Ambientalismo
26 maggio 2023

BUTTIAMO SOLDI NELLE RINNOVABILI INVECE DI USARLI CONTRO LE ALLUVIONI

RESPONSABILITÀ MORALI


In ordine al disastro dell’alluvione, il direttore Maurizio Belpietro ha molto opportunamente osservato che «è in corso una grande rimozione collettiva delle responsabilità». Credo che sia necessario espandere sull’argomento e guardare le cose da un punto di vista mai considerato proprio per rimozione. Perché sul caso i responsabili morali sono tanti, anche se alcuni, voglio sperare, in buona fede. Consentitemi di mettere a fuoco le cose da questo punto di vista e, in proposito, passo al dunque.


Quando percorrete, in auto o in treno, la Penisola, e vi imbattete in parchi fotovoltaici o eolici, ebbene sappiate che sono essi i responsabili morali del disastro dell’alluvione in Romagna, della siccità dei mesi precedenti, dell’alluvione di Senigallia dello scorso novembre e di tutti quei disastri che ci regala il clima coi suoi capricci. Orpo, direte, cosa c’entrano quegli impianti? Posto che spero sia chiaro che parlo a suocera affinché nuora intenda, il fatto è che la ragion d’essere di quegli impianti, la ragione dichiarata da chi li ha voluti e promuove la loro installazione, è una sola: evitare i disastri del clima.


Questa narrazione non è stata promossa solo dai diretti interessati che, tutto sommato, vendono il loro prodotto – e sappiamo tutti quanto la pubblicità sia menzognera e né ce ne indigniamo e men che meno meravigliamo. Epperò costoro son stati sostenuti da una enorme – direi abnorme – fetta di opinione pubblica e responsabili politici. 


Rammentate il Protocollo di Kyoto, il Pacchetto-per-il-clima 20-20-20 della Ue, gli Accordi di Parigi, il Green new deal, il Fit-for-55? Rispetto a quelle del 1990, il primo avrebbe dovuto ridurre le emissioni globali di CO2 del 3%, il secondo del 20%, gli accordi di Parigi dovrebbero mantenere la crescita della temperatura globale entro 2 gradi, e poi ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2050. Perché? Per evitare i disastri del clima, la siccità e le alluvioni, i colpi di caldo e quelli di freddo, e via di questo passo. Trilioni di euro sono stati devoluti allo scopo. La sola Italia ha installato 24 gigawatt di fotovoltaico (che tra l’altro producono meno di 3 gigawatt), impegnando denaro pubblico per risorse che, per ordine di grandezza, si attestano a 100 miliardi. C’è una fetta di signori che intasca consistenti incentivi su impianti che avrebbero il preciso scopo di evitare i disastri del clima. Ce lo dicono essi stessi: «stiamo salvando il pianeta (sic!) dai disastri climatici».


Tutto il denaro così devoluto è stato naturalmente sottratto ai provvedimenti efficaci che si sarebbero dovuti prendere. Ma, salvo eccezioni, il coro di politici e giornalisti ha cantato una sola nota. E le eccezioni sono state sbeffeggiate, infangate, additate al pubblico ludibrio: «negazionisti!». Ecco che si spiega la rimozione collettiva. Me la son presa con la suocera (gli impianti), ma val la pena invitare la nuora a guardarsi allo specchio e passarsi la mano sulla coscienza. Qualche nome? Vado a memoria: Ursula von der Layen, Sergio Mattarella, Ipcc, Alfonso Pecoraro Scanio, Mamma Rai, Enel, Legambiente, Wwf, Greenpeace, Verdi, Roberto Cingolani, Pd, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Greta Thunberg, Ultima Generazione, Mario Tozzi, Corrado Formigli, CopX (con X che va da 1 a 27). Mi scuso con chi non ho nominato. Completate voi la lista di coloro che invitiamo a passarsi la mano sulla coscienza: sono tutti coloro che da vent’anni ci dicono che per evitare che accadano eventi come quello di questi giorni (e, per chi non ha la memoria corta, come quelli che accadono in gran copia ogni anno da sempre) bisogna attuare una transizione energetica che non è né possibile, né desiderabile ed è sicuramente dannosa, installare impianti fotovoltaici ed eolici, incappottare le case e cambiare l’automobile. Consapevoli o no, in buona o in mala fede, sono essi i responsabili morali di disgrazie che avrebbero potuto evitarsi o attenuarsi.


Franco Battaglia

Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 25 maggio 2023








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