Ambientalismo
18 marzo 2023 PIÙ CHE TRANSIZIONE ECOLOGICA È UNA TRANSAZIONE FINANZIARIA NON TRANSIZIONE (ECOLOGICA), MA TRANSAZIONE (FINANZIARIA) Un quinto di mondo, quello occidentale (Stati Uniti e Unione europea), sta combattendo contro la Russia considerando la stessa una minaccia. Una minaccia per chi? Certamente per l’Ucraina, e facciamo finta di crederci. Certamente, dicono, anche per i Paesi europei che furono parte dell’Unione sovietica, volendo ricostituire quell’Unione. Non possiamo far finta di crederci visto che la cosa non è corroborata dai fatti. Il suddetto mondo occidentale sostiene che «la più grande minaccia che incombe sull’umanità è il cambiamento climatico indotto dalle emissioni umane di CO2». Non è un’iperbole mia ma una dichiarazione ufficiale dell’Onu, e per questo l’ho virgolettata. Onde per cui il mondo occidentale ha deciso di dimezzare entro il 2030 e azzerare entro il 2050 quelle emissioni. Tanto per far comprendere quanto la questione climatica indotta dalle emissioni umane sia ritenuta grave, cito le parole del 22 Gennaio 2019 pronunciate da tale Alexandria Ocasio-Cortez. Testuali: «Se non si affronta il problema climatico, fra 12 anni ci sarà la fine del mondo». E Alexandria, tanto per capirci, non è una tale qualunque, ma è da molti anni membro del Parlamento americano, alleata di Joe Biden. E, d’altra parte, il 20 Luglio 2022 lo stesso Presidente americano dichiarava: «Il cambiamento climatico indotto dalle attività umane è una minaccia per l’esistenza stessa della nostra nazione e del mondo intero». Senonché alle Nazioni Unite, in un discorso pronunciato il 21 Settembre 2021, il Presidente cinese Xi Jinping dichiarava a sua volta: «La Cina farà ogni sforzo per raggiungere il picco di emissioni entro il 2030». La frase sottintende, sì, che dopo il 2030 presumibilmente s’industrierà per ridurre quelle emissioni, ma sottintende anche che fino al 2030 esse cresceranno, fino a raggiungere, appunto, il picco massimo. E non sono soltanto parole: effettivamente nel solo 2022 la Cina ha installato impianti di produzione elettrica da carbone per 50 GW (gigawatt), cioè 50 grossi impianti che producono più energia elettrica di quel che serve a tutta l’Italia. Nel 2021 ne aveva installati più di 30 GW, e per i prossimi due anni la Cina progetta di installarne tanti da doppiare la produzione elettrica da carbone degli Usa (e, negli Usa, il carbone è la prima fonte d’energia elettrica). Ora, se due più due fa quattro, uno si attenderebbe che il mondo occidentale promuova non dico la guerra contro la Cina – come sta facendo contro la Russia, per una minaccia, per quanto dichiarato, tutto sommato modesta in confronto a quella climatica – ma promuova almeno sanzioni. Anche una sola piccola, minuscola, sanzione, magari solo a titolo dimostrativo. O forse – chiedo troppo? – una fiaccolata. Che poi, diciamola tutta, oltre ad essere una esistenziale minaccia per l’intero pianeta, la Cina avrebbe anche il torto di non essere quella democrazia per difendere (ma che dico, difendere: promuovere, esportare) la quale i sinceri democratici non lesinano nella spedizione di bombe. Muoia Sansone con tutti i Filistei, piuttosto, no? Allora, qui due più due non sembra far quattro. Siccome però due più due fa quattro (ad essere precisi non sempre, ma concedetemi la generalità), allora dobbiamo tornare al punto di partenza. Perché, in logica, da una premessa falsa è lecita qualunque conseguenza. Per cui se l’inferenza A-implica-B è vera e se la conseguenza B è falsa allora anche la premessa A deve essere falsa. Nel nostro caso, tutto quanto abbiam detto prima implica che è falsa la premessa secondo cui v’è una crisi climatica indotta dalle emissioni antropiche. In un comunicato del 27 Giugno 2021 gli uffici delle Nazioni Unite annunciavano che «la crisi climatica è una sfida finanziaria da trilioni di dollari». La domanda è chi intasca quei trilioni e da chi essi son presi. Non certo dai cinesi, che di tutta evidenza non meritano l’attenzione, non dico con una imbrattatina ad una qualche tela esibita al MoCA di Shanghai (dal quale quelli di Ultima generazione se ne stanno giudiziosamente lontani), ma neanche con una fiaccolata dimostrativa per via Cavour a Roma. Posto che chi intasca il malloppo diventa ricco, azzardo un suggerimento per la risposta: i ricchi (che sono pochi) diventano tali coi soldi dei poveri (che sono molti). Noi siamo di quelli che gioiscono quando qualcuno diventa ricco, perché di solito la circostanza crea benessere ai poveri che ci hanno messo il denaro. Nel caso in parola, il benessere sarebbe la salvezza del pianeta da una minaccia esistenziale. Che però non esiste, visto che chi (presumibilmente) minaccia non è degno dell’attenzione neanche di una fiaccolata dimostrativa di protesta. La urbi et orbi invocata transizione ecologica, allora, non è una transizione, ma una transazione: una transazione finanziaria. In una parola: ci stanno fregando. Alla grande. Franco Battaglia Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano La Verità il 18 marzo 2023 ... |