Ambientalismo
18 agosto 2022

CON LA RICETTA DEI CATASTROFISTI MILLENARISTI L'ITALIA RIMARRÀ AL BUIO

APPROFONDIMENTO


Era il 2019 quando Uberto Crescenti, professore di Geologia all’università di Chieti-Pescara, decideva che avesse superato ogni limite di sopportabilità la narrazione mediatica sui cambiamenti climatici e sulle misure proposte, costosissime e senza alcuna efficacia, nel vano tentativo di mitigarli. Riuniva allora un drappello di 8 studiosi, due dei quali della stessa università, e cioè Mario Giaccio, già preside della Facoltà d’Economia e professore di Economia delle fonti d’energia, ed Enrico Miccadei, professore di Geologia. E poi i professori di Fisica dell’atmosfera, Franco Prodi e Nicola Scafetta, delle università di Ferrara e di Napoli, Alberto Prestininzi, professore di Geologia alla Sapienza, Giuliano Panza, accademico dei Lincei e professore di Geofisica all’università di Trieste e, infine, il sottoscritto. Scrivemmo una Petizione – che inviammo ai Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera dei Deputati e del Consiglio dei Ministri – ove, per farla breve, avvertivamo che non v’è in atto alcuna emergenza climatica.


La Petizione riscuoteva le critiche di alcuni, che noi sùbito invitavamo ad un pubblico confronto, com’è d’uso nella comunità scientifica. Accadeva pure che il compianto Franco Ortolani, professore di Geologia all’università di Napoli, organizzasse un confronto presso un’aula del Senato, essendo egli anche senatore del M5S. Il partito Grillino bloccò l’iniziativa: quel confronto non s’ha da fare, gli dissero. Accadeva anche che Crescenti – che è stato anche Magnifico Rettore – chiedesse udienza a Sergio Mattarella, con lo scopo di poter illustrare meglio la Petizione e rispondere ad ogni domanda del presidente. Tanto più che questi, malgrado la nostra missiva, nei suoi auguri di buon anno ribadiva a tutti gli Italiani che la prima emergenza planetaria fosse quella climatica. Inutile rammentare che pochi giorni dopo l’emergenza climatica fu seppellita da una vera emergenza. L’udienza che il Presidente rifiutava di dare all’ex Rettore veniva curiosamente concessa a Greta Thunbergh, accolta con tutti gli onori dalla seconda carica dello Stato.


Un altro tentativo di partecipare ad un pubblico confronto accadeva quando ci iscrivemmo a parlare in una Conferenza sul clima organizzata dall’Accademia dei Lincei. Sebbene uno di noi fosse accademico dei Lincei, l’Accademia decise di cancellare l’intera conferenza piuttosto che farci parlare e, semmai, contestarci le nostre argomentazioni.


La pandemia ha messo a dormire per due anni il presunto principale problema planetario, ma le imminenti elezioni hanno ora indotto cinque colleghi a risvegliare quel problema dal suo letargo, predisponendo una letterina ove si autopropongono consulenti per la risoluzione del problema medesimo. Una prima consulenza la danno gratis: bisogna decarbonizzare il Paese – sostengono – se si vuole che le stagioni tornino a essere quelle di una volta.


Quelli del 2019 colgono la palla al balzo. Prima, sommessamente osservano che l’Italia emette lo 0.8% della CO2 mondiale: anche azzerando oggi le emissioni, al clima la cosa non farebbe un baffo; ma per la nostra economia sarebbe devastante. E poi sfidano i cinque a pubblico confronto.


Dalle prime indiscrezioni sembra che costoro rifiutino il confronto: non saremmo climatologi – dicono – e con noi non parlano. A parte il fatto che due di noi – Scafetta e Prodi – sono proprio professori di climatologia, la logica è curiosa. I cinque hanno messo in rete la possibilità di sottoscrivere la loro lettera, cosa che può essere fatta anche da Pippo, Pluto e Paperino e, in ogni caso, quasi nessuno dei 150.000 loro sottoscrittori è climatologo, visto che i climatologi in Italia si contano sulla punta delle dita. Insomma, se non sei climatologo e dai ragione ai cinque, essi ti accolgono nel loro club, se invece dai loro torto ti dicono che con te non parlano perché non sei climatologo. E questo dicono di te anche se sei climatologo. Valli a capire questi scienziati.


Franco Battaglia


Articolo pubblicato sul quotidiano LA VERITÀ il 18 agosto 2022







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