14 luglio 2023 RIVOLUZIONE PSICHEDELICA. La Cia, gli hippy, gli psichiatri & la rivoluzione culturale degli anni Sessanta
Conferenza del Prof. Mario Iannaccone a Civitella del Tronto l'8 luglio 2023 A metà del secolo scorso, negli USA, l'uso di sostanze allucinogene nuove o già conosciute dilagò fra le elites intellettuali e i giovani. Improvvisamente, fialette e tavolette di LSD-25 divennero oggetti comuni alle feste dei liceali e degli studenti universitari, nelle occasioni mondane della gente del cinema, della musica e della letteratura. Personaggi famosi come Cary Grant o Federico Fellini divennero - più o meno volontariamente - testimonial di questa sostanza abbassando la soglia della riprovazione sociale per il suo uso. L'LSD fu apprezzato come mezzo per rinvigorire l'ispirazione artistica e giudicato, addirittura, come via brevis alla sperimentazione degli stati mistici, una prova sperimentale dell'inutilità delle religioni rivelate. Attorno al 1955, i giornali popolari americani cominciarono ad ospitare interviste a scienziati e filosofi, teologi e psicologi, interessati ai benefici delle conversioni chimiche. Gli effetti collettivi dell'uso degli allucinogeni maggiori ispirarono la locuzione Rivoluzione psichedelica, che suggeriva una rottura traumatica rispetto al passato, un'«espansione della coscienza» in grado di cancellare condizionamenti, dogmi e abitudi-ni.L'uso motivato e consapevole degli allucinogeni (o psichedelici) produsse un vero e proprio movimento intellettuale, guidato da pensatori come Aldous Huxley, che impresse un'orma inconfondibile su quegli anni. Una società composta da una quota di individui dalla consapevolezza «dilatata»non poteva che proporre stili di vita nuovi e rivoluzionari, liberando energie sopite - così si pensò - verso scopi nobili come la fratellanza e il pacifismo. Molti si convinsero che fosse imminente l'instaurazione di un mondo giusto, antiautoritario e antidogmatico, e perciò, in attesa del Regno, fondarono effimere utopie, come quella del quartiere di Haight-Ashbury a San Francisco, e le migliaia di comuni che fiorirono ovunque. Un'illusione che ebbe breve durata prima di scatenare forze di ben diversa natura. Coloro che più intensamente credettero nell'utopia psichedelica furono gli hippies, quei giovani che - grazie al benessere portato dalle commesse belliche - poterono sollevarsi dall'incombenza del lavoro e recitare una rivoluzione pauperista fatta di canti, fiori e ritorno alla tribù. Altri, i radi-cali politicizzati, praticarono la rivolta politica con lo scopo di cambiare le strutture di potere. In molti Paesi, tra il 1966 e il 1967, la proposta rivoluzionaria esistenziale (psichedelica e hippie) e quella radicale (politica, movimentista) sembrarono prossime a fondersi in un unico movimento di ri-volta contro «il Sistema», un'unica «orda d'oro», per prendere l'espressione di un celebre libro di Primo Moroni e Nanni Balestrini.
Secondo molti protagonisti della scena radicale dell'epoca il ruolo del-I'LSD fu cruciale nel produrre lo stato d'animo collettivo che,deflagrato nel Sessantotto, avrebbe portato, per paradosso, aI trionfo della società edonista e dei consumi. È un fatto che, dopo gli anni Sessanta, una quota importante della popolazione dell'Occidente cambiò il suo rapporto con la morale, lo stato, la patria, la religione, l'autorità e il passato. Le società vengono trasformate dall'azione di forze religiose, culturali ed economi-che, tuttavia è lecito chiedersi quale ruolo possa aver giocato l'illusione della trascendenza chimica, l'inebriante sensazione dell'insussistenza di ogni ruolo sociale e della spartizione fra bene e male. Queste sensazioni furono donate dall'LSD a milioni di persone in un breve lasso di anni. Gli storici ammettono comunemente che gli psichedelici influirono sull'innovazione nelle arti visive e nella musica degli anni Sessanta. Potremo allora negare la loro influenza sui paradigmi mentali che d'allora s'imposero? Ironicamente il movimento psichedelico si sviluppò grazie all'indulgenza del «Sistema». L'introduzione dell'LSD tra i giovani americani non fu l'iniziativa di qualche isolato sognatore pronto a dare l'assalto ai cieli, ma di alcuni pezzi di quello stesso «Sistema» che gli hippies o i radicali combattevano: la CIA, gli scienziati della mente e del comportamento collettivo (psichiatri, psicologi, neurologi, sociologi) che lavoravano in università e centri di ricerca. Per costoro l'LSD fu-per un certo periodo-un «agente decondizionante» da sperimentare in situazioni sociali, tra le comunità giovanili,gli artisti, gli attori. Dopo che questi «servitori del Si-stema» ebbero innescato il processo rivoluzionario, arrivarono sulla scena i leader popolari come Ken Kesey, Allen Ginsberg, Timothy Leary o Jim Morrison. Ma Leary era stato a sua volta uno psicologo di due centri di ri-cerca finanziati da un programma segreto di vaste proporzioni, dedicato al-lo studio di tecniche di modificazione della personalità e di controllo men-tale, il controverso MK-Ultra. L'identità vera e le motivazioni più profonde di Leary restano, ad oggi, un enigma di difficile decifrazione. Questo libro tenta per la prima volta, in Italia, il racconto unitario di ciò che accadde in quegli anni, con epicentro negli Stati Uniti. Se la mia fatica sarà apprezzata il merito sarà dell'argomento, tanto sorprendente ed inquietante da fugare il rischio del-la noia. ... |