Ambientalismo
25 luglio 2023

IL BAVAGLIO NON È UNA SORPRESA MA I LUMINARI NON HANNO PIÙ PAURA

BALLA GLOBALE


Il riscaldamento antropico di globale ha solo la sua natura di essere forse la più colossale balla raccontata negli ultimi 30 anni. Vi chiederete come sia stato possibile farla durare così a lungo. A dir la verità continua a durare, sebbene non solo non v’è quasi nulla che dia sostegno a questa balla ma, di più, tutti i fatti la contraddicono. Ma proprio tutti. 


Nacque come legittima congettura – la CO2 è un gas serra, noi immettiamo CO2 in atmosfera, questa si riscalda. Il metodo scientifico, però, richiede che per dar forza a una congettura essa deve reggere agli attacchi della falsificazione, e più regge più essa si avvicina ad essere candidata al ruolo di teoria scientifica. Personalmente, mi occupai per la prima volta del problema 23 anni fa. Nulla sapevo e nulla so di clima, però da chimico conoscevo lo spettro di assorbimento in infrarosso della CO2: quanto bastava per farmi concludere che la congettura del riscaldamento globale antropico era falsa. Sebbene leggermente tecnica, non sarebbe difficile spiegare la cosa, e magari la prossima volta ve la racconto. Una volta capìta la falsità sicura e garantita della congettura, non è stato difficile trovare altri motivi di falsificazione, e posso dire, senza timore d’essere smentito, che ve n’è almeno una dozzina. 


Tornando alla domanda: come mai la bugia regge ancora se bastava un quarto d’ora per sconfessarla? La risposta è: il denaro. Si tratta di trilioni di dollari coi quali, potete ben immaginare, si può comprare tanta gente: politici, giornalisti, scienziati. E l’acquisto deve essere stato fatto. S’è creata una tale faraonica bolla che sgonfiarla è difficilissimo: chi di essa si nutre non intende mollare l’osso. Le azioni messe in atto per tenerlo stretto sono molteplici, ma le più gettonate sono la macchina del fango e il silenziatore. Ne ho diretta esperienza personale, e scusate se parlo di me per via della diretta esperienza, ma quel che segue vale, mutatis mutandis, per chiunque altro si trovi nella mia posizione. I fatti che racconto occorsero tutti nel 2019.


Ero stato invitato da Lilli Gruber a dibattere di clima al suo talk-show Otto&mezzo: nel giro di pochi giorni, attivisti specializzati a gettar fango inviarono una lettera alla giornalista lamentandosi che non avrebbe dovuto invitarmi perché io collaborerei con una «lobby del carbone e del petrolio finanziata dalla Exxon Mobil». L’infamante mònito – io direi che il clima non c’entra con carbone, gas e petrolio perché la Exxon Mobil mi paga – deve aver impensierito la Gruber.


L’Accademia dei Lincei aveva organizzato un convegno sul clima al quale i professori Nicola Scafetta e Uberto Crescenti e io avanzammo la richiesta di presentare una relazione. La richiesta fu accolta dal Comitato scientifico del convegno, ma non appena la cosa arrivò alle orecchie della macchina del fango, questa si mise in moto. La Repubblica titolò a grandi caratteri: «I Lincei organizzano un convegno e fanno parlare il negazionista Battaglia». La cosa inorgoglì me, perché non pensavo di essere così importante da meritare cotanta attenzione, ma impaurì alcune cariatidi dell’Accademia – il cui scheletro non deve avere una consistenza più solida del burro – e cancellarono addirittura l’intera conferenza pur di non consentire a me o agli altri miei coautori di parlare. 


Un Senatore dei Cinque Stelle, il compianto Franco Ortolani, organizzava in una auletta del Senato la presentazione di un libro titolato «Clima: basta catastrofismi», scritto a più mani da quelli che poi avrebbero costituito il think-tank Clintel-Italia. Stavolta la macchina del fango partiva da una nota di Angelo Bonelli, rilanciata dall’Ansa: «Vergogna! Il M5S fa parlare i negazionisti climatici, come Nicola Scafetta, proponente teorie sempre diverse e sempre meno credibili; Franco Battaglia, che del negazionismo ha fatto la sua fortuna; e Franco Ortolani, noto per aver affermato che il periodo compreso fra 8000 e 3800 anni fa è stato più caldo dell’attuale». Non si è mai capito su che basi Bonelli, che è un geometra, poteva contestare Scafetta e Ortolani, entrambi professori all’università di Napoli, di Climatologia il primo, e di Geologia il secondo; quanto a me, la macchina del fango messa in moto da Bonelli suonava il disco rotto del denaro che qualche multinazionale mi elargirebbe. Alla fine, i dirigenti del M5S – anch’essi con lo scheletro della stessa consistenza del burro – ingiunsero al loro senatore di cancellare la presentazione del libro. Pensate quanto può essere pericolosa la semplice presentazione di un innocente libro come quello citato. È tanto temuta da Angelo Bonelli che questi ora propone di renderla illegale. Più magnanimo il suo compagno di partito, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha dichiarato che personaggi come gli autori di quel libro andrebbero «sottoposti a Trattamento sanitario obbligatorio».


L’ultima che vi racconto non riguarda me ma è recentissima. John Clauser è premio Nobel per la Fisica e, studiando a fondo la questione climatica, ha concluso non solo che «non vi è alcuna crisi climatica» ma anche che «una più alta concentrazione atmosferica di CO2 può solo essere di beneficio per l’umanità». Ha affermato Clauser: «La narrazione sul cambiamento climatico riflette una pericolosa corruzione nella comunità scientifica, che minaccia l'economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La scienza del clima si è incancrenita in una pseudoscienza mediaticamente pompata da affaristi, politici, giornalisti, agenzie governative e ambientalisti. Non esiste alcuna crisi climatica. Esiste, invece, il vero problema di garantire uno standard di vita decente alla numerosa popolazione mondiale. Esiste una crisi energetica, aggravata da una scienza climatica errata». Clauser aveva anche avuto l’occasione di dire al presidente americano Biden di non concordare con la politica climatica di questi. Secondo voi, se non l’ho passata liscia io che sono un nessuno, poteva passarla liscia un premio Nobel per la fisica? Certo che no. In questi giorni, Clauser avrebbe dovuto presentare una conferenza organizzata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Il titolo della conferenza sarebbe stato: «Che credibilità hanno le previsioni dell’Ipcc?». A volte basta la parola, stavolta è bastato il titolo, e tale Pablo Moreno, responsabile dell’Ufficio di valutazione del Fmi – ove sono presumibilmente attenti ai flussi di denaro che coinvolgono la transizione energetica fatta in nome della crisi climatica – ha pensato bene di cancellare la conferenza del premio Nobel. Ufficialmente è stata posposta a data futura. Anche quella del Lincei era stata ufficialmente “posposta”.


Clauser non è l’unico premio Nobel per la fisica ad essersi accorto della balla del clima. Qualche anno fa il premio Nobel Ivar Giaever ha strappato la sua tessera di membro della American Physics Society perché questa aveva dichiarato che «è incontrovertibile che l’uomo cambia il clima», affermazione di cui Giaever si vergognava, tanto è stupida. E Robert Laughlin, altro premio Nobel per la fisica, dichiarava già nel 1998: «il clima è fuori dal nostro controllo e non possiamo, né dobbiamo, far nulla per tentare di evitarne il cambiamento». Ma volete mettere tutti costoro, con Greta Thunberg, Angelo Bonelli e Alfonso Pecoraro Scanio? Non sia mai.


Franco Battaglia








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