Ambientalismo
16 dicembre 2022

PER SCOPRIRE LA BUFALA FOTOVOLTAICA BASTA FARE I CONTI CON I GIGAWAT

GIGAWATT


Dedico questo articolo a politici e giornalisti onesti e sprovveduti. Capisco che detta così mi rendo sùbito antipatico, ma altrettanto subitamente mi dichiaro sprovveduto in moltissime aree – quasi tutte – dello scibile. Quanto all’onestà lascio agli altri decidere. Lo scopo qui è sostenere l’uso del Gigawatt (GW) come unica unità di misura da usare nel contesto di qualunque discussione, articolo di giornale, articolo di legge, o pubblicazione tecnico-scientifica, incluse quelle che raccolgono i dati, attinente alla politica energetica di un Paese. Le quantità d’interesse in questo contesto sono, per ogni Paese, il consumo d’energia, la produzione d’energia, la capacità degli impianti che producono energia. La mia proposta è che per le quantità sopra dette si usi il GW e basta. E se qualcuno usa altre unità, prima di continuare ad ascoltarlo trasformiamo in GW. Tutto qua? – direte voi. Beh, a mia conoscenza, non lo fa nessuno al mondo, neanche l’Agenzia internazionale per l’energia nei suoi volumi di dati. Per quel che mi consta lo faccio solo io, e infatti la redazione della Verità deve spesso sorbirsi le proteste di chi osserva che io sarei uno sprovveduto visto che nei miei articoli dichiaro i consumi energetici in GW, che – dicono –  è unità di potenza e non di energia. 


Liquidiamo subito la faccenda dell’onestà. Il fatto è che alcuni furbetti nel business dell’energia creano apposta confusione, cosicché il malcapitato giornalista o politico ne esca confuso. I furbetti tipicamente informano che con l’impianto che propongono si dà energia a, poniamo, diecimila famiglie. La cosa è chiaramente inappropriata: usare la famiglia come unità di misura è veramente voler addensare nebbia. Ed è pure cosa falsa, come cosa falsa è quella di chi sostiene che quel tizio, quel condominio, o quel villaggio s’è  reso energeticamente indipendente con l’installazione di fantasiosi impianti (tipicamente fotovoltaici). Non tanto perché si tratterebbe non di energia ma, semmai, di sola energia elettrica; ma perché l’energia elettrica che consumiamo non è solo nella bolletta che ci arriva a casa, ma è anche quella che è stata necessaria per produrre tutti i prodotti che usiamo, dall’uovo all’automobile. Per farla breve: quando qualcuno usa la “famiglia” come unità di misura, trattatelo come trattereste quello che vi vende lozioni per far crescere i capelli. 


E veniamo invece al GW. Tanto per cominciare: perché Giga? Per essere intelligibili, le grandezze vanno espresse in unità tali da fornire numeri che siano intuitivi, cioè numeri naturali non troppo grandi. Forse la ragione per cui solo tali numeri sono intuitivi è biologica: abbiamo 10 dita. È per questo che comunichiamo l’altezza di una persona in centimetri e la distanza Roma-Milano in chilometri. Ora, Giga vuol dire miliardo (come Mega vuol dire milione e chilo vuol dire migliaia). Tutti noi siamo abituati al chilowatt e al chilowattora, ma trattandosi di un Paese e non di un singolo, risulta che Giga è un appropriato multiplo. Ma non è finita.


Se cercate qual è il consumo elettrico italiano, le agenzie che forniscono questo tipo di dati vi rispondono qualcosa come 350.000 GW-ora l’anno. O, nella speranza di essere più intelligibili all’uomo comune (che sarebbe familiare coi kW-ora), qualcuno comunica 350 miliardi di kW-ora l’anno, peggiorando vieppiù le cose: ditemi voi cosa ci fate con questo numero, ammesso che esso sia intelligibile. E non lo è per due ragioni. Innanzitutto perché è mostruosamente grande. Chi crede di comprendere il miliardo, resterà sorpreso ad apprendere che per avere 1 miliardo in banca bisogna aver risparmiato mezzo milione l’anno dai tempi di Gesù Cristo a oggi. La seconda ragione è che il dato mescola due unità temporali: l’ora (in kW-ora) e l’anno. Insomma, il caos è perfetto. Se invece si usa il GW, il consumo elettrico italiano risulta essere di 40 GW. Ma è una unità di potenza! – mi bacchettano gli ingegneri ambientali (che non sono proprio i più brillanti ingegneri sul mercato). Appunto: i consumi (e la produzione) d’energia vanno sempre riferiti ad una unità di tempo; ma l’energia divisa per un tempo è una potenza, cosicché i consumi (e la produzione) d’energia vanno sempre espressi in unità di potenza. Il GW, nel nostro caso. 


L’energia è una potenza moltiplicata per tempo. Per questo ogni accrocco che produce o consuma energia ha una sua propria potenza, e per sapere quanta energia produce o consuma basta moltiplicare la potenza dell’accrocco per il tempo durante il quale esso sta in funzione. Una lampadina da 100 W consuma 100 W-ora se sta accesa un’ora e consuma 1000 W-ora, cioè un kW-ora, se sta accesa per 10 ore. Un reattore nucleare da 1 GW produce 1 GW-ora se sta in funzione per un’ora e produce un GW-anno se sta in funzione per un anno. Il che vuol dire che la sua produzione elettrica è di 1 GW-anno all’anno, cioè – sorpresa! – 1 GW!


Dopo tutto ‘sto pistolotto, vediamo sùbito quanto proficuo è ragionare in GW. Il consumo elettrico italiano si attesta – diremo da ora in poi – a 40 GW. Possiamo immediatamente dedurre tante cose carucce. Per esempio, volessimo mai soddisfare questo fabbisogno col nucleare, avremmo bisogno di 40 reattori nucleari. Con 3-4 miliardi per GW, l’impegno economico per soddisfare col nucleare il nostro fabbisogno elettrico sarebbe di circa 150 miliardi d’euro per gli impianti. Che, tipicamente, hanno una vita certificata di 60 anni.


Facciamo un’altra deduzione. È un fatto che in Italia vi sono 24 GW di impianti fotovoltaici, ma la loro produzione si attesta a 3 GW. Ricordate? Bisogna moltiplicare la potenza per il tempo; ma il sole non brilla H24, e il risultato finale quello è: col fotovoltaico per produrre 1 GW elettrico bisogna installare 8 GW d’impianti. Per il nostro fabbisogno di 40 GW bisogna installare, quindi, 320 GW d’impianti fotovoltaici. Il costo? Ce lo dice l’articolo 119 della legge Superbonus-110: lo Stato paga 2400 euro ogni kW fotovoltaico. Cioè 2.4 miliardi d’euro per ogni GW, cioè quasi 800 miliardi d’euro per 320 GW.


Ma non è finita qui. Il fotovoltaico produce solo di giorno, col sole, ma il Paese richiede almeno 30 GW nelle almeno 10 ore senza sole, cosicché almeno 300 GW-ora vanno accumulati di giorno per la notte. Gli impianti di accumulo costano 1000 euro per kW-ora: 300 miliardi vanno così aggiunti agli 800 miliardi di prima. In conclusione, servirebbero oltre 1000 miliardi per soddisfare il nostro fabbisogno elettrico con impianti fotovoltaici. Che, tipicamente, hanno una vita certificata di 20 anni. 


Da ora in poi potete andare con le vostre sole gambe. Eolico: potenza attualmente installata 11 GW, energia prodotta 2.3 GW, cosicché bisogna installare circa 5 GW di eolico per produrre 1 GW elettrico. Per produrre il nostro fabbisogno di 40 GW servirebbero quindi 200 GW di impianti eolici (200.000 pale, 200 miliardi d’euro), da assistere con una capacità di accumulo che è non meglio precisata perché il vento (a differenza del sole) non ci dice quando va a dormire. Anche con l’eolico la vita degli impianti è di 20 anni.


Potete divertirvi con altri Paesi: Germania, Unione europea, America, Cina. O anche l’intero mondo. Il cui fabbisogno elettrico si attesta a 8000 GW, dei quali son prodotti quasi 3000 dal carbone, quasi 2000 dal gas, poco più di 1000 da idroelettrico, poco meno di 1000 da nucleare. Il fotovoltaico produce appena 300 GW degli 8000 di fabbisogno. Come mai questi numeri a fronte del ventennale proposito dell’universo mondo di sostituire il carbone col fotovoltaico? Rileggete l’articolo. E se siete responsabili politici, studiàtelo.

                    Franco Battaglia 


Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 15 dicembre 2022








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