Contro IL Deep State
05 agosto 2023

L’oligarchia globalista sta perdendo anche la vera guerra: la Guerra del Debito.


di Umberto Pascali


Con la cancellazione dei debiti della Russia verso l’Africa si apre un’epoca in cui sale sul banco degli imputati il concetto stesso di debito/credito come è attualmente concepito e praticato.


Le grandi organizzazioni monetarie “pubbliche” e private, nazionali e internazionali si reggono sempre più su una massa di crediti vantati sulla carta ma non esistenti nella realtà.


Questo sistema di crescita esponenziale di valori contabili immaginari non corrisponde ad alcuna ricchezza o valore reale.


I “debiti” sono inesigibili come è inesigibile la pretesa di estrarre sangue da una rapa.


Questo sistema di crediti crescenti di fronte ad una ricchezza reale che diminuisce esponenzialmente non può essere messo da parte e dimenticato da parte dell’attuale oligarchia al potere perché a questa massa fantastica è legato - mani e piedi - il potere di questa oligarchia globalista dominante. Infatti, ne dipende l’esistenza stessa di questa oligarchia.


L’aver distrutto progressivamente la base reale, industriale o anche lontanamente produttiva nei propri paesi ha portato ad una divaricazione da squartamento tra i numeri scritti nei libri contabili o negli spread sheet delle banche e la realtà economica da cui quei numeri dovrebbero dipendere.


Questa montagna di carta, questa gigantesca finzione, poteva essere mantenuta finora solo grazie alla minaccia della violenza.


A questo serviva il sistema militare e di “intelligence” del sedicente occidente.


Una volta che questa minaccia è stata ridotta all’impotenza con lo scontro in Ucraina, l’intera esistenza del debito/credito inesigibile è messa in discussione. Come dimostrato dal dramma in corso riguardo ai buoni del tesoro USA.


Ora la realtà della produzione di beni reali, la capacità di conservare, espandere, sviluppare l’apparato produttivo di un paese riacquista la sua primogenitura.


In realtà non l’aveva mai persa, semplicemente era stata sottoposta ad un processo di cannibalizzazione, di saccheggio sempre più autodistruttivo con un unico obiettivo: mantenere più a lungo possibile la percezione di legittimità per la crescente montagna di carta del debito/credito vantato dai vari istituti finanziari che, poi, rappresentava la “ricchezza” e il potere di un ristrettissimo numero di oligarchi.


Ora il castello di carte non può essere più tenuto in piedi.


Chi ha una capacità produttiva, e quindi un’economia funzionante, e quindi anche una capacità di difesa militare — questi avranno il vero potere.


Chi ha in mano i pezzi di carta senza alcuna base reale che ne giustifichi il preteso valore — questi saranno i perdenti.


L’aura, l’illusione del potere è esistita finora solo perché la gran massa della popolazione ha creduto in questo grande gioco di prestigio.


Ora non più.


Molto probabilmente l’ultima goccia che farà traboccare il vaso della grande illusione è la decisione di chi ha il potere economico, produttivo e quindi militare di cancellare i debiti che vanta verso altri paesi. Dando l’avvio ad un processo irreversibile.


Così facendo non rischia veramente granché perché ha in mano quello che veramente conta .


Primo esempio: la cancellazione dei debiti russi verso i paesi africani.


La Russia non rischia perché è economicamente indipendente e autosufficiente. In più ha la capacità di aumentare la sua attività produttiva, di ricerca e sviluppo e di studio di nuovi principi scientifici. Qui sta investendo le sue crescenti risorse materiali e soprattutto umane. Gli oligarchi parassiti vengono messi nella condizione di non nuocere.


Dall’altra parte - da parte dei grandi oligarchi ex padroni dell'universo — c’è solo la follia auto-distruttiva di degradare e eliminare (population control & de-industrialization) le proprie risorse umane.


Lo scontro tra queste due concezioni è impari: quelli che distruggono la propria società ed economia hanno già perso, ma, incredibilmente, non lo capiscono e continuano in modo accelerato la loro discesa all’inferno che hanno evocato.









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