Ambientalismo
13 settembre 2022

DALLA LOTTA AL CLIMA AI NUOVI 1000 BAR. ECCO IL BESTIARIO ELETTORALE DEL PD

PROGRAMMA DEL PD


L’eroe di oggi è il programma del Pd, che batte tutti gli altri quanto a stomachevole retorica, con quelle ottuse ripetizioni: i migranti e le migranti, i sindaci e le sindache. Manca solo le guardie e i guardi municipali. L’incipit – «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ragione, l’Italia è un grande Paese» – lascia presupporre che vi sia in atto un vivo e acceso dibattito sulla grandezza dell’Italia, con una fazione che dice di sì e un’altra che dice di no. I più perspicaci mi dicono che mancava al Pd uno spunto per sviolinare l’Alto colle, e in effetti nel tomo di quasi 40 pagine Sergio Mattarella non è più né nominato né evocato. Fossi io Mattarella, mi sarei offeso: di tutte le cose intelligenti che ho detto nella mia vita, non potevate trovarne una più originale? Me ne viene in mente una, più volte ripetuta, l’ultima volta nel discorso di fine anno 2019: «La più grave emergenza planetaria è quella climatica». Inutile rammentare che di lì a pochi giorni scoppiava la pandemia. Cionondimeno, un incipit tipo «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ragione: la più grave emergenza planetaria è quella climatica» sarebbe stato più appropriato, perché l’intero programma del Pd è fondato proprio sull’allarme climatico, evocato ben 21 volte. La prima volta quando scrivono: «la destra italiana è negazionista sui cambiamenti climatici». E qui quelli del Pd son bugiardelli assai, perché nel programma del Centrodestra si legge (purtroppo): «Rispettare e aggiornare gli impegni internazionali assunti dall’Italia per contrastare i cambiamenti climatici». È vero che poi non ne scrivono più mentre il Pd ci torna altre 20 volte, però scrivere che sulla questione il Centrodestra è negazionista è scrivere il falso.


Sempre nel preambolo: «Siamo determinati a fare della lotta ai cambiamenti climatici un grande motore di rilancio del Paese». Chi avrebbe potuto mai immaginare che le misure di protezione da una calamità (vuoi le cavallette, i terremoti, i virus pandemici, o vuoi il clima) possano mai essere «un grande motore di rilancio del Paese».


Al capitolo «Sviluppo sostenibile»: «La sfida della lotta al cambiamento climatico non deve essere combattuta in chiave difensiva». Cioè, il programma del Pd non è difendersi dal clima, ma cambiarlo. Andate pure avanti, che a noi scappa da ridere, verrebbe da dire. «Il percorso da intraprendere – scrivono – è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050». Cosa “neutralità climatica” significhi non è dato sapere. Forse col Pd al governo il 21 marzo tornano le rondini e il 23 settembre cadono le foglie. Il che non è poco. 


Al capitolo «Lavoro e giustizia sociale»: «Dobbiamo dire basta al precariato, al lavoro povero, al lavoro nero, dobbiamo costruire un Paese nel quale la lotta alle disuguaglianze sociali sappia coniugarsi con la lotta ai cambiamenti climatici». Quando si dice i cavoli a merenda. 


Al capitolo «Politica estera»: «L’Europa è la nostra casa comune e la nostra protezione, e la pandemia lo ha dimostrato con inequivocabile chiarezza: la risposta della Ue – e la Ue è insostituibile – ha sancito il definitivo passaggio dall’Europa dell’austerità a quella della solidarietà e ha rafforzato l’ambizione europea di essere leader globale nella lotta al cambiamento climatico». E ancora: «Serve una Confederazione europea che leghi i 27 Stati membri e i Paesi candidati in difesa della lotta ai cambiamenti climatici».


Al capitolo «Politica fiscale»: «Introdurremo una riforma fiscale verde che promuova investimenti a difesa del clima». E al capitolo «Infrastrutture» il proposito è: «monitorare e mettere in sicurezza le infrastrutture esistenti – ponti, viadotti e gallerie – attraverso azioni programmate di adattamento alle pressioni indotte dai cambiamenti climatici».  Vuoi vedere che il Ponte Morandi crollò per la troppa CO2 in atmosfera? 


La musica non cambia al capitolo «Lavoro»: «Apriremo un grande Forum nazionale per il lavoro e per il clima, per un’intesa che possa articolarsi in patti ambientali territoriali per la piena occupazione verde». Chiedo perdòno al lettore, ma l’italiano non è il mio, e – sì! – hanno scritto proprio così: piena occupazione verde.


Infine al capitolo della «Politica energetica», il programma del Pd prevede di «investire subito, da oggi, nel fotovoltaico e nell’eolico, perché contrastano il cambiamento climatico, tagliano il prezzo delle bollette, e riducono la dipendenza dal gas». “Sùbito da oggi”? Veramente è da vent’anni che i governi a guida Pd investono su eolico e fotovoltaico. Più precisamente, vent’anni fa erano installati  in Italia zero gigawatt di questa fuffa, e ora sono 33 gigawatt. In ogni caso, il prezzo delle bollette... beh, è inutile continuare, no? E quanto alla riduzione della dipendenza dal gas osservo solo che ne bruciavamo 680 TWh (terawattora, miliardi di chilowattora) nel 2000 e 725 TWh nel 2021.


Insomma l’emergenza climatica sta nel programma del Pd come il salame sta nelle vignette di Jacovitti. Da alcune settimane, qui alla Verità, intervistiamo geologi, geofisici e climatologi, chi ex Rettore, chi ex Preside di facoltà, chi Accademico dei Lincei, chi Vice ministro di Barack Obama, chi dell’Accademia nazionale delle scienze americana, chi Presidente di quotate società scientifiche, tutti concordi a dire la stessa cosa: non esiste alcuna emergenza climatica. Alcuni di costoro hanno recentemente sfidato a pubblico confronto scientifico quei cinque stravaganti sedicenti scienziati che hanno suggerito al Pd e ai suoi alleati Verdi le maniacali ripetizioni di programma che v’ho appena raccontato, ma i cinque stravaganti sedicenti scienziati si sono defilati: evidentemente temono la sfida. Cionondimeno, suggeriscono che il Paese acceleri nel processo di decarbonizzazione, incuranti del fatto che se anche l’Italia unilateralmente si decarbonizzasse oggi stesso, la cosa al clima non farebbe un baffo, visto che emettiamo lo 0.8% del carbonio emesso dal mondo. Altrettanto incurante di questo dettaglio, il Pd raccoglie il suggerimento e scrive nel programma che, in proposito, «sono necessarie decise scelte, anche unilaterali». Mai vista tanta pervicacia, senza alcun ripensamento neanche dopo che perfino l’elettorale pullmino elettrico di Enrico Letta abbia lasciato il Segretario a piedi.


Secondo il programma del Pd, la Destra italiana «diffonde paure, avversioni e odio, e considera Donald Trump interlocutore privilegiato. La nostra sfida è quella di un’Italia alleata dei Paesi della Ue e non di Viktor Orban». Verrebbe da chiedersi cosa dire della diffusione del terrore climatico e dell’avversione e odio contro il concorrente politico. Verrebbe da chiedersi se quelli del Pd sanno che Trump non è più presidente degli Stati Uniti e che Orban è da 12 anni Primo ministro, democraticamente eletto, di un’Ungheria che sta nella Ue. 


A proposito di Ue e democrazia, scrivono che «è tempo che si abolisca il diritto di veto in Ue»:  sparirebbe così l’ultimo pallore di autodeterminazione e sovranità nazionale e non servirebbe più l’abusata supplica di facciata “ce lo chiede l’Europa”, perché sarà l’Europa a prendersi quel che vorrà senza che noi si possa porre alcun veto. Sull’immigrazione non hanno dubbi: «La nostra aspirazione è costruire un modello di accoglienza e inclusione. Vogliamo abolire la Bossi-Fini e allargare i corridoi umanitari. Lo straniero che studia in Italia deve diventare cittadino italiano».


Concludiamo con due criptiche curiosità nel programma: «Vogliamo un’alimentazione sana per tutti, introdurre una forma di reddito alimentare che distribuisca agli indigenti pacchi alimentari mensili recuperando cibo che altrimenti rischia di essere sprecato». Non si capisce se parlano di avanzi o di cibo scaduto. Infine: «Centrale nella nostra proposta di programma è l’apertura di 1000 bar in 1000 piccoli comuni». Scrivono proprio così, e specificano anche da dove prenderebbero i soldi per ‘sti 1000 bar: dal Pnrr. Mi chiedo: ma se apro un bar, contribuisco al progetto politico del Pd?


Franco Battaglia


Attenzione: scrivete, possibilmente, TWh e non Twh.


Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 13 settembre 2022







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