Ambientalismo
30 luglio 2023

LA SCENEGGIATA DELL’ECOANSIA NON POTEVA ESSERE SDOGANATA SE NON NELLO SCENARIO DEL GIFFONI FILM FESTIVAL DEDICATO AI GIOVANI. MA ERA STATA PROGRAMMATA IN ANTICIPO



Ricevo una chiamata da un’amica che mi da notizia della ragazza che piange davanti al ministro Pichetto Fratin per la sua ecoansia e del ministro che risponde con le lacrime a sua volta.

Tutti i media nel pomeriggio di ieri parlano di questa sceneggiata dando risalto all’ecoansia, neologismo demenziale.

Visto che Giorgia Vasaperna, che ha recitato la scena madre piangendo davanti al ministro nello scenario del Giffoni Film Festival, è  un’attrice, si capisce subito che questo pianto è una sceneggiata. Quello che colpisce è che lo stesso ministro Pichetto Fratin creda a questa recita come fosse cosa vera, proprio in un ambiente cinematografico.

Faccio una breve ricerca e scopro che il copione è stato scritto tempo addietro e pubblicato già il 24 aprile scorso sul sito:

Anche la parte recitata del non fare figli da parte della Vasaperna era già scritta! Lo si capisce dal titolo dell’articolo.

“Ecoansia, il disturbo psicologico che influenza la vita dei più giovani: «Non faremo figli se non cambiano le cose…”

In questo articolo si parla di uno studio fatto dall’American Phsychology Association. Si aggiunge anche l’American Medical Association. E te pareva! Chi poteva creare una tale nuova patologia? Sempre loro, i seguaci del Dottor Knock. Knock o il trionfo della medicina è un’Opera teatrale scritta nel 1923 da Jules Romains e trasmesso sul secondo canale Rai il 13 gennaio 1967. Utilissimo a capire tutta la storia delle manipolazioni, pandemenza compresa e che potete vedere al link sottostante. Consiglio di scaricarlo, non si sa mai.
 https://www.youtube.com/watch?v=WGhG9Q5Y_PE

In questa opera di circa 100 anni fa si descrive come rendere malati tutti i sani di un paesino francese. Esperimento poi esteso a livello globale da decenni e accentuato con il Covid 19 e adesso con il cambiamento climatico.

Siccome hanno visto che con la paura del covid ha funzionato, perché hanno terrorizzato miliardi di persone, ci riprovano con la nuova patologia dell’ecoansia, perché la bufala del cambiamento climatico da sola non funziona, visto che la spacciano da decenni. Ma questa nuova patologia potrebbe funzionare solo per questo occidente condizionato da un’oligarchia idiota e decadente, visto che il resto del mondo queste idiozie le ignora.


Segue la parte del copione scritta nell’articolo di sanità informazione:

"Cambiamento climatico è crisi salute pubblica"

Lo scorso 13 Giugno 2022, l’American Medical Association ha ufficialmente riconosciuto il cambiamento climatico come una crisi di salute pubblica. A sottolineare la delicatezza del tema è anche il European Climate and Health Observatory della Commissione Europea. Nell’ultimo rapporto pubblicato si stabilisce, infatti, che “gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute mentale rimangono in gran parte inesplorati rispetto [invece, ndr] agli impatti sulla salute fisica. Ciò è particolarmente preoccupante alla luce dell’aumento dell’esposizione della popolazione a ondate di calore, inondazioni o incendi, in quanto i casi di traumi psicologici derivanti da qualsiasi forma di disastro legato al clima possono essere 40 volte superiori a quelli delle lesioni fisiche”.  

Italia ancora indietro, ma qualcosa si muove…

Purtroppo, in Italia la ricerca accademica su questo tema è ancora pressoché inesistente. Il primo studio (Agosto 2021) è stato condotto dal team di Matteo Innocenti, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze e autore di un volume sul tema: “Il cambiamento climatico sta avendo un impatto sulla salute mentale globale” – si legge tra le considerazioni finali dello studio -. “Un fenomeno che dovrebbe crescere in modo significativo nei prossimi anni. Per questi motivi, è fondamentale disporre di una misura dell’ansia da cambiamento climatico in Italia al fine di affrontarne adeguatamente l’impatto psicologico. Questo studio dovrebbe essere seguito da una ricerca più ampia per valutare i livelli di eco-ansia all’interno della popolazione italiana”. “Mio fratello diciottenne è estremamente sensibile ai temi dell’ecologia e del cambiamento climatico… Mi domando quale sia il ruolo dei social network in questo ambito” confida Fabio, 29 anni. In effetti, la ricerca accademica si è poco soffermata sul ruolo che la dieta informativa può svolgere nell’insorgere dell’ecoansia. Basti pensare, per esempio, che molti studi hanno indagato la relazione causa-effetto tra ecoansia e fruizione di contenuti, ma solo nel marzo 2023 si è provato a capire se vi siano differenze tra la tipologia di medium fruito (radio, giornali, video, ecc…) e l’intensità di ecoansia provata dal pubblico (Loll L. et al., 2023)

Difficile fare un figlio in preda all’ecoansia…

Certamente, una maggior conoscenze dell’ecoansia e dei suoi effetti nelle persone apre a scenari inediti. Da un lato, infatti, questa può spingere le persone ad adottare comportamenti più sostenibili nell’ambito della propria vita quotidiana; dall’altro, invece, sta già spingendo alcune persone a mettere in discussione questioni delicatissime come la genitorialità. Racconta Aurora, 28 anni: “Ho cercato di agire dove potevo sulla mia vita per fare scelte più sostenibili ogni giorno, perché mi aiuta a ricordare che l’alternativa sarebbe possibile se tutti la volessimo. E il cambiamento climatico, per me come per molte mie amiche, è una delle ragioni per cui pensiamo di non fare figli”. Dunque, anche l’ecoansia potrebbe presto essere annoverata tra le ragioni che influiscono sul calo delle nascite. In Italia, dove in questi giorni si è molto parlato della soglia psicologica delle 400.000 nascite annuali, può darsi che il tema si affacci nel dibattito pubblico prima che in altre zone d’Europa, proprio poiché gli effetti del cambiamento climatico si stanno già mostrando con forza. 

È tempo di politiche pubbliche che tengano in considerazione questo disagio

Ma l’ecoansia potrebbe giocare un ruolo di primo piano anche in decisioni più quotidiane come, per esempio, decidere dove comprare casa o se portare avanti un’attività di famiglia. Le persone sceglieranno comunque di sottoscrivere un mutuo trentennale per comprare casa in un territorio soggetto a forti siccità estive? E rileveranno le aziende agricole dei genitori pur dovendo affrontare momenti di razionamento dell’acqua? Abbiamo bisogno di avviare un dibattito pubblico sull’ecoansia e, più in generale, sugli effetti del cambiamento climatico per la salute mentale. È altrettanto importante che la ricerca scientifica acquisti vigore e analizzi l’ecoansia con una metodologia multidisciplinare. L’attuazione di politiche pubbliche adeguate in questo ambito, a nostro avviso, muove necessariamente da queste premesse”.


LA VASAPERNA HA RECITATO QUESTO COPIONE. CHI L’HA PAGATA?

Un altro dubbio rimane.

Ma poi ci penso bene e dico che il ministro non faceva parte della recita.

Lui mica è un attore?

Solo una vittima della recita.









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