Contro IL Deep State
12 marzo 2023

L'amministrazione Biden sull’orlo di una crisi bancaria


Secondo la rivista Axios: l'amministrazione Biden è sull'orlo di una crisi bancaria

Crolla la Silicon Valley Bank, la banca delle Big Tech. Si profila all’orizzonte una crisi come quella  del 2008? Voci affermano che la crisi potrebbe essere peggiore. Staremo a vedere. I fatti parlano chiaro. In USA con l’amministrazione Biden i tagli occupazionali sono cresciuti del 410% come riferito QUI.

***

L'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden attende una crisi del sistema bancario se il piano di salvataggio per i depositanti della Silicon Valley Bank (SVB) non viene sviluppato prima dell'apertura delle filiali, ne è certa la pubblicazione online americana Axios.

"Il presidente Biden deve affrontare una catastrofica crisi bancaria se il governo degli Stati Uniti non riesce a organizzare un accordo per salvare i depositanti SVB prima dell'apertura delle filiali domani", ha affermato  la rivista.

Il Dipartimento per la Protezione Finanziaria e l'Innovazione della California (FDIC) ha chiuso la Silicon Valley Bank, la sedicesima banca più grande degli Stati Uniti. SVB è stata la più grande banca a fallire negli Stati Uniti dall'ultima crisi finanziaria.

La FDIC, specializzata nel lavorare con le startup nella Silicon Valley, è stata nominata manager esterno della banca. La società ha già trasferito tutti i depositi assicurati dalla banca a una struttura separata da essa creata: la Deposit Insurance National Bank of Santa Clara.

Elon Musk ha annunciato la sua disponibilità ad acquistare la Silicon Valley Bank in bancarotta.


Anche il Corriere della Sera ha descritto il fenomeno che ha portato al crollo della banca, cercandodi minimizzare l'accaduto.


La chiusura della Silicon Valley Bank, la banca che come dice il suo nome aveva come clienti buona parte delle aziende tecnologiche della California finanziate dalle società di venture capital, «potrebbe avere un impatto pesante sull’ecosistema delle start-up dell’high-tech, perché molte di queste imprese hanno bisogno di liquidità per pagare gli stipendi e funzionare», dice al Corriere Stephane Klecha, co-fondatore e managing partner di Klecha & Co, banca di investimento paneuropea specializzata nel settore tech. «Svb, mercato inglese a parte, non aveva connessioni con le imprese europee. Ma era un simbolo nel mondo tecnologico americano». Ecco perché — prevede, e non è l’unico — le autorità americane cercheranno «una soluzione diversa» al fallimento.

Cosa è successo

Svb non era insolvente: aveva asset per 209 miliardi di dollari e depositi per circa 175 miliardi, prima della corsa agli sportelli, che ha provocato il ritiro di 42 miliardi di fondi, innescata dall’annuncio di un aumento di capitale da 2,25 miliardi, per compensare la perdita di 1,8 miliardi dalla vendita frettolosa di 21 miliardi di obbligazioni per la ricerca di liquidità immediata.



La nuova Bank of Santa Clara

La Fdic, l’agenzia federale che assicura i depositi fino a 250 mila dollari, ha già creato una nuova banca, la National Bank of Santa Clara, operativa da domani per facilitare i prelievi da parte degli clienti per l’importo assicurato. Ma secondo la Federal Reserve, il 93% dei depositi non era assicurato e centinaia, se non migliaia di società, si troverebbero con i fondi bloccati nella Svb. I circa 8.500dipendenti hanno ricevuto un’offerta di lavoro di 45 giorni a 1,5 volte il loro stipendio da parte della Fdci: lavoreranno a distanza, ad eccezione dei lavoratori essenziali e dei dipendenti delle filiali. Poi si vedrà.

L’insolvenza della controllata britannica

In Gran Bretagna, dove Svb aveva aperto la prima filiale all’estero, la Bank of England ha annunciato la procedura di insolvenza anche per la controllata britannica. L’istituto ha una presenza limitata nel Regno Unito e non rappresenta un problema sistemico nel sistema finanziario del Paese, ha precisato la banca centrale inglese. Ma farebbe già gola ai concorrenti: secondo indiscrezioni di stampa, la Bank of London starebbe valutando di fare un’offerta per il salvataggio del ramo britannico.









...







.
.
Informativa
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso.
Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze per inviare messaggi promozionali sulla base dei comportamenti degli utenti.
Si possono conoscere i dettagli, consultando la nostra privacy seguendo il link di seguito.
Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie.
In caso contrario è possibile abbandonare il sito.
Altre informazioni

Ok entra nel sito