Ambientalismo
13 settembre 2023

CLIMA, MODELLI IMPERFETTI SOVRASTIMANO SEMPRE IL RISCALDAMENTO GLOBALE
INTERVISTA A WILLIAM VAN WIJNGAARDEN


Con un dottorato in fisica a Princeton, William van Wijngaarden è diventato presto professore di fisica alla York University di Toronto, Canada.  È stato presidente del Consiglio della Facoltà di Scienze e Ingegneria e ha ricoperto diverse posizioni di leadership nell'Unione Internazionale di Fisica Pura e Applicata e nell'Associazione Canadese dei Fisici. Ha svolto ricerche in diversi campi della fisica, tra cui, negli ultimi 20 anni, la fisica del clima. Il suo curriculum sull'argomento non è così vasto come quello di Greta Thunberg ma, portate pazienza, qui a La Verità non riusciamo a offrirvi di meglio.

Professor van Wijngaarden, nel marzo 2019 la presidente dell'Assemblea generale dell’Onu, Maria Garcés, ha avvertito che “restano solo 11 anni per scongiurare un cambiamento climatico catastrofico” e che “siamo l'ultima generazione che può evitare danni irreparabili al nostro pianeta”. È così?

«Sono affermazioni sorprendenti. I dati registrati a partire dal 1880 mostrano un riscaldamento complessivo di circa 1°C, me è suggerire che questo implichi un cambiamento climatico catastrofico non ha alcuna giustificazione. Ho studiato i dati di temperatura e di umidità relativa del periodo 1948-2010 in oltre 300 stazioni meteo situate in tutto il Nord America. Ho esaminato le registrazioni delle precipitazioni e non ho riscontrato alcun cambiamento significativo nel corso del XIX e del XX secolo. In Nord America, i livelli dei Grandi Laghi sono rimasti straordinariamente costanti nell'ultimo secolo e non si osserva alcun cambiamento nell'incidenza delle inondazioni. La variazione di pH degli oceani dovuta all'assorbimento di CO2 dall'atmosfera è trascurabile. Le misurazioni delle calotte polari rivelano una diminuzione dell'estensione minima del ghiaccio marino artico di settembre nel periodo 1979-2022, ma la tendenza si è stabilizzata dopo il 2007; invece l'estensione media del ghiaccio marino antartico è leggermente aumentata. La frequenza di eventi estremi come uragani o tornado non è aumentata negli ultimi decenni. Infine, dal 1990 al 2020 il numero di incendi boschivi in Canada è diminuito».

E le previsioni dei modelli climatici globali (Gcm)? 

«Costruire un modello matematico realistico del clima terrestre è un progetto faraonico. La superficie terrestre è suddivisa in areole e l'atmosfera in fette verticali: per un elemento di superficie di 100 km2 e un passo verticale di 100 metri sono necessari oltre 2.5 miliardi di punti. In ogni punto si devono calcolare: temperatura, pressione, concentrazioni del vapore acqueo, dei gas serra e degli aerosol, velocità e direzione del vento; in superficie, si deve determinare la frazione di luce solare riflessa; si deve tenere conto dell'evaporazione, che è molto diversa per un oceano rispetto alla terraferma, ove il tipo di vegetazione può essere importante; occorre inoltre modellare le correnti oceaniche, che trasportano enormi quantità di calore dai tropici alle latitudini polari, ma la circolazione oceanica non è neanche ben compresa; infine, l'intero sistema dipende dal tempo, visto che la Terra orbita intorno al Sole. Come vede, un compito formidabile. Il risultato è che i Gcm sono imperfetti. Per esempio, non hanno previsto l’arresto del riscaldamento degli anni 2000-15. Inoltre, la congettura del riscaldamento globale antropogenico prevede un maggior riscaldamento globale al confine tra troposfera e stratosfera, cioè alle medie latitudini, a un'altitudine di 11 km. L'aumento di temperatura osservato è molto inferiore a quello previsto da quasi tutti i Gcm: di fatto essi sovrastimano sistematicamente il riscaldamento globale».   


Da quel che dice, l'idea che il clima possa essere governato controllando un solo parametro – le emissioni umane di CO2 – sembra sciocca…


Già. Quando si vuole studiare il clima, la prima domanda da porsi è se il clima della Terra sia costante. Il verificarsi di ere glaciali dimostra che la risposta è un secco “no”. Inoltre, da quando è monitorato, il clima non è rimasto costante. C’è stato un Periodo caldo medievale (900-1300 d.C.), quando i Vichinghi potevano coltivare la Groenlandia meridionale. Successivamente il clima si è raffreddato notevolmente e questo ha portato alla scomparsa degli insediamenti vichinghi. La datazione al radiocarbonio di materiale vegetale trovato sotto i ghiacciai in Islanda mostra che i ghiacciai iniziarono a crescere alla fine del 1300. Gli anni tra il 1500 e il 1800 sono noti come la Piccola era glaciale: fiumi come il Tamigi e il Reno ghiacciavano regolarmente in inverno, cosa che si è verificata raramente negli ultimi 150 anni». 

Però c’è un effetto serra…


«Tutti gli oggetti emettono calore. La superficie e l’atmosfera terrestre emettono, nell’infrarosso, un’ampia gamma di “colori” – gli scienziati li chiamano lunghezze d’onda – che l’occhio umano non può vedere. In assenza di gas serra le radiazioni infrarosse emesse dalla Terra passerebbero nello spazio esterno. I gas-serra assorbono alcuni dei “colori” emessi, per poi riemetterli in tutte le direzioni, riscaldando il pianeta: questo è l’effetto serra. Ma è il vapor acqueo il gas-serra più importante, mentre la CO2 è presente solo in tracce (0.04%)».


Già. E la CO2 assorbe uno solo dei tanti “colori”, non più del 9% della radiazione emessa dalla Terra. Una parte consistente della sua ricerca, in collaborazione col prof. William Happer dell’università di Princeton, è stata impegnata a studiare cosa succede se la concentrazione atmosferica di CO2 raddoppia…


«Sì. Se la CO2 passa dagli odierni 400 ppm (parti per milione) a 800 ppm la temperatura globale aumenta di 1 grado, cosa che non rappresenta una minaccia per il pianeta».


Anzi, secondo molti studi sarebbe benefico. Però l’Ipcc dice 3 gradi… 


«L’Ipcc ipotizza vari meccanismi di feedback positivi che amplificherebbero il riscaldamento. Sostanzialmente, suggeriscono che evapori più acqua, che è un potente gas-serra. A mio parere devono esserci feedback negativi».


Per forza, altrimenti il pianeta sarebbe già andato molte volte in fiamme...


«Sì. I livelli di anidride carbonica atmosferica sono variati nel corso della storia della Terra. Erano alti fino a 4000 ppm 500 milioni di anni fa nel periodo Cambriano e sono scesi a 180 ppm – un limite pericolosamente basso: sotto i 150 ppm, non ci sarebbe vegetazione – al minimo dell'ultima era glaciale, circa 12.000 anni fa. Un accurato esame delle bolle di gas intrappolate nelle carote di ghiaccio antartico ha dimostrato che l'aumento della CO2 si è verificato dopo – circa 800 anni dopo – l'inizio dell'aumento della temperatura. Pertanto, l'aumento dell'anidride carbonica atmosferica non è stato responsabile dell'aumento della temperatura.  Va anche detto che la CO2 è benefica per la vita, è cibo per le piante: i coltivatori di serre la aggiungono abitualmente per promuovere la crescita. Secondo la Nasa, nel periodo 1982-2011, più del 30% della superficie terrestre si è rinverdita».


A cosa è dovuto l’aumento di CO2?


«È dovuto alla combustione di combustibili fossili. Però, le temperature sono aumentate di circa mezzo grado nel periodo 1900-40, quando la CO2 aumentava troppo poco per essere la causa del riscaldamento. Nel periodo 1940-80, si è verificata una leggera diminuzione della temperatura, anche se la CO2 ha continuato ad aumentare. Poi è seguito un riscaldamento di un altro mezzo grado dal 1980 al 2000, e un arresto del riscaldamento negli anni 2000-15. È quindi semplicistico sostenere che la CO2 sia responsabile delle variazioni della temperatura globale».


Ci si preoccupa per il livello degli oceani e la loro acidità...


«L’ovvio risultato di un mondo più caldo è lo scioglimento dei ghiacci col conseguente aumento del livello dei mari. È importante capire che il livello dei mari sale solo se si sciolgono ghiacci sulla terraferma: quelli galleggianti sulle acque non avrebbero alcun effetto sul livello, perché il ghiaccio immerso sposta quasi un ugual volume d’acqua. Il livello del mare è salito di 100 metri dalla fine dell’ultima era glaciale e le misurazioni odierne hanno rilevato un aumento di 2 mm/anno dal 1880 al 2000. Per quanto riguarda l’acidificazione, va innanzitutto detto che il pH degli oceani è superiore a 7 (circa 8.1), cioè non è acido ma basico. Se si eliminasse tutta la CO2 il pH salirebbe a oltre 11 (vicino al pH dell’ammoniaca domestica), un pericoloso valore per la vita». 


Già: si può calcolare che il raddoppio della CO2 comporterebbe che il pH passi da 8.1 a 8, cioè quasi niente. E gli eventi estremi?


«La quantità massima di vapore acqueo nell'atmosfera aumenta del 6% per ogni grado celsius, quindi è ragionevole che in un mondo più caldo le precipitazioni aumentino. Il rapporto Ipcc del 2007 afferma che nel XX secolo le precipitazioni sono aumentate in alcune regioni fino all'1% per decennio. Le inondazioni, con i relativi danni, si verificano invariabilmente in contesti urbani dove la superficie del terreno è stata fortemente modificata dall'uomo. Questo può essere un problema serio, ma non è causato dal cambiamento climatico antropogenico. Per quanto riguarda gli uragani, i tornado e gli incendi, dai dati storici disponibili non si evince alcuna tendenza né nel numero totale né nell'intensità».


Franco Battaglia








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