Discorso
del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey
Lavrov al 21° Forum di Doha, 10 dicembre 2023
12
dicembre 2023 da Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica
Italiana
Signore
e signori,
grazie
per l’invito.
Oggi
avevo in programma di partecipare in presenza, ma la vita è piena di
imprevisti. Vi ringrazio per la comprensione.
Non
ho avuto la possibilità di ascoltare le precedenti discussioni.
Suppongo che abbiate parlato del mondo multipolare, che ha iniziato a
prendere forma dopo i 500 anni di dominio da parte di coloro che
chiamiamo “Occidente collettivo”. Il loro dominio aveva alla base
una storia complessa, che ha visto lo sfruttamento spietato dei
popoli e dei territori di altri Paesi. In ogni caso, nel corso di
questi 500 anni gli Stati Uniti e i loro alleati hanno costruito un
modello di globalizzazione che, a loro modo di vedere, sarebbe stato
loro d’aiuto per poter rimanere i “numeri uno” nell’economia,
nel campo militare, nella cultura, nella politica, e così via.
Credevano che avrebbero potuto servirsi di tale modello per mantenere
il loro dominio.
E
tuttavia gli altri Paesi, utilizzando proprio i principi e gli
strumenti della globalizzazione occidentale, sono riusciti a battere
l’Occidente sul suo stesso terreno, costruendo la loro economia
sulla base della sovranità nazionale e di un equilibrio tra i loro
interessi e quelli degli altri Paesi. Nel corso di questo processo
sono
cominciati
ad emergere nuovi centri di crescita economica e nuovi poli di
influenza finanziaria e politica. Tale processo, come vediamo, sta
avanzando a gran velocità. Sta chiaramente modificando gli equilibri
di potere a livello globale, e non certo a favore dell’Occidente.
Al
fine di stroncare tali sviluppi e di schiacciare qualunque tipo di
dissenso, i nostri “colleghi” occidentali hanno deciso di
rinunciare a tutti quei principi propri della globalizzazione che
loro per decenni hanno “venduto” a chiunque (inclusi quelli del
libero mercato, della concorrenza leale, dell’inviolabilità della
proprietà privata e della presunzione d’innocenza). Tutto questo è
stato sacrificato in nome di un “ordine mondiale basato sulle
regole”. Tali “regole” non sono mai state rese pubbliche,
nessuno ne hai mai parlato apertamente. Sono regole che vengono
applicate a seconda di ciò che serve all’Occidente in un
determinato momento della storia contemporanea.
Ciò
lo si può notare molto bene nei vari conflitti che l’Occidente ha
fomentato un po’ in tutto il mondo. L’Occidente fa tutto
nell’ottica di poter preservare la propria influenza ed egemonia:
l’ingerenza negli affari interni degli altri Paesi, le sanzioni che
contravvengono a ogni principio di concorrenza leale, il
rovesciamento dei regimi e gli interventi militari diretti, come
quelli a cui abbiamo assistito in Jugoslavia, in Iraq, in Libia, in
Siria e in altri Paesi. Nel prendere in analisi tutti questi
avvenimenti, verrebbe da porsi una domanda: esiste anche un solo
luogo tra quelli che gli Stati Uniti hanno invaso militarmente, nel
quale le condizioni di vita sono migliorate? Credo che la risposta la
conosciate. La distruzione della sovranità, le perdite umane e le
dubbie prospettive future sono elementi evidenti quando si tratta di
quei Paesi, nelle cui sorti si sono immischiati gli americani e la
NATO.
Ritengo
che dovremmo accettare il corso oggettivo della storia, che
rispecchia l’evoluzione di un mondo multipolare. Si dovrebbe
prendere atto dell’esistenza di nuove organizzazioni, assetti e
formazioni, quali i BRICS, l’Organizzazione per la Cooperazione di
Shanghai, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico,
l’Unione Africana, la Comunità di Stati Latinoamericani e dei
Caraibi e molte altre organizzazioni subregionali presenti in Africa
e in America Latina, perché queste organizzazioni saranno i
“tasselli” del nuovo mondo policentrico. È necessario
riconoscere che tutto questo fa parte del corso oggettivo della
storia, che come tale va rispettato. Se analizziamo la diplomazia
occidentale moderna, vediamo che elementi come il rispetto vengono a
mancare. Sarà l’Occidente a dover trarre le sue conclusioni.