Ambientalismo
03 gennaio 2023

Mattarella esalta la politica ambientalista. Quella politica che è stata un flop e che ci impoverisce
Ma il 2023 potrebbe passare alla storia con la fine delle energie inutili come il solare e l'eolico

2022: SUL DISCORSO DI MATTARELLA


Quello appena trascorso è stato un anno difficile per Sergio Mattarella, credente con indefesso e indomito fervore alla narrazione del cambiamento climatico indotto dall’uomo e all’illusione della transizione energetica, cose che ha considerato al centro del suo discorso di fine d’anno. Ma se proviamo a ripercorrere le tappe salienti dell’anno, vediamo come la realtà stride coi sogni, privi di scienza, del Presidente.


Il 2021 s’era concluso con la Cop26, a Glasgow, ove non si raggiunse alcun accordo – perseguito per 26 anni – per l'eliminazione graduale di quello che Mattarella considera il nemico pubblico numero uno: il carbone. Anzi, la produzione mondiale di carbone raggiungeva nel 2021 il suo massimo storico, si stima sia stata ancora maggiore nel 2022 e, si prevede, sarà ancora maggiore nel 2023.


All'inizio del 2022, l’Ipcc pubblicava allarmanti rapporti, che il Segretario Generale dell’Onu definì un «codice rosso per l'umanità», ma che furono subito contestati da una valanga di critiche da parte di scienziati da tutto il mondo – molti dei quali membri dello stesso Ipcc – i quali denunciavano la totale mancanza di scientificità, quando non addirittura la frode, in quei rapporti. 


Più tardi, nel corso dell’anno, la Nasa ha riferito che durante la pandemia le emissioni di CO2 si erano ridotte del 5% a livello globale; però la concentrazione di CO2 nell'atmosfera è aumentata allo stesso ritmo di prima della pandemia. Possiamo concludere a) che ci sono misteriose fonti di emissione (umane o naturali che siano) e b) che anche se l’Italia eliminasse il suo 0.8% di emissioni globali di CO2, la cosa non farebbe alcuna differenza nell'atmosfera (e lo stesso vale per la Ue, col suo 9% di emissioni). Inoltre, nonostante la concentrazione atmosferica di CO2 sia cresciuta del 53% dal 1998 a oggi, la temperatura media globale misurata dai satelliti non è oggi superiore a quella del 1998.



Figura: Misure satellitari delle temperature medie globali. I valori sono riferiti al valor medio, posto uguale a zero, degli ultimi trent’anni. Fonte dei dati: National oceanographic and atmospheric administration degli Usa.


Secondo la Iea (International energy agency), dal 2015 – anno della firma degli Accordi di Parigi sul clima – a oggi i contribuenti del mondo sono stati tassati per 3.800 miliardi di dollari in tecnologie energetiche verdi, ma la quantità di combustibili fossili consumati è aumentata: 129.000 TWh (terawattora, cioè miliardi di kWh) nel 2015 e 136.000 TWh nel 2021: ancora una volta, le insignificanti emissioni dell’Italia e della Ue diventano ancora più insignificanti. Non solo: a causa della mancanza di investimenti nei combustibili fossili, il loro prezzo dal 2015 a oggi è salito alle stelle. 


L'anno 2022 si è concluso con la Cop27 d’Egitto, che si è distinta per il fallimento del proposito di accordarsi sull'eliminazione graduale del nemico pubblico numero due: il petrolio. Quanto al nemico pubblico numero tre – il gas naturale – a Sharm-el-Sheikh ci si è invece accordati per aumentarne l’uso, come se il gas naturale non emettesse CO2


Il 2023 potrebbe passare alla storia come l'anno della scomparsa delle energie farlocche solare ed eolica, oltre che l'anno della conferma che l'umanità, alla fine, non può in alcun modo ridurre le proprie emissioni di CO2. O forse, chissà, come l'anno della presa di coscienza che non c'è alcuna emergenza climatica.


Gli irriducibili dell'agenda climatica, come i pazzi che si credono Napoleone, imperterriti sostengono che nel 2023 si dovrebbe legiferare per ridurre le emissioni di fertilizzanti e metano (del 30% entro il 2030, dicono). La cosa (non la riduzione, che non avverrà, ma il solo tentativo di attuarla) comporterà un costo per gli agricoltori e gli allevatori, con – se la riduzione dei fertilizzanti avverrà – riduzione delle rese e dei redditi agricoli; comporterà un costo per i consumatori, con carenza di cibo e aumento del suo prezzo; comporterà un costo per il Paese, con riduzione del Pil e delle esportazioni; e, infine, comporterà un costo per i più poveri che patiranno vieppiù la fame.


Gli irriducibili di prima auspicano una carbon tax sui carburanti, per raggiungere l’obiettivo di ridurre i consumi di benzina. Che però non saranno ridotti perché, per la maggior parte di chi brucia benzina, guidare è l'unico modo per raggiungere i luoghi ove devono andare.


I 35 anni di tentativi dell'Ipcc di farci ridurre le emissioni di gas–serra sono stati 35 anni di fallimenti e tutte – ma proprio tutte – le loro previsioni sull'aumento della temperatura globale dovuto a tali emissioni si sono rivelate sbagliate. Come i pazzi che si credono Napoleone, i leader della Ue continuano a ripetere il loro mantra, che risuona come un disco rotto da venti e più anni. L’impoverimento generale è da essi stessi dichiarato: ci chiedono di stare al freddo d’inverno e di sopportare l’afa d’estate, stanno avviando il Vecchio continente verso una progressiva de-industrializzazione e, per non farci mancare niente, lo stanno coinvolgendo in una guerra che non avevano alcuna ragione di incoraggiare. 


L’unico monito che viene in mente di sussurrare per il 2023 è: fermatevi finché siete in tempo.


Franco Battaglia


Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 3 gennaio 2023








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