Ambientalismo
19 gennaio 2024

L'UNIONE EUROPEA BUTTA 300 MILIARDI L'ANNO PER 3 DECIMI DI GRADO IN MENO

TEMPERATURA MEDIA GLOBALE (2-fine).


Nel precedente articolo abbiamo visto che di un insieme di dati (per esempio l’insieme delle temperature registrate in vari luoghi del pianeta e in vari momenti temporali) non esiste una sola media. Non solo, ma le diverse medie calcolabili forniscono giudizi contraddittori in ordine al clima, che riscalda o rinfresca a seconda della media usata. Questo significa che dire che il pianeta è oggi più caldo di ieri equivale ad attribuirgli una proprietà che esso non ha: la presunta proprietà attiene solo alla particolare scelta che si è fatta per calcolare la media dei dati. Per esempio, se le temperature a Potenza e a Matera ieri erano (non interessa in questo contesto dire le unità, e non le specifichiamo) 10 e 90 e oggi sono 50 e 50, sono le medie aritmetiche di queste due coppie di numeri ad essere le stesse, e non è lecito dire che il clima della Basilicata oggi è lo stesso di ieri. Da altre medie si evincerebbero deduzioni diverse, anche opposte: per esempio, usando le “medie armoniche” si concluderebbe che la Basilicata è oggi più calda di ieri; invece usando le “radici quartiche medie” si concluderebbe che la Basilicata è oggi più fresca di ieri.


Per farla breve, non solo le varie medie non rappresentano alcuna temperatura, ma anche non forniscono alcuna informazione sulla dinamica climatica, che è governata, piuttosto, dagli scompensi (tecnicamente si chiamano gradienti) di temperatura. Per esempio, c’è da attendersi una dinamica climatica ben più attiva tra Potenza e Matera se le temperature delle due città sono 10 e 90 (elevato gradiente) anziché 50 e 50 (gradiente nullo), e questo sebbene dalle medie aritmetiche di questi valori (in entrambi i casi pari a 50) diremmo che non vi sarebbe alcun cambiamento climatico. Per pura carità taccio del fatto che il clima è governato da una pletora di altri parametri, mentre la leggenda metropolitana lo vuole governato da un solo parametro: le emissioni antropiche di CO2.


La temperatura è una grandezza termodinamica con una definizione complicata per i non addetti (semplicissima per gli addetti: ma, d’altra parte, cos’è il facile se non il difficile che si è capito?), e quindi non sto a tediarvi con questa cosa. Ma un’altra cosa possiamo capirla: la temperatura è una grandezza intensiva (in opposizione alle grandezze estensive). Anche la distinzione tra grandezza estensiva e intensiva ha i suoi tecnicismi che vi risparmio, ma possiamo intuitivamente capirla. Se un bicchiere d’acqua ha massa 90, mezzo bicchiere di quell’acqua ha massa 45: la massa è una quantità estensiva. Invece, se un bicchiere d’acqua ha temperatura 90, la temperatura di mezzo bicchiere di quell’acqua è 90 (e non 45): la temperatura è intensiva. 


Allora, se due sistemi hanno temperatura uno 10 e l’altro 90, non solo la temperatura dell’intero sistema non è certamente 100, ma per ciò stesso non ha alcun senso calcolarne la media – qualunque media. O meglio, nessuno vieta di eseguire il calcolo: per esempio, il risultato della media aritmetica è 50, ma che ci facciamo con questo numero? Esso non rappresenta neanche la temperatura finale d’equilibrio quando i due sistemi son messi a contatto. Il contatto termico tra i due sistemi non li porta necessariamente ad una temperatura d’equilibrio finale di 50. Anzi, in generale non è 50, ma potrebbe essere qualunque numero compreso fra 10 e 90. Per esempio, se durante il contatto i due sistemi, pur identici, compiono lavoro reversibile (scusate il tecnicismo), la temperatura finale risulta essere non la media aritmetica, ma un’altra media ancora: la media geometrica (che tra i numeri 10 e 90 dell’esempio, vale 30).


Quale media usare dipende dalla fisica del problema, come si vede. Anzi, visto che l’effetto serra (che è la cosa che qui presumibilmente preoccupa) dipende dall’irradianza terrestre, e che questa risulta essere proporzionale alla quarta potenza della temperatura, si potrebbe essere indotti a usare una media calcolata non sulle temperature registrate, ma sulle loro quarte potenze. Il fatto è che in ordine alla questione climatica – che troppo sonno sta facendo perdere a troppa gente – la fisica non dà alcun suggerimento su quale dovrebbe essere la media più appropriata da usare, né chi usa la media aritmetica ci dice perché lo fa.


C’è lì fuori un sacco di gente che sta sprecando il proprio tempo (e i nostri soldi) tenendosi occupata con cose prive di alcuna connessione con la realtà. Dispongono di milioni di dati, molti dei quali noti con una precisione che, se è vero, non va oltre la prima cifra decimale (si pensi alle temperature stimate dallo spessore degli anelli degli alberi), e producono da essi numeri senza senso, per di più dichiarandoli spesso con precisione alla seconda cifra decimale, cioè con precisione maggiore di quella dei dati di partenza. Spacciano i loro numeri per scienza, e ne ottengono la pubblicazione grazie alla compiacenza di loro pari. Costituiscono, tutti costoro, una specie di società di mutua ammirazione autoreferenziale alimentata da coloro che sfruttano codesta pseudoscienza per arricchirsi a nostre spese, facendoci precipitare nel baratro di una transizione energetica tanto improbabile quanto indesiderabile.


Mi date del catastrofista/complottista? Giudicate voi. Gli accordi di Parigi prevedono che si mantenga al di sotto di 1.5 celsius l’aumento di temperatura media globale rispetto al valore che questa aveva all’inizio del secolo scorso. Per raggiungere questo obiettivo, chi sta governando la Ue sta facendo spendere 300 miliardi l’anno delle nostre tasse da qui al 2030. Della futilità del concetto di temperatura media globale e della precisione con cui è noto il suo valore all’inizio del secolo scorso abbiamo scritto finora. La disarmante, se non grottesca, notizia di conclusione è che la temperatura media globale (pur priva di significato) è oggi già 1.2 gradi superiore a quella dell’inizio del secolo scorso. Trecento miliardi l’anno da qui al 2030 sono impegnati affinché una grandezza senza senso attribuita all’intero pianeta si mantenga al di sotto di 3 decimi dal valore 1.2. Ma 3 decimi di grado sono l’aumento di temperatura del vostro frigo se solo v’attentate ad aprire lo sportello. 


(2–fine)


Franco Battaglia








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