Russia
09 gennaio 2023 Accordo di pace tra Ankara e Damasco grazie alla regia di Mosca: i terroristi del PKK sono milizie per procura degli Usa e di Israele La Turchia si ritira dalla SiriaAccordo tra Turchia, Russia e Siria
Solo il 27 dicembre il governo siriano accusava: «Le forze di occupazione turche hanno attaccato con artiglieria pesante i dintorni dell’area di Abu Rasin e il bombardamento si è concentrato sul villaggio di Um Harmala, provocando danni ad alcune abitazioni e uno stato di terrore tra i civili a causa delle gravità delle esplosioni. Dal 10 di dicembre, la città di Abu Rasin, nei territori settentrionali di Hasakah, ha assistito allo sfollamento della maggior parte delle famiglie che hanno lasciato le loro case in città e sono partite per zone più sicure, per paura di ripetuti e violenti colpi di artiglieria da parte delle forze di occupazione dell’esercito turco e delle organizzazioni terroristiche a loro affiliate». Ma il clima era cambiato già il giorno dopo, Infatti, il 28 dicembre, il ministro della difesa ha affermato in un comunicato che «Oggi si è svolto un incontro tra il ministro della Difesa siriano [Ali Mahmoud Abbas] e il maggiore generale, direttore del dipartimento di intelligence generale siriano, con le loro controparti, il ministro della difesa turco Hulusi Akar e il capo del ministero turco dell’Intelligence Service, nella capitale russa, Mosca, con la partecipazione della parte russa. Le due parti hanno discusso molti dossier e l’incontro è stato positivo». Poi si è tenuta una sessione tripartita di colloqui tra i ministri della difesa di Siria, Russia e Turchia, e i tre ministri hanno sottolineato «La necessità e l’importanza di proseguire il dialogo congiunto al fine di stabilizzare la situazione in Siria e nella regione. In seguito il ministero della difesa russo ha confermato in una dichiarazione che «Il 28 dicembre si sono svolti a Mosca colloqui tripartiti tra i ministri della Difesa della Federazione Russa, Siria e Turchia, durante i quali si è discusso della situazione in Siria, della questione dei rifugiati e degli sforzi congiunti per combattere i gruppi estremisti in Siria. Dopo l’incontro, i ministri hanno fatto riferimento alla natura costruttiva del dialogo e hanno sottolineato la necessità della sua continuazione al fine di aumentare la stabilità della situazione in Siria e nella regione nel suo insieme». È l’ennesimo accordo che mette sotto scacco gli USA e i loro terroristi kurdi. Infatti il quotidiano ufficiale siriano Al-Watan ha scritto che «L’incontro trilaterale tenutosi a Mosca tra Russia, Turchia e Siria ha concluso che la Turchia ha accettato di completare il ritiro dalla Siria nordoccidentale e di rispettare la sovranità della Siria». E spiega quali sono gli esiti della riunione tripartita di Mosca: «Il ritiro dell’esercito turco, il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale della Siria, la riapertura dell’autostrada M4 (collega le province di Latakia e Aleppo) e colpire il PKK, milizie che fanno la guerra per procura degli USA e che rappresentano una minaccia per Siria e Turchia». Al Watan scrive – con l’evidente imbeccata del regime che sostiene, che, secondo fonti di Damasco, «L’atmosfera dell’incontro tripartito che si è tenuto a Mosca e sotto gli auspici russi era il risultato di diversi incontri avvenuti in precedenza tra i servizi di intelligence in Turchia e Siria, e che questo incontro non si sarebbe tenuto senza i diversi punti precedentemente concordati tra le due parti e in un modo che soddisfa gli interessi di Damasco e le sue condizioni, la più importante delle quali è il ritiro delle forze turche da tutte le terre siriane. La fonte, che ha preferito restare anonima, afferma che il riavvicinamento siriano-turco è stato largamente spianato dai media turchi, soprattutto quelli vicini a Erdogan: nel corso dei mesi sono state pubblicate notizie, articoli e analisi che confermano che l’interesse della Turchia è diventato il risultato di cambiamenti politici e le trasformazioni globali, in riavvicinamento e riconciliazione con Damasco, ed è necessario porre fine alle differenze e raggiungere soluzioni che servano gli interessi della regione. La fonte ha confermato che gli esiti dell’incontro tripartito che si è tenuto a Mosca e che ha riunito il ministro della Difesa turco Hulusi Akar e il generale Ali Mahmoud Abbas, alla presenza del ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, hanno concluso che la Turchia ha accettato un completo ritiro dal conflitto siriano e dai territori che occupa nel nord, oltre all’affermazione di Ankara del rispetto per la sovranità e l’integrità delle terre siriane, hanno anche discusso dell’attuazione dell’accordo concluso nel 2020 per l’apertura della strada M4. La fonte dice: Le parti riunite hanno sottolineato che la milizia del PKK è una milizia per procura di America e Israele e rappresenta il pericolo maggiore per la Siria e la Turchia. La fonte ha concluso che tutto ciò che è stato concordato durante questo incontro sarà seguito attraverso comitati specializzati che sono stati formati per garantire una buona attuazione e follow-up, e che le riunioni successive si terranno tra le due parti per un ulteriore coordinamento». Quando la Turchia parla di PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan) include anche le milizie delle Yekîneyên Parastina Gel (Ypg – Unità di Protezione Popolare) e delle Yekîneyên Parastina Jin (Ypj , Unità di protezione delle donne) del Partiya Yekîtiya Demokrat (PDK) che amministra, insieme ad altre forze arabo-siriane e di altre etnie, il Rojava (Siria nord-orientale), bombardato e invaso dai turchi e dai loro mercenari jihadisti. Le Ypg/Ypj costituiscono anche l’ossatura delle Syrian Democratic Forces (SDF), l’esercito multietnico che ha sconfitto lo Stato Islamico/Isis e che finora non aveva mai attaccato l’esercito siriano e il regine di Damasco con il quale aveva avuto una sofferta convivenza basata sul comune interesse di sconfiggere le forze jihadiste filo-turche e il miliziani neri del Daesh. Anche i russi e il regime siriano sono intervenuti con aerei da combattimento e truppe – anche se rararamente – in aiuto ai kurdi siriani alle prese con il Daesh e il PDK non vuole l’indipendenza del Rojava dalla Siria. Turchia, Russia e Siria hanno concordato al tavolo negoziale di Mosca di «Dare seguito a quanto concordato attraverso comitati specializzati che sono stati costituiti per promuovere l’attuazione» ed è stato annunciato che «La Turchia e la Siria continueranno a tenere incontri di questo tipo per ottenere un maggiore coordinamento su altri aspetti». https://greenreport.it/news/geopolitica/la-turchia-si-ritira-dalla-siria/ ... |