Ambientalismo
20 settembre 2023

Su 700 milioni di poveri 600 vivono in Africa. Ma mentre Mosca fornisce reattori nucleari, l'Occidente offre aiuti per inutili impianti fotovoltaici
Spingere sulle rinnovabili il continente nero significa lasciare i poveri senza luce


La mia modesta impressione è che oggigiorno il mondo occidentale sia governato da forze del male. Non capisco se sono ingenuo perché la cosa è sempre occorsa o se ci sono stati momenti felici quando chi governava ha avuto un po’ più a cuore i più deboli, non foss’altro per l’opportunistico motivo che se le pene dei più deboli sono alleviate anche i più fortunati riescono a mantenere la loro fortuna. Non dovrebbe essere difficile capire la cosa, ma a quanto pare – sicuramente oggigiorno – gli sprovveduti al potere non mancano. Una simile situazione occorse nella Francia di Luigi XVI che, fossero stati meno sprovveduti – lui e la sua corte – non si sarebbero fatti decollare. Oggi c’è una differenza, però: di tutta evidenza, più alta è la carica di chi governa le cose del mondo, maggiore sembra essere la libertà di dire e fare corbellerie con la garanzia di restare non dico impuniti ma anche solo non contraddetti. Casi di scuola sono l’emergenza climatica e la transizione energetica.

Cosa c’entrano le forze del male – chiederete. Il fatto è che quasi il 10% della popolazione mondiale – oltre 700 milioni di persone – non ha accesso all’elettricità. Di questi, 600 milioni stanno in Africa (circostanza che forse aiuta a mettere nella giusta prospettiva il fenomeno migranti). Spero sia superfluo sottolineare l’importanza dell’elettricità. Per esempio, ce ne vuole molta, ma proprio tanta, per desalinizzare con osmosi inversa l’acqua di mare, cosa che risolverebbe in un colpo i problemi di siccità, di irrigazione delle coltivazioni e, alla fine, di cibo. La Russia ha recentemente siglato accordi col Marocco per fornire a questo sfortunato Paese reattori nucleari dai quali ottenere l’elettricità necessaria proprio allo scopo di desalinizzare l’acqua. Cosa offrono i leader occidentali? Offrono piani per il «caos climatico», allettando con l’improbabile prospettiva di far diventare il continente nero una «superpotenza rinnovabile». Orbene, l’offerta equivale a lasciare metà degli africani senza elettricità: poveri sono e poveri devono restare.

«Superpotenza rinnovabile» significa installare in quel continente impianti fotovoltaici a gogò – a spese dei contribuenti occidentali, massimamente europei – che però per propria natura non producono alcuna elettricità per 14 ore al giorno di sicuro, ma spesso anche per di più perché spesso accade che il cielo di giorno è coperto.  Per farla breve, se va bene per alimentare una calcolatrice tascabile o alcune esigenze su navicelle spaziali, per soddisfare il fabbisogno elettrico, quella fotovoltaica è una tecnologia inefficace, inefficiente e costosissima: non a caso – e dopo trilioni di dollari impegnati – incide per il 4% alla produzione elettrica mondiale (nucleare e combustibili fossili vi contribuiscono per il 75%).

La dichiarata logica (si fa per dire) del progetto sarebbe la seguente. Testuale: siccome l’80% delle emissioni è causato da soli 20 Paesi del mondo, mentre dei primi 20 Paesi al mondo che soffrono per eventi meteo severi 17 stanno in Africa, allora sono i primi 20 emettitori che devono porre rimedio ai disastri del clima in Africa. Questa dichiarata logica (si fa per dire) certifica una volta per tutte che nulla hanno a che vedere col clima gli eventi meteo severi: questi colpiscono ovunque nel mondo e chi li patisce di più sono coloro che hanno minore disponibilità d’energia per poterli contrastare. E siccome l’85% dell’energia usata dall’umanità è fornita dai combustibili fossili, l’Africa soffre per gli eventi meteo severi perché emette troppo poco. 

Per alleviare le sofferenze degli africani, allora, bisogna dar loro impianti a carbone o, come sta facendo la Russia con Marocco ed Egitto, impianti nucleari. Quando mi capita di dire queste cose in pubblico mi prendono per stravagante, controcorrente, fuori dal coro o fuori di testa. Ma guardiamo la realtà dei fatti e non il sogno dei desideri. Nel 1992 metà della popolazione indiana non aveva accesso all’elettricità, oggi invece tutti vi hanno accesso, e questo, piaccia o no, grazie al carbone: nel 1992 l’India produceva da carbone 230 tera-wattora elettrici, poi elevati a ben 1400 tera-wattora elettrici nel 2022. Anche se quest’anno il Paese ha inviato il proprio robottino sulla Luna, strada deve ancora farne prima di portare il benessere dei propri cittadini al livello della media mondiale, ma la strada, alla prova dei fatti, è quella giusta: nucleare e carbone. 

Franco Battaglia










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