Mons. Viganò 31 agosto 2022 AGERE SEQUITUR ESSE - La visione “teologica” del Great Reset
AGERE
SEQUITUR ESSE
La
visione “teologica” del Great Reset
Quando
l’essere umano agisce, per prima cosa ha uno scopo. La sua azione,
ciò che compie rappresenta un mezzo ordinato a un fine, che può
essere moralmente buono o cattivo. L’azione è atto della volontà,
e nasce dal pensiero, che è atto dell’intelletto. Quel che
facciamo, insomma, è determinato da chi siamo (l’insieme delle
nostre facoltà: memoria, intelligenza e volontà): la scolastica
riassume perfettamente questo concetto in tre parole: agere
sequitur esse.
Nessuno
agisce senza scopo, e anche quanto avviene sotto i nostri occhi da
ormai più di due anni è la conseguenza di un insieme di cause
concomitanti che presuppongono un pensiero iniziale, un principio
informatore, per così dire. E quando ci accorgiamo che le ragioni
che ci vengono date per giustificare le azioni intraprese non hanno
alcuna ragionevolezza, significa che queste ragioni sono dei
pretesti,
dei falsi motivi che servono a nascondere una verità inconfessabile.
Questo,
in realtà, è il modo di procedere del Maligno. Quando ci tenta,
mente per farci credere di essere nostro amico, preoccupato di noi,
del nostro bene. Proprio come un imbonitore da fiera, il demonio ci
propone i suoi ritrovati miracolosi, i suoi elisir di felicità e
ricchezza, alla modica somma della nostra anima immortale. Ma questo,
ovviamente, lo tace, e come un truffatore scrive in piccolo le
clausole del contratto.
Tutto
è menzogna, quando si tratta di Satana. False le premesse: Il
tuo Dio ti opprime con precetti gravosi. False
le promesse: Puoi
decidere tu, e ottenere ciò che desideri.
E tutto è menzogna quando i servi di Satana si organizzano per
instaurare la distopia del Nuovo Ordine Mondiale.
Ora,
siccome non possiamo pretendere che tutti i cospiratori del Great
Reset
ci dicano a chiare lettere qual è il loro scopo finale – visto che
si tratta di qualcosa di inconfessabile e di criminale – possiamo
comunque ricostruire la mens
delle
loro azioni conoscendo i principi ispiratori del loro agire e
suffragandoli con le loro stesse parole. E siamo anche in grado di
capire che le ragioni addotte sono solo dei pretesti. Anzi proprio i
pretesti,
per come vengono presentati, dimostrano il dolo e la premeditazione,
dal momento che se il loro progetto fosse onesto e buono non
avrebbero bisogno di dissimularlo con scuse illogiche e incoerenti.
Ma
cos’è, questo Great
Reset?
È l’imposizione forzata di una quarta
rivoluzione industriale che
conduca l’attuale sistema economico e sociale all’implosione e
consenta, tramite l’impoverimento generale e una drastica riduzione
della popolazione, l’accentramento del potere nelle mani di
un’élite di aspiranti all’immortalità e al dominio sul mondo.
Costoro vorrebbero ridurci ad una massa amorfa di clienti/schiavi
confinati in cubicoli e perpetuamente connessi alla rete.
Tramite
il Great
Reset
costoro vogliono cancellare la società cristiana occidentale per
instaurare una sinarchia liberal-comunista sul modello della
dittatura cinese, in cui tutta la popolazione sia controllata e
manovrabile a piacimento. In una società ispirata anche solo in
parte ai valori del cattolicesimo, i gruppi di potere finanziario e
l’élite del NWO non avrebbero spazio, ma questo non deve far
pensare ad alcuni che la loro opposizione alla società cristiana
abbia una motivazione essenzialmente economica e di potere. In
realtà, ciò che scatena quell’odio è che possa esistere, fosse
anche nel più remoto angolo del pianeta, un’alternativa possibile
alla distopia globalista, un mondo in cui il datore di lavoro può
pagare onestamente i propri dipendenti, in cui lo Stato chieda tasse
ragionevoli ai cittadini, in cui le opere di carità svolgono
gratuitamente e senza speculazioni quei servizi che oggi sono
subappaltati ai privati per lucro, in cui sia rispettata l’innocenza
dei bambini e non si ammetta la propaganda LGBTQ+. Un mondo in cui il
Regno sociale di Cristo si mostri non solo come possibile, ma come la
migliore forma di società, amministrata per il bene comune e la
gloria di Dio.
La
semplice esistenza di un termine di paragone è una sconfessione
bruciante dell’inganno globalista, ne mostra il fallimento e
l’orrore. Le menzogne sulla necessità dei lockdown
sono
sconfessate dall’evidenza che dove non lo si è adottato i casi di
malattia grave sono stati meno che dove si sono imposte chiusure e
coprifuoco. Le menzogne sull’efficacia del siero genico sono
sbugiardate dai casi di reinfezione di plurivaccinati, dagli effetti
avversi gravi, dalle morti improvvise. Le menzogne sul popolo sovrano
e sui diritti inviolabili della persona sono state smentite da regole
assurde, norme incostituzionali, leggi discriminatorie nel silenzio
della magistratura. E, ad essere onesti, anche il termine di paragone
costituito dalla Messa di sempre rende impossibile preferire la sua
contraffazione montiniana: motivo per cui la chiesa bergogliana vuole
impedirne la celebrazione e tenerne lontani i fedeli. Anche per
imporci questo orrore si è fatto ricorso all’inganno, raccontando
ai fedeli che la Messa antica era incomprensibile, e che occorreva
tradurla e semplificarla per farne meglio apprezzare il significato
ai fedeli. Ma era una menzogna, e se ci avessero spiegato che il loro
scopo era esattamente lo stesso che si erano prefisso gli eresiarchi
protestanti – ossia distruggere il cuore della Chiesa Cattolica –
saremmo andati a prenderli con i forconi.
Il
mondo globalista, dunque, non tollera confronti. Pretende
quell’esclusività che denuncia con orrore appena non è lui a
rivendicarla. Si straccia le vesti sul potere temporale della Chiesa
– con la complicità di chierici eretici e fornicatori – per poi
esigere obbedienza assoluta e irrazionale ai dogmi che proclama da
Davos o da Bruxelles. Celebra la libertà di espressione e di stampa
che generosamente finanzia, ma non tollera né il dissenso né la
verità, che cerca di rendere semplicemente inaccessibile,
invisibile.
Ancora:
il mondo globalista non ha un passato da mostrarci a conferma della
grandezza delle proprie idee, della propria filosofia, della propria
fede. Viceversa, vive della falsificazione della Storia, della
cancellazione del passato, della sua rimozione dalle nuove
generazioni. In modo che non ci sia nessuno che, dinanzi alla
cattedrale di Chartres, sia in grado di riconoscere le immagini di
Cristo e dei Santi. In modo che nessuno sappia che nella Sainte
Chapelle era custodita l’ampolla del Crisma portato da un Angelo
per consacrare i Re di Francia. In modo che non ne possa conoscere le
gesta, non trovi la loro tomba, non comprenda i tesori di arte e
letteratura che hanno reso grandi le nazioni cattoliche. La
cancellazione della cultura è rivelatrice della radicale
inconsistenza ontologica del globalismo dinanzi allo splendore della
Cristianità.
Il
mondo globalista non ha un futuro. O meglio: il futuro che intende
riservarci è quanto di più tetro e terrificante possa concepire la
mente umana. Il futuro che ci prospetta, quindi, è falso e
irrealizzabile. «Non ho una casa, non possiedo nulla e sono felice»,
cercano di convincerci Schwab e i promotori dell’Agenda 2030. Ma il
loro scopo non è di renderci felici – cosa che puntualmente non
avverrà, ovviamente – ma di confiscarci la casa e i beni,
mettendoceli a disposizione a pagamento. Quando ci parlano di
pacifismo e di disarmo, non è perché vogliono la pace, ma perché
essendo noi disarmati e senza ideali ci lasceremo invadere e dominare
senza reagire. Nell’imporci l’accoglienza e la “inclusività”
– adottando un lessico da iniziati – non vogliono farci realmente
accogliere e integrare persone di altre culture e religioni, ma
creare le premesse
del disordine sociale e della conseguente cancellazione delle nostre
tradizioni e della nostra Fede.
Quando ci parlano di “resilienza” non ci dicono che ci
proteggeranno dagli eventi avversi, ma che dobbiamo rassegnarci ad
assorbirli senza protestare. Quando
ci
accusano di estremismo o di integralismo, è solo perché sanno che
fedeli e cittadini con nobili e santi ideali possono resistere,
organizzare un’opposizione, diffondere il dissenso. E quando ci
impongono l’inoculazione di massa con un siero genico privo di
efficacia ma pieno di effetti avversi gravi e letali, non lo fanno
per la nostra salute, ma per modificare il nostro DNA e renderci
malati cronici, con un sistema immunitario definitivamente
compromesso e una speranza di vita inferiore alla media dei sani. E
per inserire nei nostri organi – come abbiamo appreso dalla
denuncia recentemente depositata dall’avv. Carlo Alberto Brusa –
delle nanostrutture autoassemblanti al grafene, in grado di renderci
geolocalizzabili, militari inclusi.
Non
aspettatevi mai la verità dai fautori del Great
Reset.
Perché dove non c’è Cristo, non può esservi la Verità, e
sappiamo quanto essi provino odio per Nostro Signore. Un odio che non
riescono a celare, che ostentano negli spettacoli di inaugurazione
degli eventi europei (pensiamo all’inaugurazione del traforo del
San Gottardo, ai Giochi Olimpici di Londra e, recentemente,
all’inaugurazione dei Giochi del Commonwealth a Birmingham), nelle
“raccomandazioni” di non festeggiare il Natale e di non usare
nomi cristiani per i nostri figli. Il loro odio emerge livido quando
teorizzano l’aborto come un “diritto umano”, nascondendone
l’atrocità dietro l’ipocrita espressione “salute
riproduttiva”: perché è la vita che odiano, in cui vedono
l’immagine e la somiglianza di quel Dio che hanno perduto per
sempre.
Questa
immagine e somiglianza, in realtà, è molto più profonda di quanto
non si creda. Essa consiste nella dimensione trinitaria dell’uomo,
con le sue facoltà che rimandano alle Tre Divine Persone: la memoria
(il Padre), l’intelligenza (il Figlio), la volontà (lo Spirito
Santo). E come
nella Santissima Trinità lo Spirito è l’Amore che procede dal
Padre e dal Figlio, così nell’uomo la volontà è la facoltà che
origina dalla memoria delle cose passate e dalla comprensione di
quelle presenti. Non è un caso se, nel capovolgimento infernale del
mondo contemporaneo, l’uomo si trovi privato dei propri ricordi,
della propria storia e delle proprie tradizioni (pensiamo alla cancel
culture e
alle richieste di “perdono” per azioni
del nostro passato falsate o travisate), incapace di esprimere un
giudizio critico (pensiamo alla dissonanza cognitiva generata dalla
psicopandemia) e di ordinare la propria volontà subordinandola
all’intelletto (pensiamo alla incapacità di reagire dinanzi al
male imposto o al bene di cui siamo privati).
La
società moderna, con la sua favola della democrazia, ci ha insegnato
a pensare che possiamo anche essere cattolici, magari anche
tradizionalisti, a patto di non mettere in discussione che pari
diritto vada riconosciuto a chiunque altro. Bisogna rispettare le
idee altrui, ci dicono. Ma nel mondo metafisico, nell’eternità di
Dio, questa battaglia tra Bene e Male non ha nulla di laico né di
ecumenico: è reale, come reali sono gli eserciti schierati, quello
della Civitas
Dei e
quello della civitas
diaboli.
Gli Angeli del paradiso e gli spiriti apostatici dell’inferno non
sanno che farsene dei buonismi conciliari: combattono una battaglia
in cui strappare all’avversario quante più anime possibile. I
Santi che intercedono per noi non hanno letto Fratelli
tutti,
e la bilancia di San Michele non è tarata sulla morale della
situazione di qualche gesuita eretico o sui contorsionismi pastorali
del sentiero sinodale.
Smettiamola
di essere politicamente
corretti,
sempre presi dal timore che le nostre convinzioni possano oltraggiare
le sensibili coscienze di chi non esita a fare a pezzi una creatura
indifesa nel ventre materno o a soffocare nel sonno l’anziano e il
malato. Siamo stati troppo spesso silenziosi dinanzi a cose che non
dovrebbero essere nemmeno menzionate, dalla normalizzazione dei vizi
alle più degradanti trasgressioni. Eppure come Cattolici dovremmo
sapere che Dio è vivo e vero a dispetto degli atei, e che Cristo ha
i titoli di sovranità su di noi in quanto nostro Creatore e
Redentore a dispetto dei liberali. Se non siamo persuasi di queste
realtà,
non possiamo comprendere nemmeno l’azione del nemico, che di questa
realtà è perfettamente consapevole. Se non siamo persuasi di queste
realtà, non daremo alcun esempio credibile a chi dalle
nostre parole e dalle nostre azioni potrebbe essere reso docile alla
Grazia, aprendo gli occhi.
È difficile credere a chi per primo non ama ciò che professa, così
com’è difficile prestare fede ai modernisti, che con il loro
comportamento privo di carità sconfessano tutti i loro verbosi
vaniloqui. E a chi ci chiede di mangiare cavallette e scarafaggi per
salvare il pianeta, mentre non rinuncia ai pregiatissimi tagli di
manzo di Kobe, o di rinunciare all’auto diesel, mentre per
spostarsi usa il jet privato.
Dobbiamo
ritrovare quella dimensione di realismo e di oggettività, di
consapevolezza del combattimento spirituale, che passo passo ci hanno
portato a perdere, o di cui ci hanno insegnato a vergognarci. Siamo
milites
Christi,
chiamati a combattere un nemico che vorrebbe colpirci alle spalle o
farci disertare vilmente, perché sa che quando ci combatte in campo
aperto, dietro di noi trova la Vergine Immacolata, terribilis
ut castrorum acies ordinata.
Quella Madre che il Nemico odia in tutte le madri della terra, quella
Sposa dell’Agnello che vilipende nell’attaccare la santità del
Matrimonio e delle virtù domestiche, quella Donna che umilia
sfigurando la femminilità o facendone l’oscena parodia.
La
dottrina globalista è essenzialmente satanica, perché è la diretta
e più coerente applicazione sociale e globale della ribellione di
Satana. Vi troviamo quella hybris,
quella sfida al Cielo che la civiltà classica – ancora pagana ma
già preordinata all’avvento del messaggio di Cristo nella pienezza
dei tempi – aveva saggiamente stigmatizzato e che ci riporta alla
ribellione di Lucifero. La hybris,
l’orgoglio folle di chi si crede come Dio e Gli usurpa gli
attributi divini, porta oggi la scienza a rinnegare la propria
vocazione al servizio del bene per trasformarla in serva del Nuovo
Ordine, per compiere con il progresso tecnologico ciò che in passato
era impensabile: cancellare la separazione tra l’uomo e la
macchina, tra la sua mente e l’intelligenza artificiale.
Non
ci deve quindi stupire se il transumanesimo è uno dei punti
irrinunciabili dell’Agenda
2030. Dietro
questo folle progetto di porre mano al Creato e osare addirittura
manomettere il santuario della coscienza in cui solo Dio scende con
la Grazia, dietro questo disegno di violare l’essere umano per
“renderlo più efficiente” vi è, ancora una volta, un errore
dottrinale, una menzogna opposta alla Verità di Dio. Creare un
essere immortale – come vorrebbero alcuni – è la riproposizione
tecnologica di un delirio infernale, alla base del quale c’è la
presunzione di poter cancellare le conseguenze sull’uomo del
Peccato Originale, riportandolo allo stato di perfezione in cui si
trovava prima di cedere alla tentazione del Serpente. Dove il peccato
di Adamo ha portato la morte e la malattia, l’inganno del
transumanesimo promette l’immortalità e la salute; dove ha portato
l’indebolimento dell’intelletto e l’inclinazione al male della
volontà, la frode dell’uomo-macchina promette l’accesso alla
conoscenza e la possibilità di essere legge a se stessi. Dove ha
condotto alla fatica del lavoro, alla guerra e alle pestilenze, la
distopia globalista promette il reddito universale, la pace e la
prevenzione di tutte le malattie. Ma la morte, la malattia,
l’indebolimento dell’intelletto e l’inclinazione al male della
volontà, la fatica del lavoro, la guerra e le pestilenze sono la
giusta pena per l’infinita offesa che l’umanità intera, nei suoi
Progenitori, ha arrecato alla Maestà di Dio disobbedendoGli. Chi si
illude che non vi siano conseguenze a quella disobbedienza, è perché
non vuole né accettare di essere figlio
dell’ira,
né riconoscere l’opera della Redenzione di Gesù Cristo, venuto in
terra propter
nos homines et propter nostram salutem
e morto sulla Croce per riscattarci dal giogo di Satana.
Qui
sta la vera prospettiva teologica, dalla quale considerare la crisi
della società e della Chiesa. Il delirio del transumanesimo non mira
a rendere più veloce la corsa dell’atleta o più acuta la mira del
soldato, ma a corrompere l’uomo nel corpo, dopo averlo colpito
nell’anima. Satana non si rassegna alla sconfitta, tanto più
tremenda quanto maggiormente in essa è apparsa l’obbedienza di
Nostro Signore nei confronti del Padre Eterno, in opposizione
all’orgoglio del Non
serviam luciferino.
E se Dio, attraverso i sentieri della Grazia, riesce a toccare le
anime e ricondurle a Sé restituendole alla vita eterna, Satana si
accanisce oggi anche sui corpi, per contaminare l’opera del
Creatore e sfigurare la creatura. Infatti, la sua opera devastatrice
si estende anche agli animali e alle piante, con risultati
abominevoli che mai potranno competere con la magnificenza di Dio.
Questa
è l’agenda del conflitto tra Bene e Male, che dalla creazione di
Adamo comprende anche gli esseri umani, che scelgono comunque uno
schieramento, anche quando scelgono di non scegliere. Perché la
neutralità è già un’alleanza con chi merita la sconfitta.
Sappiamo quanto sia potente il nemico del Nuovo Ordine Mondiale, e
quale sia la sua organizzazione. Conosciamo anche ciò che lo muove,
e quel che vuole ottenere. Ma proprio per questo sappiamo che le sue
vittorie sono solo apparenti e destinate al fallimento; e che il
nostro dovere, in questa guerra già vinta da Cristo sulla Croce, è
di schierarci e di combattere, anzitutto aprendo gli occhi sulle
menzogne che ci propina l’informazione mainstream.
Comprendere
che vi possono essere persone cattive, votate al male, che
deliberatamente scelgono di schierarsi con Lucifero contro Dio è il
primo passo da compiere per chi vuole opporre resistenza al golpe
bianco in atto. Queste persone costituiscono, in un qualche modo, il
“corpo mistico” di Satana, e come tali agiscono per propagare il
male nel mondo e cancellare il nome di Cristo: esattamente come il
Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa, agisce nella Comunione dei
Santi per propagare la Grazia. Di nuovo, civitas
diaboli e
Civitas
Dei.
Se pensiamo che l’emergenza pandemica sia stata gestita da
incompetenti e non da cinici sterminatori, siamo completamente fuori
strada. Così come siamo fuori strada se crediamo che i nostri
governanti non siano asserviti a questa élite di criminali, usurai
ed eversori, dopo aver fatto carriera grazie a loro.
Vi
fu un’epoca in cui era normale che in un regno cristiano i sudditi
vivessero nel rispetto dei Comandamenti, che vi fossero proibiti
l’aborto, il divorzio, la sodomia, l’usura. Quel mondo, grazie
all’opera lenta e paziente dei cospiratori, è stato sostituito da
questo, che ancora non è completamente loro, in cui regnano poteri
che non traggono la propria legittimazione né da Dio, né dal
popolo. E questi poteri impediscono tutto ciò che prima era
incoraggiato e premiato, e incoraggiano quel che era proibito e
punito.
Se
nella Civitas
Dei
regna Cristo, chi regna nella civitas
diaboli,
se non l’Anticristo? Così, se nella bene
ordinata respublica il
vero, il bene e il bello sono espressione teologica, per così dire,
delle perfezioni di Dio; nella repubblica globalista il falso, il
male e il brutto ne saranno la più inequivocabile manifestazione. Al
punto da dover diventare norma generale, legge dello Stato, precetto
morale cui conformarsi. Anche in questo caso, se ci fate caso, si
ripropone un altro inganno: quello secondo cui la tirannide dei
sovrani e del clero, giustificata dalla superstizione papista,
sarebbe stata definitivamente cancellata dalla società
rivoluzionaria, per sostituirvi il governo del popolo sotto gli
auspici della dea Regione. Oggi vediamo quanto siano ben più
tirannici il Leviatano globalista e il sinedrio bergogliano,
accomunati dall’aver rinnegato e tradito il proprio ruolo di
governanti dello Stato e pastori della Chiesa.
Cari
amici, il vostro compito – come quello che in tante altre nazioni
stanno compiendo molte persone di buona volontà - è un compito
sacro e importantissimo. È il compito di ricostruire, di restaurare,
di edificare. Esattamente l’opposto di quanto sanno fare i seguaci
della civitas
diaboli,
capaci solo di distruggere, di demolire, di accumulare macerie. E per
ricostruire, occorre ripartire dalle fondamenta, che sono le basi
dell’edificio sociale, ponendo Cristo come pietra angolare, come
chiave di volta.
Ricordatevi
che questa generazione perversa e corrotta non ha futuro: essa è
vittima della propria cecità, della propria sterilità, della
propria incapacità di generare. Perché dare la vita è opera
divina, e questo vale tanto per la vita del corpo quanto per quella
dell’anima; mentre il demonio è solo capace di dare la morte, e
con essa la sorda disperazione dell’anima strappata al suo fine
ultimo e supremo che è Dio.
Il
Nuovo Ordine Mondiale non prevarrà, siatene certi. Non prevarrà la
sua furia devastatrice che vorrebbe ridurre la popolazione mondiale a
mezzo miliardo di esseri umani. Non prevarrà il suo odio per la vita
nascente e per quella che va spegnendosi. Non prevarrà il suo piano
di tirannide, perché è proprio nella privazione del Bene che ci
accorgiamo di ciò che ci è stato sottratto e troviamo la
determinazione e la forza di combattere e resistere. Non prevarrà
nemmeno l’apostasia che affligge la Gerarchia cattolica, resasi
serva del mondo: i seminatori di discordia e di errori che infestano
le nostre chiese si estingueranno inesorabilmente, lasciando vuote
quelle cattedrali e quelle chiese, deserti quei conventi e quei
seminari che hanno occupato settant’anni fa con la falsa promessa
della primavera conciliare. Perché dietro tutto ciò c’è sempre
la frode e il dolo del Mentitore.
X
Cari
amici,
Sono
molto felice per l’opportunità che mi è stata offerta di
partecipare a questa edizione della vostra Università d’Estate. È
per me un grande onore poter porgere i miei più cordiali saluti ai
militanti di Civitas,
a cominciare dal vostro Presidente Alain Escada, dal Segretario
Generale Léon-Pierre Durin, dal vostro caro Cappellano, Padre Joseph
e i Cappuccini della Resistenza.
Nel suo
combattimento per la restaurazione del Regno Sociale di Nostro
Signore Gesù Cristo e contro l’oligarchia massonica e la setta di
Davos, Civitas
si trova – come Davide contro Golia – al centro della lotta
dell’Alleanza Anti-Globalista che ho lanciato sotto i migliori
auspici.
Non
posso che rallegrarmi di sapere che anche Svizzera, Belgio, Italia,
Canada, Spagna hanno ora fondato, sull’esempio della Francia, delle
sedi sul loro territorio; credo sia altamente auspicabile che la
stessa iniziativa si diffonda ovunque. È tempo che i Cattolici di
tutto il mondo si uniscano in un fronte unito contro la tirannia
globalista.
La casa
costruita sulla Roccia è la Chiesa Cattolica e la Civiltà
Cristiana. È anche la Francia battezzata a Reims da San Remigio,
fondata sull’alleanza di Trono e Altare nel giorno
dell’Incoronazione di Clodoveo, Re dei Franchi.
Non ci
può essere rimedio ai mali del nostro tempo se non nel Regno Sociale
di Nostro Signore Gesù Cristo, in una società riconciliata con Dio
che Lo onori e che professi pubblicamente la Fede Cattolica ricevuta
dagli Apostoli e fedelmente trasmessa dalla Santa Chiesa nel corso
dei secoli.
Questa
è la vera controrivoluzione.
Cari
amici, tenete nel cuore e nella mente l’esempio dei Martiri per
preservare la Cristianità e promuovere il Regno Sociale di Nostro
Signore Gesù Cristo; di questi Martiri che hanno fecondato con il
loro sangue il futuro della Chiesa, della società e dei popoli! Non
può esserci società giusta e prospera se non là dove regna Cristo
Re e Principe della Pace. Perché la pace di Cristo può esistere
solo nel Regno di Cristo: Pax
Christi in regno Christi.
Il
signor Durin mi ha anticipato di volermi porre alcune domande.
Domanda
Eccellenza,
il Vaticano II ebbe luogo più di 60 anni fa, la distruzione della
liturgia 50 anni fa, Assisi quasi 50 anni fa; dopo 60 anni di
disastro religioso e politico che tutto ha distrutto, durante il
quale i fedeli cattolici sono disprezzati, perfino ingiustamente
condannati, Vostra Eccellenza è diventata, a più di 80 anni, un
implacabile anticonciliare. Qual è il motivo per cui Ella ha deciso
solo ora di agire?
Risposta
Ho già
avuto occasione di testimoniare nei miei interventi passati il mio
cammino di progressiva consapevolezza della crisi che affligge la
Chiesa cattolica e delle cause profonde dell’attuale apostasia.
Come ho detto allora, il mio impegno al servizio diplomatico della
Santa Sede (prima come giovane segretario presso le Rappresentanze
Pontificie in Iraq e Kuwait, poi a Londra; in Segreteria di Stato; e
poi come Capo Missione a Strasburgo presso il Consiglio d’Europa;
poi come Nunzio Apostolico in Nigeria; e ancora presso la Segreteria
di Stato come Delegato per le Rappresentanze Pontificie, poi come
Segretario Generale del Governatorato ed infine come Nunzio
Apostolico negli Stati Uniti); il mio impegno – dicevo – al
servizio della Santa Sede, che ho cercato di esercitare dedicandovi
tutto il mio tempo e le mie forze, mi ha completamente assorbito,
rendendo praticamente impossibile una riflessione profonda sugli
eventi che si svolgevano nella Chiesa.
Questo
non mi ha impedito tuttavia di nutrire forti perplessità interiori e
persino critiche alle “novità” introdotte dopo il Concilio.
Penso in particolare ai gravi abusi liturgici, alla crisi della vita
religiosa, penso al pantheon di Assisi, alle deplorevoli richieste di
perdono per le Crociate, ad esempio, durante il Giubileo dell’anno
2000. Penso anche a ciò che avevo potuto percepire da giovane
studente all’Università Gregoriana di Roma. Compresi che tutto ciò
derivava dai nuovi principi stabiliti dal Concilio.
Ma fu
solo molto più tardi, di fronte ai gravissimi scandali dell’allora
Cardinale McCarrick e di tutta la sua rete omosessuale, e di fronte
agli ancor più gravi scandali di Bergoglio, che il legame intrinseco
tra corruzione dottrinale e corruzione morale mi apparve in tutta la
sua evidenza, così come le cause profonde della crisi che imperversa
da decenni nella Chiesa, generata dalla rivoluzione conciliare.
E non
ho potuto tacere.
Il
disastro era prevedibile fin dall’inizio. Ma come ho spiegato,
eravamo stati educati – nella nostra formazione al ministero
sacerdotale e ancor più in quella al servizio diplomatico – a
ritenere impensabile che il Papa e l’intera Gerarchia cattolica
potessero abusare della loro autorità, esercitandola per uno scopo
contrario a ciò che Nostro Signore ha voluto per la sua Chiesa.
Eravamo stati formati a non mettere in discussione l’autorità dei
Superiori. E questo è stato sfruttato da chi, proprio approfittando
della nostra obbedienza e del nostro amore verso la Chiesa di Cristo,
piano piano, passo dopo passo, ci ha condotto ad accettare nuove
dottrine, estranee a quelle che la Santa Chiesa ha sempre insegnato,
soprattutto riguardo all’ecumenismo e alla libertà religiosa.
Del
resto, come nella Chiesa la deep
church si è
estesa per gradi verso la dissoluzione del corpo ecclesiale, così
nell’ambito civile il deep
state è
sviluppato in modo direi simile, attraverso una progressiva
infiltrazione fino alle forme tiranniche del Nuovo Ordine Mondiale,
del
World
Economic Forum
e dell’Agenda
2030.
Anche
in questo caso ci si potrebbe chiedere: perché i cittadini non si
sono ribellati alla sovversione dello Stato da parte degli insorti
che hanno preso il potere con lo scopo di distruggere le istituzioni
che avrebbero invece dovuto servire per il bene comune?
Molti
risponderebbero: Non potevamo immaginare il loro disegno malvagio, il
loro piano per renderci schiavi di un sistema iniquo. Non potevamo
credere che quando parlavano di democrazia o di sovranità popolare,
volessero assoggettarci gradualmente a un potere totalitario
radicalmente anticristiano.
Ritengo
che il fatto di non aver compreso ieri
la natura del processo rivoluzionario in atto, possa essere
scusabile; mentre il fatto di non capire oggi
è irresponsabile e ci rende complici di un colpo di stato mondiale
nelle questioni temporali e dell’apostasia in ambito ecclesiale.
Ringraziamo
quindi coloro che molto prima di noi, con la loro voce profetica,
hanno lanciato l’allarme per la minaccia che gravava sia sulla
società civile che sulla Chiesa cattolica.
Domanda
Grazie,
Monsignore. Le faccio una seconda domanda: cosa pensa di Monsignor
Lefebvre e della sua lotta, in particolare nel suo atto controverso
come le Consacrazioni del 1988?
Risposta
Guardo
all’Arcivescovo Lefebvre con ammirazione e grande gratitudine per
la sua fedeltà e il suo coraggio. Coraggio e fedeltà invincibili di
fronte a tante avversità, ostilità, e persino all’accanimento da
parte di una Gerarchia conquistata alle idee della modernità e
infiltrata dai massonici sostenitori di un progetto di distruzione
capillare, senza precedenti, di cui oggi realizziamo l’impatto
devastante nelle sue estreme conseguenze.
Monsignor
Lefebvre deve essere considerato come un sant’uomo, non come uno
scismatico! Come fervente missionario e confessore della Fede,
zelante difensore della Tradizione, del Sacerdozio e della Messa
cattolica. Si è esposto a gravi sanzioni, fino alla scomunica,
perché riteneva più giusto dover obbedire a Dio piuttosto che agli
uomini, mantenere e trasmettere la Tradizione piuttosto che
abbracciare dottrine moderniste.
La sua
vita è segnata dalla pietà, dallo spirito di sacrificio, dal senso
del dovere, dalla rettitudine di coscienza e da una grande coerenza
interiore. La sua è una vita donata a Dio e alla Chiesa, dedita al
servizio delle anime, all’evangelizzazione, all’insegnamento e
alla predicazione della sana Dottrina, alla celebrazione del Santo
Sacrificio e alla formazione dei giovani chiamati al Sacerdozio.
Una
vita che è tutta una testimonianza della solidità della Fede
trasmessaci dagli Apostoli, dai Romani Pontefici, dai Concili e dai
Santi Dottori della Fede e per la quale i Martiri hanno versato il
loro sangue.
Alcuni
giudicano le Consacrazioni del 1988 “un passo di troppo”; altri
vi riconoscono una necessità vitale per la salvaguardia della Messa
di tutti i tempi.
Monsignor
Lefebvre ha colto l’urgenza dei tempi che stiamo vivendo e il
dramma di una situazione che è ulteriormente peggiorata e che si è
ulteriormente aggravata negli ultimi anni, rendendo più evidente lo
stato di eccezione in cui ci troviamo. C’è chi parla di
disobbedienza; noi parliamo di fedeltà!
Monsignor
Marcel Lefebvre ha continuato a insegnare e a fare ciò che la Santa
Chiesa ha sempre fatto e insegnato. Si oppose al liberalismo, alla
distruzione della Messa e dell’intero edificio liturgico della
Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, della vita religiosa e della
Morale cristiana.
Lo
ripeto: alcuni parlano di disobbedienza, noi parliamo di fedeltà!
Domanda
Grazie
Monsignore. Ho un’ultima domanda per Lei, prima di darle la parola
per un breve intervento finale. Eccellenza, potrebbe spiegarci in
poche parole il progetto dell’Alleanza Anti-Globalista di cui ha
parlato, e come parteciparvi concretamente?
Risposta
L’Alleanza
Anti-Globalista è un appello che ho lanciato lo scorso novembre,
consapevole della gravissima minaccia senza precedenti che incombe
sull’intera
umanità in
quest’ora della Storia. Consapevole anche dell’urgenza di formare
ovunque un fronte di resistenza volto a contrastare il colpo di stato
planetario orchestrato da un’élite potentissima in vista
dell’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale, intrinsecamente
disumano e anticristico.
Non ho
mai avuto la pretesa di diventare il leader di un movimento o di
assumerne l’organizzazione. Come un seminatore, ho gettato il seme
ai quattro venti, perché sia raccolto con saggezza e porti frutto.
Non posso misurare lo stato della sua germinazione.
La
situazione attuale, tanto a livello delle varie Nazioni quanto sulla
scena internazionale, è molto complessa, oscura e difficile da
decifrare. Sappiamo solo che dobbiamo prepararci interiormente agli
eventi che ci aspettano e implorare il Cielo per un intervento di
Dio.
Solo
una cosa è certa: è impossibile risolvere con mezzi umani la crisi
civile ed ecclesiale in cui stiamo sprofondando. L’uomo deve prima
inginocchiarsi davanti al suo Dio e al suo Re, Nostro Signore Gesù
Cristo. Nazioni e Popoli devono riconoscere la sua Signoria, e la
Chiesa per prima deve restituire al Re la Corona che gli usurpatori
gli hanno tolto. Rimettiamo dunque Cristo al centro dei nostri cuori
e al centro di tutto, Lui che è l’Alfa e l’Omega. Cerchiamo
prima il Regno e la sua giustizia, e anche il resto ci sarà dato in
sovrappiù.
M. Durin
Grazie,
Eccellenza. Peccato che non possa vedere le persone nella sala e la
loro gioia di aver sentito un vero Vescovo rivolgersi a loro,
ripetendo loro le verità eterne della Chiesa. Grazie ancora dai
Cappuccini, dai Domenicani di Avrillé che sono qui, da padre Morgan
che è qui con noi. Grazie di tutto Monsignore. Le do la parola
un’ultima volta ringraziandola personalmente per tutto quello che
ha fatto per noi.
Mons.
Viganò
Caro
Monsieur Durin, anch’io mi rammarico molto di non aver avuto
l’opportunità di vedervi e soprattutto di essere con voi in questa
felice occasione di incontro, per rendere grazie, per pregare insieme
la Vergine Maria in questa vigilia della festa della sua Assunzione,
Lei che è la Patrona principale della Francia. Rinnoviamo dunque il
nostro atto di speranza e volgiamo lo sguardo alle cose del cielo.
Sostenuti dalla materna protezione e intercessione della Vergine
Maria, la Donna vestita di Sole che schiaccia sotto i suoi piedi la
testa del Drago infernale, possiamo perseverare nei combattimenti di
quaggiù, con accresciuta forza e coraggio, ma anche con umiltà e
fiducia. Di tutto cuore vi benedico tutti: Benedicat
vos omnipotens Deus Pater,
et Filius,
et Spiritus Sanctus. Amen.
Conference
of Archbishop Viganò at the Summer University – CIVITAS
August
14, 2020 – France
When
human beings act, they do so with an end in view. Man’s action,
what he does, represents a means to an end, which may be morally good
or bad. Action proceeds from the will, and is born of thought, which
is an act of the intellect. What we do is determined by who
we
are (all our faculties: memory, intellect and will). Scholasticism
summarises this concept perfectly in three words: agere
sequitur esse.
No
one acts without a purpose. And even what has been happening before
our eyes for more than two years now is the consequence of a set of
concomitant causes that presuppose an initial thought, an informing
principle, so to speak. And when we realise that the reasons given to
us to justify the actions taken are not rational, it means that these
reasons are pretexts,
false reasons, which serve to hide an unmentionable truth.
This
is the way of the Evil One. When he tempts us, he lies to make us
believe that he is our friend, that he cares about our good. Like a
fairground peddler, the devil offers us his miraculous finds, his
elixirs of happiness and wealth, for the modest sum of our immortal
soul. But this, like a swindler, he omits to say, of course; at most
he writes it in small print in the clauses of the contract.
Everything
is a lie when it comes to Satan. The premises are false:
Your God oppresses you with heavy precepts.
The promises are false: You
can decide and get what you want. And
everything is a lie too when Satan’s minions are organising to
establish the dystopia of the New World Order.
Well,
since we cannot expect the Great Reset conspirators to tell us
clearly what their final goal is – since it is something
unmentionable and criminal – we can nevertheless reconstruct the
mens,
the thought that guides their actions by knowing the principles that
inspire their actions and backing them up with their own words. And
we are also able to understand that the reasons given are only
pretexts.
And yet the pretexts,
as they are presented, demonstrate malice and premeditation, for if
their plan were honest and good, they would not need to disguise it
with illogical and incoherent excuses.
But
what is this Great Reset? It is the forced imposition of a fourth
industrial revolution that
will lead the present economic and social system to implosion, and
will allow, through a general impoverishment and a drastic reduction
of the population, the centralisation of power in the hands of an
elite of aspirants to immortality and world domination. They would
like to reduce us to an amorphous mass of clients/slaves confined in
boxes and perpetually connected to the network.
Through
the Great Reset, they want to erase Western Christian society in
order to establish a liberal-communist synarchy on the model of the
Chinese dictatorship, in which the entire population is controlled
and manoeuvrable at will. In a society inspired, if even only in a
small way by Catholic values, the financial power groups and the New
World Order elite would have no place. But this should not lead us to
believe that their opposition to Christian society is merely
economically and politically motivated. In reality, what triggers
this hatred is that there might be, even in the most remote corner of
the planet, a possible alternative to the globalist dystopia, a world
in which the employer can honestly pay his employees, in which the
state imposes reasonable taxes on its citizens, in which charities
render services free of charge and without speculation, in which the
innocence of children is respected and LGBTQ+ propaganda is not
permitted. A world in which the Social Reign of Jesus Christ is shown
to be not only possible, but the best form of society, administered
for the common good and for the glory of God.
The
mere existence of a term of comparison is a burning disavowal of the
globalist deception, showing its horror and failure. The lies about
the need for lockdowns are disavowed by the evidence that where they
have not been adopted, there have been fewer cases of serious illness
than where closures and curfews have been imposed. Lies about the
effectiveness of the gene serum are debunked by cases of re-infection
of multi-vaccinated people, serious adverse reactions, sudden deaths.
The lies about the “sovereign people” and inviolable human rights
have been debunked by absurd rules, unconstitutional norms,
discriminatory laws in the silence of the judiciary.
Even
the term of comparison constituted by the Mass of all time makes it
impossible to prefer its Montinian counterfeit: this is why the
Bergoglian church wants to prevent its celebration and keep the
faithful away from it. To impose this horror on us, they have
resorted to deception, telling the faithful that the Apostolic Mass
is incomprehensible, and that it must be translated and simplified so
that the faithful may better appreciate its meaning. But this was a
lie. And if they had explained to us that their aim was exactly the
same as that which the Protestant heresiarchs had set themselves –
that is, to destroy the heart of the Catholic Church – we would
have gone after them with pitchforks in hand.
The
globalist world does not tolerate comparisons. It demands this
“exclusivity” which it denounces with horror as soon as it is not
itself that claims it. It tears the clothes off the temporal power of
the Church – with the complicity of fornicating and heretical
clerics – and then demands absolute and irrational obedience to the
dogmas it proclaims from Davos or Brussels. It celebrates freedom of
speech and of the press, which it generously funds, but tolerates
neither dissent nor truth, which it seeks to make simply
inaccessible, invisible.
And
again: the globalist world has no past to show us to confirm the
greatness of its ideas, its philosophy, its faith. Conversely, it
lives by falsifying History, by erasing the past, by eliminating it
from the new generations. So that there is no one who, in front of
Chartres Cathedral, is able to recognise the images of Christ and the
Saints. So that no one would know that in the Holy Chapel was kept
the ampulla of the Holy Chrism carried by an Angel to consecrate the
Kings of France. So that no one could know their deeds, find their
tombs, or understand the treasures of art and literature that have
made the Catholic Nations great. The Cancel
Culture
reveals the radical ontological inconsistency of globalism in the
face of the splendour of Christian civilisation.
The
globalist world has no future. Or rather: the future it intends to
give us is the darkest and most terrifying that the human mind can
conceive. The future it presents to us is false and unrealizable. “I
don’t have a house, I don’t own anything, and I’m happy,”
Schwab and the promoters of Agenda
2030
try to convince us. But their aim is not to make us happy – which
will not happen in time, of course – but to take away our homes and
possessions. When they talk to us about pacifism and disarmament, it
is not because they want peace, but because, being disarmed and
without ideals, we will let ourselves be invaded and dominated
without reacting. By imposing welcome and “inclusiveness” on us –
adopting an insider’s lexicon – they do not want us to really
welcome and integrate people from other cultures and religions, but
they want to create the premises for social disorder and the
consequent disappearance of our traditions and our Faith. When they
talk to us about “resilience”, they are not telling us that they
will protect us from the disasters that threaten us, but that we must
resign ourselves to absorbing them without protest. When they accuse
us of extremism or fundamentalism, it is only because they know that
the faithful and the citizens with noble and holy ideals can resist,
organise opposition, spread dissent. And when they impose on us a
mass inoculation with a gene serum that has no efficacy but many
serious and deadly side effects, they do so not for our health, but
to modify our DNA and make us chronically ill, with a permanently
compromised immune system and a life expectancy lower than the
average healthy person. And to introduce into our bodies – as we
have learned from the complaint recently filed by Attorney Carlo
Alberto Brusa – self-assembling graphene nanostructures, capable of
making us geolocatable, including the military.
Never
expect the truth from the Great Reset advocates. For where there is
no Christ, there can be no Truth, and we know how much they hate Our
Lord. A hatred they cannot hide, which they display in the
inauguration shows of European events (think of the inauguration of
the St Gothard tunnel in Switzerland or the London Olympic Games, and
very recently the inauguration of the Commonwealth Games in
Birmingham), in the “recommendations” not to celebrate Christmas
and not to use Christian names for our children. Their hatred becomes
murderous when they theorise abortion as a “human right”, hiding
its atrocity behind the hypocritical expression of “reproductive
health”: because it is life that they hate, in which they see the
image and likeness of that God they have lost forever.
This
image and likeness is much deeper than we think. They consist in the
Trinitarian dimension of man, with his faculties that refer to the
Three Divine Persons: memory (the Father), intelligence (the Son),
and will (the Holy Spirit). And just as in the Most Holy Trinity, the
Holy Ghost is the Love that proceeds from the Father and the Son, so
in man the will is the faculty that comes from the memory of things
past and the understanding of things present. It is no coincidence
that in the hellish reversal of the contemporary world, man finds
himself deprived of his memories, history and traditions (think of
Cancel
Culture
and demands for ‘forgiveness’ for falsified or distorted actions
of our past), unable to express critical judgement (think of the
cognitive dissonance generated by psychopandemia) and unable to order
his will by subordinating it to intelligence (think of the inability
to react to imposed evil or to the good of which we are deprived).
Modern
society, with its fable about democracy, has taught us to think that
we can possibly be Catholics, perhaps even traditionalists, as long
as we do not question the fact that equal rights should be granted to
anyone. We must respect the ideas of others, they tell us. But in the
metaphysical sphere, in the eternity of God, this battle between Good
and Evil is not secular or ecumenical: it is real, as are the armies
deployed, that of the Civitas
Dei and
that of the civitas
diaboli.
The angels of Heaven and the apostate spirits of Hell have nothing to
do with conciliar irenicism: they are waging a battle in which as
many souls as possible must be snatched from the adversary. The
saints who intercede for us have not read Fratelli
Tutti,
and St Michael’s scales are not calibrated to the “case-by-case
morality” or “situation ethics” of a heretical Jesuit or to the
pastoral contortions of the synodal path.
Let
us stop being politically correct, always afraid that our convictions
might disturb the sensitive consciences of those who do not hesitate
to tear apart a defenceless creature in its mother’s womb or to
smother the elderly and the sick in their sleep. Too often we have
been silent in the face of things that should not even be mentioned –
from the normalisation of vices to the most degrading transgressions.
Yet, as Catholics, we should know that God is alive and true despite
the atheists, and that Christ exercises the titles of sovereignty
over us as our Creator and Redeemer despite the liberals. If we are
not persuaded of these realities,
we cannot even understand the action of the enemy, who is perfectly
aware of this reality. If we are not persuaded of these realities, we
will not set a credible example to those who, by our words and
actions, might open their eyes and become compliant to Grace. It is
difficult to believe those who do not like what they profess, just as
it is difficult to give credence to the modernists, who by their
uncharitable behaviour disavow their empty words. It is impossible to
believe those who ask us to eat grasshoppers and cockroaches to save
the planet, while they eat precious pieces of Kobe beef, or to
abandon the diesel car, while they travel in private jets (there are
hundreds of them in Davos during the World
Economic Forum summits!).
We
must rediscover this dimension of realism and objectivity, which they
have made us lose step by step, or which they have taught us to be
ashamed of. We are milites
Christi,
soldiers of Christ, called to fight an enemy who would like to strike
us in the back or make us desert cowardly, because he knows that when
he fights us openly, behind us he finds the Immaculate Virgin,
terribilis
ut castrorum acies ordinata.
This Mother whom the Enemy hates in all the mothers of the earth,
this Wife of the Lamb whom he vilifies by attacking the sanctity of
Marriage and domestic virtues, this Woman whom he humiliates by
disfiguring femininity or making an obscene parody of it.
The
globalist doctrine is essentially satanic, because it is the most
direct and implacable social and global application of the rebellion
of Satan. We find in it that hybris,
that defiance of Heaven which classical civilisation – still pagan
but preordained to the advent of Christ’s message in the fullness
of time – had wisely stigmatised and which brings us back to the
rebellion of Lucifer. Hybris,
the foolish pride of those who believe themselves to be like God and
usurp the divine attributes, leads science today to deny its vocation
to serve the good in order to place it at the service of the New
Order, to accomplish with technological progress what was unthinkable
in the past: to erase the separation between man and machine, between
his mind and artificial intelligence.
It
is therefore not surprising that transhumanism is one of the key
points of Agenda 2030. Behind this crazy project of getting hold of
Creation and even daring to alter the sanctuary of consciousness into
which only God descends with His Grace; behind this plan to violate
the human being in order to “make him more efficient” there is,
once again, a doctrinal aberration, a lie opposed to the Truth of
God. To create an immortal being – as some would have it – is the
technological reissue of an infernal delirium, at the base of which
is the presumption of being able to erase in man the consequences of
Original Sin. Where Adam’s sin brought death and disease, the
deception of transhumanism promises immortality and health; where it
led to the weakening of the intellect and the evil inclination of the
will, the fraud of the machine-man promises access to knowledge and
the possibility of being one’s own law. Where sin led to work
fatigue, war and epidemics, the globalist dystopia promises a
universal income, peace and the prevention of all diseases. But
death, disease, the weakening of the intellect and the evil
inclination of the will, work fatigue, war and epidemics, are the
just punishment for the infinite offence that all humanity, in its
Progenitors, has caused to the Majesty of God by disobeying Him. He
who deludes himself into believing that there are no consequences for
this disobedience, does not want to accept his own degradation or
recognise the work of Redemption of Jesus Christ, who came to earth
propter
nos homines et propter nostram salutem,
dying on the Cross to redeem us from the yoke of Satan.
This
is the true theological perspective from which to view the crisis of
society and the Church. The delusion of transhumanism does not aim to
make the athlete’s run faster or the soldier’s aim more precise,
but to corrupt man in the body, after having struck him in the soul.
Satan does not resign himself to defeat, which is all the more
terrible because in it Our Lord’s obedience to the Eternal Father
has shone forth, in opposition to the pride of the Luciferian Non
serviam.
And if God, through the ways of Grace, succeeds in touching souls and
bringing them back to Himself, restoring them to eternal life, Satan
is now attacking bodies, contaminating the work of the Creator and
disfiguring the creature. His devastating work extends to the rest of
creation as well, with abominable results that claim to rival the
magnificence of God.
Such
is the struggle between Good and Evil, which, since the creation of
Adam, has also included human beings, who are called upon to choose
which side to take. Because neutrality is already an alliance with
those who deserve defeat. We know how powerful the enemy of the New
World Order is and what his organisation is. We also know what drives
him and what he wants to achieve. But it is precisely for this reason
that we know that his victories are only apparent and doomed to
failure; and that our duty, in this war already won by the Crucified
One, is to choose which side we want to side with and to fight, first
of all by opening our eyes to the lies that the mainstream
information makes us swallow.
Understanding
that there may be evil people who deliberately choose to side with
Lucifer against God is the first step we must take if we are to
resist the gigantic coup that is underway. These people are, in
a sense, Satan’s “mystical body” and
act to spread evil in the world and blot out the name of Christ: just
as the Mystical Body of Christ, which is the Church, acts in the
Communion of Saints to spread Grace and glorify the Name of God.
Again, civitas
diaboli and
Civitas
Dei.
If we believe that the pandemic emergency has been handled by
incompetents and not by cynical exterminators, we are completely on
the wrong track. Equally so if we believe that our leaders are not
subservient to this elite of criminals, usurers and subversives, even
though they have their careers thanks to them.
There
was a time when it was normal for the subjects of a Christian kingdom
to live according to the divine commandments, in which abortion,
divorce, sodomy and usury were forbidden. That world, thanks to the
slow and patient work of the conspirators, has been replaced by this
one – which is not yet completely theirs – in which powers that
derive their legitimacy neither from God nor from the people rule.
And these powers prevent everything that was previously encouraged
and rewarded, and encourage what was forbidden and punished.
If
in the Civitas
Dei
Christ reigns, who reigns in the civitas
diaboli but
the Antichrist? Thus, if in the bene
ordinata respublica
the true, the good and the beautiful are the theological expression
of the perfections of God; in the globalist republic the false, the
evil and the ugly are the most obvious manifestation of them. So much
so that it has to become a general norm, a law of the state, a moral
precept to which one must conform. Even in this case, if you pay
attention, another deception is proposed again: that the tyranny of
rulers and clergy justified by papist superstition has been
definitively erased from revolutionary society, to be replaced by the
government of the people under the auspices of the goddess Reason.
Today we see how tyrannical are the globalist Leviathan and the
Bergoglian Sanhedrin, united in their denial and in their betrayal of
their role as rulers of the State and pastors of the Church.
Dear
friends, your task – like that of many people of good will in so
many other nations – is a sacred and very important one. It is the
task of rebuilding, restoring, edifying. Exactly the opposite of what
the followers of the civitas
diaboli
know how to do, capable only of destroying, demolishing, piling up
rubble. And to rebuild, we must start again from the foundations,
which are the foundations of the social edifice, placing Christ as
the cornerstone, the keystone.
Remember
that this perverse and corrupt generation has no future: it is a
victim of its own blindness, its own sterility, its own inability to
generate. Because to give life is a divine work, and this applies as
much to the life of the body as to that of the soul; whereas the
devil is only capable of giving death, and with it the dull despair
of the soul torn from its ultimate and supreme end, which is God.
Be
sure: the New World Order will not prevail. Its devastating fury that
would reduce the world’s population to half a billion human beings
will not prevail. His hatred for unborn life and for life that is
dying out will not prevail. His plan of tyranny will not prevail. For
it is precisely in the deprivation of the Good that we realise the
price of what has been taken from us and find the determination and
strength to fight and resist. Nor will prevail the apostasy which
afflicts the Catholic Hierarchy, now the servant of the world: the
sowers of discord and error who infest our churches will inexorably
die out, leaving empty the cathedrals and churches, and the convents
and seminaries which they occupied sixty years ago with the false
promise of the conciliar spring. Because behind it all there is
always the fraud and malice of the Liar.
X
Dear
friends,
I
am very happy to have been given the opportunity to participate in
this edition of your Summer University. It is a great honor for me to
be able to offer my warmest greetings to the militants of Civitas,
starting with your President, Mr. Alain Escada, the Secretary
General, Mr. Léon-Pierre Durin, your dear Chaplain, Father Joseph,
as well as the Capuchins of the Resistance.
By
fighting for the re-establishment of the Social Reign of Our Lord
Jesus Christ and by fighting against the Masonic oligarchy and
against the Davos sect, Civitas finds itself – like David against
Goliath – at the heart of the fight of the anti-globalist Alliance
that I have called for with all my heart.
I
can only rejoice to know that Civitas have now been established in
Switzerland, Belgium, Italy, Canada and Spain, following the example
of France, and I believe it is highly desirable that the same
initiative be extended everywhere. It is time for Catholics from all
over the world to unite to form a common front against globalist
tyranny.
The
house built on the Rock is the Catholic Church and Christian
civilization. It is also France, baptized in Reims by Saint Remi,
built in the alliance of the Throne and the Altar on the day of the
coronation of Clovis, King of the Franks.
There
can be no remedy for the evils of our time except in the Social Reign
of Our Lord Jesus Christ, in a society reconciled with God, honoring
Him, and publicly confessing the Catholic Faith received from the
Apostles and faithfully transmitted by the Holy Church down the
centuries.
This
is the true counter-revolution.
Dear
friends, keep in your hearts and minds the example of the Martyrs to
preserve Christianity and promote the Social Reign of Our Lord Jesus
Christ. These martyrs who have fertilized the future of the Church,
society and peoples with their blood! There can be no just and
prosperous society where Christ the King does not reign, He who is
the Prince of Peace. For the Peace of Christ can only exist in the
Kingdom of Christ: Pax
Christi in Regno Christi.
As
Mr. Durin has informed me, I know you want to ask me some questions.
Question:
Excellency,
Vatican II took place more than 60 years ago, the destruction of the
liturgy 50 years ago, Assisi almost 50 years ago; after 60 years of
religious and political disaster where everything was destroyed,
where faithful Catholics are despised, even unjustly condemned, you
are becoming, at 80 years old, a staunch anti-conciliar. Why are you
only acting now?
Answer:
I
have already had the opportunity to testify in my past interventions
what my journey of progressive awareness of the crisis afflicting the
Catholic Church and the deep causes of the present apostasy has been.
As I said then, my involvement in the diplomatic service of the Holy
See, (first as a young secretary in the Pontifical Representations in
Iraq and Kuwait, then in London; in the Secretariat of State; and
then as Head of Mission in Strasbourg at the Council of Europe; then
as Apostolic Nuncio in Nigeria ; and again at the Secretariat of
State as Delegate for the Pontifical Representations, then as
Secretary General of the Governorate and finally as Apostolic Nuncio
to the United States) my commitment – as I said – to the service
of the Holy See, which I tried to carry out with dedication, devoting
all my time and strength to it, completely absorbed me, making it
practically impossible to reflect in depth on the events that were
taking place in the Church.
However,
this did not prevent me from harboring strong inner perplexities and
even criticisms of the “novelties” introduced after the Council.
I am thinking in particular of the serious liturgical abuses, the
crisis in religious life, the Pantheon of Assisi, the deplorable
requests for forgiveness for the Crusades, for example, during the
Jubilee Year 2000. I am also thinking of what I perceived as a young
student at the Gregorian University in Rome. I perceived that all of
this stemmed from the new principles laid down by the Council.
But
it was only much later, in the face of the grave scandals of the then
Cardinal McCarrick and his entire homosexual network, and the even
more serious scandals of Bergoglio, that the intrinsic link between
doctrinal and moral corruption became clear to me, as well as the
deep causes of the crisis that has been raging in the Church for
decades, generated by the conciliar revolution.
And
I could not remain silent.
The
catastrophe was foreseeable from the beginning. But as I have
explained, we had been trained – in our formation for the priestly
ministry and even more so for diplomatic service – to consider it
unthinkable that the Pope and the entire Catholic Hierarchy could
abuse their authority by exercising it for a purpose contrary to that
which Our Lord intended for his Church. We had been taught not to
question the authority of Superiors. And this was exploited by those
who, precisely by exploiting our obedience and our love for the
Church of Christ, slowly, step by step, led us to accept new
doctrines, alien to those that Holy Church had always taught,
especially with regard to ecumenism and religious freedom.
Moreover,
just as in the Church the deep
church
has spread by degrees towards the dissolution of the ecclesial body,
so in the civil sphere the deep
state
has developed in what I would call a similar way, through a
progressive infiltration reaching the tyrannical forms of the New
World Order, the World
Economic Forum
and the Agenda
2030.
In
this case too one might ask: Why didn’t the citizens rebel against
the subversion of the state by seditious people who took power in
order to destroy the institutions they should have served for the
common good?
Many
would answer: We could not imagine their perverse design, their plan
to make us slaves to an iniquitous system. We could not believe that
when they spoke of democracy or popular sovereignty, they wanted to
gradually subject us to a totalitarian power that was radically
anti-Christian.
I
consider that the fact of not having understood yesterday
the nature of the revolutionary process in progress could be
excusable; on the other hand, not understanding today
is irresponsible and makes us accomplices of a world coup d’état
in temporal things and of apostasy in the ecclesial sphere.
Let
us therefore thank those who, long before us, with their prophetic
voice sounded the alarm about the threat to both civil society and
the Catholic Church.
Question:
Thank
you, Monsignor, I ask you a second question: What do you think of
Archbishop Lefebvre and his struggle, particularly in his most
controversial act, the Episcopal Consecrations of 1988?
Response:
I
can only look at Archbishop Lefebvre with admiration and much
gratitude for his fidelity and courage. A courage and a fidelity that
are unfailing in the face of so much adversity, hostility, and even
relentlessness on the part of a Hierarchy won over to the ideas of
modernity and infiltrated by the Masonic supporters of a project of
capillary destruction, without precedent, the devastating scope of
which we realize today in its extreme consequences.
Archbishop
Lefebvre must be seen as a holy man, not as a schismatic! As a
fervent missionary and confessor of the Faith, a zealous defender of
Tradition, the Priesthood and the Catholic Mass. He exposed himself
to severe sanctions, up to and including excommunication, because he
felt that it was more right to obey God than men, to guard and
transmit Tradition rather than embrace modernist doctrines.
His
life is marked by piety, a spirit of sacrifice, a sense of duty, a
righteousness of conscience and a great inner consistency. His is a
life given to God and the Church, devoted to the service of souls, to
evangelization, to the teaching and preaching of sound doctrine, to
the celebration of the Holy Sacrifice and to the formation of young
men called to the priesthood.
A
life that is entirely a witness to the solidity of the Faith handed
down to us by the Apostles, the Pontiffs, the Councils and the Holy
Doctors of the Faith, and for which the Martyrs shed their blood.
Some
consider the 1988 Consecrations as “a step too far”. Others
recognize a vital necessity for the safeguarding of the Mass of all
time.
Archbishop
Lefebvre grasped the urgency of the times in which we live and the
drama of a situation that has worsened and taken on new accents of
gravity in recent years, making more evident the state of exception
in which we find ourselves.
Some
speak of disobedience; we speak of fidelity!
Archbishop
Marcel Lefebvre continued to teach and do what the Holy Church has
always done and taught. He opposed liberalism, the destruction of the
Mass and of the whole liturgical edifice of the Church, the ruin of
the priesthood, of religious life and of Christian morals.
I
repeat: some speak of disobedience; we speak of fidelity!
Question:
Thank
you, Monsignor, I will ask you one last question before giving you
the floor for a final word. Your Excellency, could you explain to us
in a few words the project of the Anti-Globalist Federation that you
mentioned, and how one can participate in it concretely?
Answer:
The
Anti-Globalist Alliance is a call that I launched last November,
aware of the very serious and unprecedented threat that weighs on all
of humanity at this time in history. Aware also of the urgency of
building a front of resistance everywhere to counter the planetary
coup d’état orchestrated by a very powerful elite with a view to
establishing an inhuman and antichristian New World Order.
I
have never pretended to be the leader of a movement or to take over
its organization. Like a sower, I have cast the seed to the four
winds, so that it may be wisely gathered and may bear fruit. I cannot
measure the state of its germination.
The
current situation, both at the level of the different nations and on
the international scene, is very fluid, dark and difficult to
decipher. We only know that we must prepare ourselves inwardly for
the events that await us and implore God’s intervention from
Heaven.
Only
one thing is certain: it is impossible to resolve the civil and
ecclesial crisis in which we are sinking with human means. Man must
first of all kneel before his God and King, Our Lord Jesus Christ.
Nations and peoples must recognize His Lordship, and the Church must
be the first to restore to the King the Crown that usurpers have
taken from Him. Let us put Christ back into the center of our hearts
and into the center of everything, He who is the Alpha and the Omega.
Let us seek first the Kingdom and its righteousness, and all the rest
will be given to us in addition.
Mr
Durin:
Thank
you, Excellency, it is a pity that you did not see the people in the
hall, and their joy at having heard a real bishop speak to them,
telling them again the eternal truths of the Church. Thank you again
on behalf of the Capuchins, the Dominicans of Avrillé who are here,
and Father Morgan who is here with us. Thank you for everything,
Monsignor. I will give you the floor one last time and thank you very
personally for everything you have done for us.
Archbishop
Vigano:
Dear
Mr Durin, I too regret very much not having the possibility of seeing
you and above all of being with you on this happy occasion in which
you are gathered, to give thanks, to pray together to the Virgin Mary
on this eve of the Feast of her Assumption, She who is the principal
Patroness of France. Let us therefore renew our act of Hope and turn
our gaze towards Heavenly things. Supported by the maternal
protection and intercession of the Virgin Mary, the Woman clothed in
the Sun who crushes the head of the infernal Dragon under her feet,
we can persevere in the battles of this world, with greater strength
and courage, but also with humility and trust. And I gladly bless you
all: Benedicat
vos omnipotens Deus Pater et Filius et Spiritus Sanctus. Amen.
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