alla chemioterapia convenzionale
del cancro citotossico, insomma sono resistenti alle cure, sono
maledettamente resilienti di loro. La teoria di Palmer, dunque, è
tecnicamente definita “Carcinogenesi per danno al metabolismo
mitocondriale e metastasi per fusione dei macrofagi”. Lo stesso di
quanto sostenuto sin dal 2020 da colleghi come Mariano Bizzarri,
Andrea Stramezzi, Angus Dalgleish, Marco Cosentino; quanto
all’inventore della tecnologia mRNA, Robert Malone, è arrivato a
sconfessarne l’uso per i vaccini antiCovid, dei quali è diventato
un nemico acerrimo.
Ma,
probabilmente, tutti questi dilettanti si ingannano. E ci ingannano;
ne sanno di più Ursula Von Der Leyen (che si è appena rimangiata la
normativa sui pesticidi, sentendo già il rombo dei trattori,
preoccupata non più di salvare il pianeta ma semplicemente il suo
culo sulla poltrona della Commissione Europea), Roberto Speranza,
Roberto Burioni, e con loro Draghi, Conte, Mattarella, per non dire
di Alessandro Gassman, Mario Tozzi, Selvaggia Lucarelli, Andrea
Scanzi, David Parenzo. La vera scienza, la gaia scienza riposa nella
loro coscienza e con loro noi siamo in buone mani, poi, che sarà
mai, un turbocancro, o almeno un linfoma, sarà capitato anche a voi,
per parafrasare la canzonetta.
Oggi
intanto salutiamo la trentacinquenne Carlotta Dessì, giornalista di
Mediaset portata via da qualcosa in meno di sei mesi. Qualcosa che si
intuisce ma non viene spiegato. Ha sperato. Ha combattuto. Ha subito.
Ha raccontato. Non ce l’ha fatta Carlotta. Sei mesi. Più
turbocancro di così.
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/salute/576036/mezza-famiglia-reale-inglese-ha-il-cancro-erano-tutti-forsennatamente-provax-ma-non-preoccupatevi-e-solo-una-coincidenza.html