Ambientalismo
17 agosto 2023

UN ALTRO NOBEL FIRMA IL MANIFESTO DEGLI ESPERTI CONTRO I CATASTROFISTI AMBIENTALISTI

CLAUSER-CLINTEL


Clintel (Climate intelligence) è la fondazione internazionale che ha lanciato nel 2019 la Dichiarazione mondiale sul clima (Wcd, cioè World climate declaration) inviata quello stesso anno al Segretario generale dell’Onu. Il messaggio centrale della Wcd è contenuto nel suo titolo: «Non c’è alcuna emergenza climatica». Il primo firmatario della Dichiarazione è Ivar Giaever, premio Nobel per la fisica 1973, seguìto da altri quasi 1600 scienziati con credenziali sufficienti per comprendere la questione climatica e leggere in modo critico i Rapporti dell’Ipcc, il Comitato Onu deputato a studiare la responsabilità umana nei cambiamenti climatici: climatologi, geologi, fisici, geofisici, astrofisici, chimici, etc. Sono scienziati appartenenti a decine di Paesi del mondo, compresa l’Italia. Gli esponenti italiani di spicco sono i geologi Professori Alberto Prestininzi e Uberto Crescenti (quest’ultimo è stato Magnifico rettore e anche fondatore e presidente della Società geologica italiana), Giuliano Panza, geofisico e accademico dei Lincei, e Franco Prodi, professore di Fisica dell’atmosfera, già direttore dell’omonimo Istituto del Cnr.


Lo scorso 12 agosto, John Clauser, vincitore del Premio Nobel per la Fisica 2022, ha deciso di firmare la Dichiarazione mondiale sul clima di Clintel. Clauser, che è così il secondo premio Nobel a firmare la dichiarazione, ha preso pubblicamente le distanze dall'allarmismo climatico e quest'anno era entrato a far parte del Consiglio di amministrazione della CO2-Coalition, un think tank che promuove, presso politici e mezzi di comunicazione, l’importanza della CO2 per la vita sulla Terra e dei combustibili fossili per l’economia e il benessere dell’umanità. 


Quando aderì alla CO2-Coalition, Clauser non perse l’occasione di denunciare la diffusa narrazione sul cambiamento climatico «che testimonia, all’interno del mondo scientifico e accademico, una pericolosa corruzione che minaccia l'economia mondiale e il benessere di miliardi di persone». In effetti, la scienza del clima si è trasformata in una pseudoscienza giornalistica di massa. A sua volta, la pseudoscienza è diventata un capro espiatorio per un'ampia varietà di altri mali molti dei quali privi di alcuna correlazione col clima. Questa narrazione è stata promossa e diffusa dagli interessi economici coinvolti a perseguire il miraggio della transizione energetica, da politici, giornalisti, agenzie governative e da ambientalisti. Non esiste alcuna crisi climatica, ma esiste invece – dice Clauser – «un problema molto reale, che è garantire uno standard di vita decente alla popolazione mondiale». Esiste, insomma, una crisi energetica che è inutilmente aggravata proprio dalla pretesa di governare il clima con politiche energetiche illusorie.


Lo scorso mese, in un discorso alla conferenza internazionale «Quantum Korea 2023», Clauser ha messo in guardia il pubblico dalla crescente quantità di pseudoscienza e disinformazione, e se l’è presa anche con la Fondazione Nobel che ha formato un nuovo gruppo di lavoro chiamato International panel on information environment (Comitato internazionale sull’ambiente dell’informazione), forgiandolo simile all’Ipcc. «Ritengo che alla Fondazione Nobel stiano commettendo un grosso errore, perché a mio parere – dice Clauser – l'Ipcc è una delle peggiori fonti di pericolosa disinformazione, perché non v’è alcuna emergenza climatica, né gli eventi meteorologici estremi sono causati dal cambiamento climatico».  

È curioso come, a fronte di due, diciamo così,  scuole di pensiero – quella che ritiene che i cambiamenti climatici siano causati dall’uomo e quella che li ritiene di origine naturale – i testimonial della prima siano persone come Greta Thunberg e i suoi seguaci Gretini o quelli di Extinction rebellion o, da noi, Ultima generazione, mentre i testimonial della seconda  sono fior di fisici del campo delle scienze della Terra; eppure, i responsabili politici e i mezzi di comunicazione danno credito ai primi e non ai secondi. Ora, è vero che anche le fila della prima scuola di pensiero hanno rispettabili uomini di scienza, ma costoro hanno rifiutato ogni confronto. È per esempio questo il caso del nostro Giorgio Parisi, fiore all’occhiello e gran vanto della fisica italiana e sostenitore dell’origine antropica del cambiamento climatico: più volte Clintel-Italia, il ramo italiano della fondazione Clintel, gli ha proposto un confronto, ma il premio Nobel si è sottratto. 


Lo stesso accade a livello internazionale. Più volte è stato chiesto all’Ipcc di rispondere ad alcune obiezioni che emergono immediatamente dalla lettura dei loro Rapporti, ma l’Ipcc ha ignorato ogni obiezione, finché la Fondazione Clintel s’è vista costretta a pubblicare un proprio Rapporto (titolato «The frozen climate views of tha Ipcc», al momento solo in inglese, ma quanto prima anche in altre lingue, italiano compreso) con l’elenco delle obiezioni e le motivazioni del caso. Chissà se la presenza di scienziati di alto profilo, come Ivar Giaever, John Clauser e centinaia d’altri, smuoverà qualcosa. Alla fine, si possono ingannare tutti per poco tempo e qualcuno, forse, anche per sempre, ma non si possono ingannare tutti per sempre. 


Franco Battaglia








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