Ambientalismo
25 aprile 2023

MEZZO SECOLO DI INUTILI ALLARMISMI SUL CLIMA. PRIMA SI TEMEVA IL GRANDE FREDDO

GIORNO DELLA TERRA


Ormai ogni giorno dell’anno è il giorno mondiale di qualcosa. Ce n’è di tutto ciò vi venga in mente, dalla pizza al tonno, dai legumi alla felicità, dagli scacchi alla tolleranza. Chi li decide pare sia qualcuno all’Onu, cosicché il buontempone che definì quest’acronimo come Organizzazione non utile aveva torto marcio: l’utilità dell’Onu è, di tutta evidenza, inestimabile e ineguagliabile. In ogni caso, ove mai l’Onu difettasse, potete sempre inventare da voi il vostro personale giorno mondiale. Abbiate solo cura a non offendere i più sensibili di noi. Per dire: giorno mondiale dei capelli neri va bene, di quelli biondi no perché suona razzista. O forse suona razzista anche il capello nero, giacché – immagino – giorno mondiale della pecora va bene, ma non della pecora nera, una metafora (denigratoria) non più permessa perché decisamente razzista. Il che mi fa pensare che non meno razzista deve essere la metafora (d’apprezzamento) della mosca bianca. Non so voi, ma io non mi ci raccapezzo più. Che poi: giorni-mondiali fa anagramma con gironi-mondiali e qui viene in mente l’Inferno. Ma sto divagando, perché è su quello della Terra che mi vorrei soffermare.


Scusate il ritardo, ma l’ho scoperto per caso che il 22 aprile fosse una data così importante: nientepopodimeno che il giorno mondiale del mondo. Superato solo dalla «Giornata mondiale delle giornate mondiali» quando ci sarà, cioè quando l’omino all’Onu incaricato di queste cose si accorgerà della manchevolezza. Forse ci legge e provvederà. Mannaggia, sto divagando di nuovo, ma c’è come una forza esterna che mi dissuade dall’immergermi nell’importante evento. Forse perché fu il 22 aprile che nacque Lenin. O forse perché la prima Giornata della Terra fu promulgata il 22 Aprile del 1970 per idea di un tizio, dirigente ambientalista Ira Einhorn, che sette anni dopo la bella pensata ne ebbe un’altra: uccidere la fidanzata, e farne pezzi, poi gelosamente conservati in un baule riposto nella soffitta di casa. Solo nel 2002 fu beccato e messo in prigione, ove morì nel 2020. 


La cosa curiosa è che la principale preoccupazione di chi il 22 Aprile 1970 celebrava la Giornata della Terra era il freddo e non il caldo globale: «Gli esperti dicono che una nuova era glaciale è imminente», titolava Science&Mechanics del Novembre 1969. E, ancora nel 1977: «Il grande gelo», titolava il Time Magazine nel fascicolo che inaugurava la sua prima edizione tutta a colori. 


Figura: Copertine di Science&Mechanics del Novembre 1969 e del Time del 31 Gennaio 1977


Quanto alla scienza, il consenso era indubbio: «Il mondo sarà più freddo di 4 gradi nel 1990 e di 11 gradi nel 2000», avvertiva Kenneth Watt, Professore di Scienze ambientali all’Università della California a Davis. Nel 1970, in un’intervista al settimanale Life, il professore dichiarava: «Abbiamo solo 5 anni di tempo, o entro 10 anni sarà necessario indossare maschere antigas per vivere nelle città». E George Wald, professore alla Harvard university: «Agiamo subito o la nostra civiltà si estinguerà entro 15-30 anni». E Barry Commoner, professore alla Washington university: «Siamo in una crisi ambientale che minaccia l’esistenza di questa nazione e del mondo intero».


Con giornalisti e scienziati unanimi, non potevano mancare quelli che la buttarono in politica: nacquero i Verdi, che degli allarmi ne han fatto propaganda politica continua. Da destra e da manca, naturalmente: le leggi di Carlo Maria Cipolla non fanno distinzione di razza, sesso, istruzione, e neanche di credo, sia esso religioso o politico.


Figura: Dimostranti a New York nella Giornata della Terra del 22 Aprile 1970.


Quanto sopra basti per gli ambientalisti, i giornalisti e gli scienziati degli anni delle prime giornate della Terra. E oggi? Ecco un florilegio dei nostri tempi (badate alle date). Repubblica, 2 Novembre 1989: «10 anni per salvare la Terra, lo affermano gli scienziati»; Corriere della Sera, 5 maggio 2007: «Le Cure per guarire la Terra suggerite dagli scienziati: ci sono solo 8 anni di tempo»; Repubblica, 16 Dicembre 2007: «Ambiente, 2 anni per salvare il mondo»; Repubblica, 23 Settembre 2013: «Dieci anni per salvare il pianeta. L’allarme degli scienziati dell’Onu»; Corriere della Sera, 21 Marzo 2023: «Clima, ultima chiamata, 10 anni per intervenire, lo afferma la scienza». Al Gore, alla sua prolusione Nobel del 2007: «Entro 7 anni il Polo sarà completamente sciolto». Joe Biden: «Il cambiamento climatico è una minaccia alla nostra stessa esistenza». Perfino Papa Francesco non si è tirato fuori dalla mischia, e nella sua Lettera enciclica «Laudato si’» del 2015, tutta dedicata all’allarme, ha puntato il dito contro «le abitudini nocive come, per fare solo un esempio, il crescente aumento dell’uso dei condizionatori». Questa dei condizionatori dev’essere una fissa, però: più recentemente sono stati evocati come alternativa alla pace nel mondo. Vabbè, li terremo spenti perché sennò le bollette vanno alle stelle: ma la pace?


Franco Battaglia


Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 25 aprile 2023







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