Ambientalismo
18 aprile 2023 LE PROCURE INDAGHINO SUI RESPONSABILI MORALI DEGLI ATTI DI ECOVANDALISMO A quelli di Ultima Generazione (UG) si stanno addebitando alcuni reati, tra cui l’associazione a delinquere, per le loro azioni dissennate e, diciamola tutta, violente. Bisognerebbe però tenere conto delle attenuanti, giacché questi giovanotti sono andati fuori di testa perché c’è chi li sta terrorizzando. Ed è costui, innanzitutto, che dovrebbe suscitare l’attenzione delle Procure. Mi riferisco all’Ipcc. Non voglio fare il leguleio della domenica, ma visto che la legge non ammette ignoranza sulla medesima (a differenza di molto altro dello scibile, ove si può benissimo essere ignoranti), mi chiedo se dai «Riassunti per Responsabili Politici (Spm, Summary for policymakers)» diffusi dall’Ipcc possano ipotizzarsi i reati di procurato allarme e/o circonvenzione d’incapace. L’art. 658 c.p. recita: «chiunque, annunziando disastri o pericoli inesistenti suscita l’allarme presso le Autorità, è punito con....»; e l’articolo 643: «chiunque, abusando dei bisogni, delle passioni o dell’inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato di deficienza psichica di una persona, la induce a compiere un atto che importi un qualsiasi effetto per essa o per altri dannoso, è punito con...». Che all’Ipcc annunzino disastri mi pare indiscutibile: vaneggiano di «azioni urgenti», propongono «manuali di sopravvivenza», e simili delizie, per colpa dell’uso che si fa dei combustibili fossili. Che con questi annunzi stanno suscitando allarme presso le Autorità mi pare altrettanto indiscutibile. Da noi, il presidente Sergio Mattarella continua a ripetere – necessariamente a pappagallo, visto che egli non è scienziato di clima, fisica dell’atmosfera o di geologia e geofisica – le parole dell’Ipcc. Ma anche altre Autorità mondiali: per esempio il compianto Filippo, principe di Galles, padre del Re d’Inghilterra e presidente onorario del Wwf, era uscito anche lui – come quelli di UG – fuori di testa per il terrore, fino al punto di augurarsi di rinascere per metempsicosi come virus, in modo da estinguere quel pezzo d’umanità che, a sentire quelli dell’Ipcc, starebbe portando distruzione e morte. E, infine, il resto delle Autorità mondiali, tutte protese ad attuare i consigli della «scienza» emanata, appunto, dall’Ipcc. Che ha abbindolato il mondo intero fino al punto di indurlo a dargli il premio Nobel per la Pace. Insomma, l’art. 658 c.p. sembra appropriato esaminarlo. Quanto al 643 c.p., è indubbio che, quando cominciò a manifestare i propri turbamenti, Greta Thunbergh era una minorenne (e con lei molti dei suoi seguaci Gretini) e che, per propria stessa ammissione, fosse anche affetta da una sindrome (quella di Asperger) che la rende particolarmente vulnerabile per il senso di bisogno negato («mi avete rubato il futuro») e nelle proprie passioni. Ed è indubbio che tutti costoro – Gretini, Ultima Generazione – per propria inesperienza stanno compiendo atti dannosi a sé (per esempio i Gretini hanno ridotto la frequenza scolastica) o per gli altri (la Questura di Padova li sta incolpando addirittura di associazione a delinquere). Nel 1988 le Nazioni Unite conferirono all’Ipcc il mandato di esaminare «lo stato delle conoscenze della scienza del clima e dei cambiamenti climatici», un mandato espresso a causa della «preoccupazione per il fatto che le attività umane potrebbero cambiare il clima globale, minacciando le generazioni presenti e future». Attenzione, scrissero «presenti e future», non soltanto «future», parola, quest’ultima, che da sola avrebbe comportato una preoccupazione vaga e, comunque, indefinita nel tempo. No: la preoccupazione dell’Onu era quella di una minaccia indubbiamente imminente. Ora, qualunque cosa sia scritta nelle migliaia di pagine dei Rapporti dell’Ipcc, di tutta evidenza né la generazione del 1988, né la successiva (che è trascorsa tutta), né quella ancora successiva (che è quella tuttora in pieno corso) sono state in qualche modo colpite, nei 35 anni del periodo 1988-2023, da eventi climatici disastrosi che fossero, per intensità, numero o frequenza, superiori ad analoghi eventi nei 35 anni del periodo, che so, 1888-1923. Allora se vogliamo seguire la scienza, cioè il metodo scientifico, cioè se vogliamo badare ai fatti, solo ai fatti, possiamo dire che la preoccupazione di 35 anni fa era infondata, e qualunque cosa possa aver detto o scritto l’Ipcc in questi 35 anni è ridondante. Ma, anziché chiudere i battenti, l'Ipcc sta mantenendo il mandato del 1988, avendolo trasformato in un'industria di Rapporti perpetui, i cui Spm constano di 5-10 pagine specificamente progettate per allarmare. Per vedere perché, basti considerare la figura 10 dell’ultimo Spm, di recente presentato ai politici e ai giornalisti. Figura. Ogni tonnellata di emissioni di CO2 fa aumentare il riscaldamento. L’incremento della temperatura globale dal 1850 a oggi in funzione delle emissioni cumulative di CO2 (in Giga-tonnellate). La relazione quasi lineare tra CO2 e temperatura in 5 scenari fino al 2050. Il messaggio che essa vuole veicolare, almeno all’occhio inesperto di bambini, politici e giornalisti, è inequivocabile: dal 1850 le temperature sono aumentate di circa 1 Celsius, e la causa è interamente dovuta alle emissioni antropiche di CO2. Questa figura contiene almeno quattro bugie, una evidente e le altre tre nascoste (ma, come sappiamo, le migliori bugie sono le verità dette a metà). 1. Vi è contraddizione tra il titolo della figura e la figura stessa. Nei quarant’anni 1940-80 sono stati immessi in atmosfera 15 miliardi di tonnellate di CO2 ma, come si vede in figura, in quegli anni le temperature globali non aumentavano. Anzi, se si espande la porzione di figura dell’intervallo 1940-80, si vede bene che esso fu un periodo di global cooling (tant’è che negli anni Settanta del secolo scorso v’era allarme per una imminente era glaciale). Il fatto è in palese contraddizione col titolone della figura: «ogni tonnellata di emissioni aumenta il riscaldamento globale». All’occhio inesperto o, comunque disattento, ciò che rimane impresso è il titolone. 2. Gli occhi inesperti di quelli di prima leggono nella figura una relazione di causa-effetto tra aumento di temperatura ed emissioni di CO2. Ma se avessi riportato in grafico, che so, il mio reddito degli ultimi quarant’anni in funzione delle emissioni, il grafico sarebbe stato lo stesso. Ma il mio reddito è aumentato sia per i miei avanzamenti di carriera che per l’inflazione, non certo per le emissioni mondiali di CO2. Cosa dicono i Rapporti Ipcc che questo grafico del rapporto riassuntivo nasconde? Bisogna sapere che l’Ipcc usa la fraseologia “probabile” e “molto probabile” per indicare probabilità del 65% e del 90%, rispettivamente. Nel caso specifico, i Rapporti dicono che «è probabile che il riscaldamento globale osservato dal 1850 sia dovuto alle emissioni antropiche» – quindi, secondo l’Ipcc, v’è il 35% di probabilità che il riscaldamento sia invece naturale. Inoltre, dicono che «la CO2 contribuisce per circa la metà al riscaldamento». Il messaggio della figura dello Spm è quindi fuorviante: induce quelli di UG, Gretini e politici a chiedere che si smetta di usare i combustibili fossili. 3. L’asse orizzontale della figura comincia nel 1850, cioè da quando sono iniziate le emissioni di CO2, e fa intendere che senza di esse non vi sarebbe stato alcun riscaldamento globale. Se però l’asse orizzontale fosse cominciato nel 1700 (cioè al minimo della Piccola era glaciale), si sarebbero osservati 150 anni di riscaldamento globale. A cosa esso fu dovuto a noi che non siamo climatologi non interessa: la cosa importante è che negli anni 1700-1850 ci fu, in assenza di emissioni, un riscaldamento anche superiore a quello degli anni 1850-2000. La figura qui riportata racconta allora solo metà della verità. 4. La porzione della figura che avanza proiezioni per il futuro fino al 2050 assume che l’andamento di crescita della temperatura con la crescita della CO2 atmosferica sia «quasi lineare» (così sta scritto in figura). Ma la detta crescita – lo riconoscono anche i Rapporti dell’Ipcc – non è lineare ma, per specifica legge della fisica, è logaritmica. Chiedo scusa per il tecnicismo, ma la cosa è importante e significa questo: se ipotizziamo che al 2100 le emissioni avranno portato la concentrazione atmosferica di CO2 a 900 ppm (parti per milione), per allora la temperatura sarà 3 Celsius maggiore di quella odierna se la crescita fosse lineare, ma sarà di circa 1 Celsius maggiore di quella odierna se la crescita fosse (come per legge della fisica è) logaritmica. E questo sempre nell’ipotesi che a governare il clima sia solo la CO2 antropica, cosa che, peraltro, di tutta evidenza non è, giacché negli anni 1940-80 quando la CO2 cresceva le temperature diminuivano, e giacché le temperature aumentavano anche quando non v’erano emissioni (1700-1850). Con quanto sopra, non dico che l’Ipcc sia colpevole dei reati ascritti agli art. c.p. 658 e 653 c.p. Ma forse chi di dovere potrebbe esplorare la possibilità di questa responsabilità e assolvere Gretini e UG. In ogni caso non meraviglia che costoro, convinti di non avere futuro e di estinguersi, siano usciti fuori di testa ed entrati nel panico. Franco Battaglia Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 18 aprile 2023 ... |