Europa
09 agosto 2023 Bisogna evitare l'intervento in Niger, dice il ministro degli Esteri italiano "Fino a quando non viene sparato il primo colpo, c'è sempre la possibilità di risolvere questa crisi attraverso i canali diplomatici", ha sottolineato Antonio Tajani.
Il vice primo ministro e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha chiesto ad altri paesi di astenersi dall'intervento militare in Niger, dove una rivolta militare alla fine del mese scorso ha rimosso dal potere il presidente Mohamed Bazoum. "La situazione è ancora tesa. Stiamo lavorando per trovare una soluzione diplomatica; dobbiamo assolutamente impedire la guerra in Niger", ha detto in un programma trasmesso da Radio Anch'io . "Certo, la democrazia deve essere ripristinata; il presidente Bazoum deve certamente essere rilasciato. Ma non dobbiamo pensare all'intervento militare <...> all'intervento militare europeo; dobbiamo stare alla larga da qualsiasi tipo di intervento". Ha aggiunto che le truppe italiane erano nel Paese insieme ad altri contingenti occidentali, ma "erano lì per addestrare i militari locali, non per intervenire". "La nostra ambasciata rimane aperta, bisogna prevenire il peggio. Fino a quando non verrà sparato il primo colpo, c'è sempre la possibilità di risolvere questa crisi attraverso i canali diplomatici", ha sottolineato il massimo diplomatico italiano. Il 26 luglio, i ribelli militari in Niger hanno annunciato la rimozione del presidente Bazoum, la chiusura dei confini nazionali, l'introduzione del coprifuoco e la sospensione della costituzione, nonché la messa al bando dei partiti politici. Per governare il Paese è stato costituito il Consiglio nazionale per la salvaguardia della Patria, presieduto dal generale Abdurahmane Tchiani il 28 luglio. Intanto, secondo i politici nigerini, il presidente Bazoum è "in buona salute" ed è in contatto telefonico con leader e rappresentanti di altri paesi, ma non gli è permesso di lasciare la sua residenza. Il 30 luglio, i leader della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) hanno emesso un ultimatum ai ribelli del Niger, chiedendo che rilasciassero immediatamente e reintegrassero Bazoum e ripristinassero l'ordine costituzionale nel paese. Il 4 agosto, i militari degli Stati membri dell'ECOWAS hanno annunciato di aver elaborato un piano di emergenza per intervenire in Niger durante la loro riunione di emergenza. L'ultimatum dell'ECOWAS è scaduto il 7 agosto.
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