Ambientalismo
16 luglio 2023

LEGGI NATURA: O DICI SI O SEI "FURBO"... COME CAZZULLO

(di Franco Battaglia)

Aldo Cazzullo è una grande penna del Corsera. Un nome, una garanzia. Ho amici che lo leggono regolarmente e provano ammirazione. Cazzullo di qua, Cazzullo di là. L’ha detto Cazzullo, l’ha scritto Cazzullo. Leggi Cazzullo e vedrai che cambierai idea, ti ricrederai o, quanto meno, sarai indotto a riflettere sulle tue certezze, mi esortano. Finché mi son fatto convincere e, finalmente, l’ho letto venerdì 14 luglio. Spargeva – ma che dico, spargeva, sparava, piuttosto – la sua sapienza ai lettori queruli sulla legge europea detta anche “per la conservazione della Natura”. Non sovviene a nessuno che il fatto che una legge si chiami così non è detto che essa conservi la Natura. Ma tant’è. 


Si chiede amletico Cazzullo (e per sua dichiarazione questa sarebbe la domanda più importante di tutte): «perché mai, lottare contro il cambiamento climatico, sarebbe una cosa di sinistra?». La domanda forse voleva essere retorica, ma io una risposta l’avrei: per essere di sinistra bisogna essere dotati di una buona dose d’ottusaggine. Questo pensiero sembrerebbe un pregiudizio politico, e lo stesso potrebbe dire uno di sinistra a proposito di uno che di sinistra non è. Epperò, lottare contro il cambiamento climatico, caro Cazzullo, è sicuramente una cosa ottusa, è come lottare contro il fatto che fra poche ore sarà notte e che fra pochi mesi arriverà l’inverno. 


Secondo Cazzullo, invece, chi considera futile codesta lotta è «un furbacchione che dice quel che dice per finire sui giornali». Io, per esempio, sarei uno di quelli. Trascurando il dettaglio che è il Cazzullo medesimo a stare sui giornali pur non essendo egli – secondo il suo metro – un furbacchione, dovrebbe spiegare il Cazzullo ai propri lettori quale sarebbe il vantaggio/merito/privilegio a finire sui giornali. Da bravo giornalista in carriera, Cazzullo, elmetto in testa, è andato sul posto con lo spirito dell’inviato di guerra: «Dopo 30 anni sono tornato a Giakarta e l’ho trovata irriconoscibile. Vista dall’aereo è impressionante: lembi di città sono sott’acqua. L’acqua dell’oceano è a 30 gradi». Vado su Google-map e ammiro la città dalle foto dall’alto; addirittura mi ci immergo dentro, stando seduto alla mia scrivania. Oh Cazzullo, è sicuro che stavi volando sopra Giakarta? E com’è che dall’aereo hai potuto dedurre che la temperatura dell’oceano lì dirimpettaio è di 30 gradi? 


In realtà in certe aree è anche superiore, fino a 35 gradi, e non solo nell’intorno dell’Arcipelago indonesiano, ma per una larga fascia tropicale tutta attorno al globo. Cazzullo mio, senza studiare, hai già deciso che queste temperature sono dovute alla CO2 antropica. Ma ti consiglio di studiare, per esempio – pubblicato nel 2020 sul “Progress in Earth and Planetary Science” – il lavoro di Iskhaq Iskandar e collaboratori, con un titolo che dovrebbe titillare la tua curiosità: «Cosa determina la tendenza al riscaldamento nel mare indonesiano?». Apprenderesti che la CO2 non è neanche nominata, mentre v’è una dettagliata trattazione delle correnti suboceaniche, che sono la causa di quelle acque così gradevolmente calde da indurre i locali a ringraziare Dio, tanto bene la cosa fa alla loro economia. 


Ma tieni per te gli studi perché i tuoi lettori, sospetto, non capirebbero. Anzi, li disorienteresti e qualcuno potrebbe entrare in un indesiderato stato d’ansia. Loro, i tuoi lettori, dico, son convinti che 18.000 italiani sono morti per il riscaldamento globale, cioè perché la temperatura è superiore di 1 grado rispetto a quella di 100 anni fa. Non gli sovviene che sono morti perché, a causa della mancata climatizzazione, sono stati esposti a temperature di 15 gradi superiori alla temperatura degli ambienti climatizzati. Non gli sovviene che non climatizzavano la loro casa perché non potevano permettersi la spesa in energia elettrica. Non gli sovviene che l’energia elettrica è così cara per colpa dei tentativi di attuare l’inattuabile: la transizione energetica. Insomma non gli sovviene che 18.000 sono morti per la transizione energetica. Con la legge sulla “conservazione della Natura” gli aumenti delle bollette saranno maggiori e i morti per caldo aumenteranno: parola di furbacchione. 








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