Mons. Viganò
28 luglio 2022 Alcuni consigli pastorali sulla coerenza dei candidati alle elezioni politiche per un voto cattolico consapevole Una gravissima crisi sta colpendo l’Italia e, con essa, molte altre nazioni in cui la cupola eversiva internazionale del WEF ha preso il potere. Nel corso di questi anni abbiamo visto uscire dallo Young Global Leaders for Tomorrow personaggi fino ad allora sconosciuti, che come d’incanto hanno raggiunto posizioni di governo, o dipendenti di banche d’affari ricevere investiture istituzionali senza alcun voto del popolo che, a parole, è detto sovrano.
Ma questo popolo sovrano, dopo due anni di follie criminali da parte di tutti questi governi e parlamenti asserviti alla finanza internazionale, non avrà forse ancora compreso l’immane delitto compiuto contro l’umanità da questi congiurati, ma ha capito che i partiti “di sistema” hanno vergognosamente tradito gli impegni assunti con gli elettori, rendendosi complici di questo golpe bianco compiuto prima con il pretesto dell’emergenza pandemica, poi bellica e infine energetica.
L’emorragia di voti da partiti di governo e di opposizione sarà la conferma di una profonda spaccatura tra la classe politica e i cittadini, corrispondente a quella che separa la Gerarchia bergogliana dai fedeli cattolici. Il deep state ha ormai fatto cadere la maschera svelando il volto della tirannide, così come la deep church si mostra in tutta la sua indole eretica e apostata. Cittadini e fedeli guardano con sgomento l’Autorità – che dovrebbe essere per loro di guida e di aiuto – infierire su di essi per colpirli nel corpo e ucciderli nell’anima.
E cos’è questa, se non la oscena rivelazione – nel senso etimologico della parola apocalisse – di un mondo dal quale è stato cacciato Cristo Re, Principe della pace? Di una chiesa che Lo rinnega con le parole e Lo crocifigge con la scandalosa condotta?
Questo tradimento dell’Autorità ci mostra quanto sia importante che chi ricopre ruoli di guida e di governo – tanto nello Stato quanto nella Chiesa – debba ricordare che il proprio potere è vicario di quello di Cristo, che è Re delle Nazioni e Capo del Corpo Mistico. Non est enim potestas nisi a Deo (Rom 13, 1), dice San Paolo: non vi è alcun potere se non da Dio.
Chi intende svolgere un ruolo nella società civile deve sapere che il suo impegno di governo e la sua azione politica devono conformarsi al fine per il quale Dio ha istituito l’autorità temporale; ogni loro azione deve essere orientata al bene comune, retta dalla giustizia e temperata dalla misericordia, animata dalla carità e guidata dalla fede. Occorre una classe politica che si renda protagonista della rinascita morale del Paese, e che consideri il proprio ruolo come un servizio reso alla comunità, sapendo di dover rendere conto del proprio operato a Cristo Re, di cui essa è vicaria. Senza un principio morale trascendente non vi può essere riscatto per l’Italia né per il mondo, dal momento che proprio sulla cancellazione della Religione dalla società si è basata la rivoluzione che ha sovvertito le Nazioni da oltre due secoli.
Le parole di Nostro Signore «Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare» (Mt 22, 21) non si riferiscono solo al dovere del Cattolico di pagare il giusto tributo all’Autorità civile, ma anche quello di impegnarsi come cittadino, titolare di diritti elettorali attivi e passivi, cooperando al bene comune. Votare è dunque un dovere, nella misura in cui il Cattolico può scegliere consapevolmente chi meglio difenda a suo nome i principi della legge naturale e della Religione. Se poi non vi fosse nessun partito che fa propri questi temi, giudicherà l’elettore se astenersi dal voto.
L’attuale situazione politica è estremamente complessa, sia per il tradimento della volontà dell’elettorato e la violazione delle libertà fondamentali da parte di tutti i partiti della compagine parlamentare e della sedicente opposizione, sia perché i nuovi partiti e movimenti sembrano avere un programma abbastanza generico, se non taluni totalmente discutibile, su alcuni temi che i Cattolici considerano giustamente irrinunciabili. Votare per un candidato favorevole all’aborto è un peccato grave, così come può esserlo dare il proprio voto a un partito favorevole all’eutanasia, alla manipolazione genetica, all’indottrinamento LGBTQ o alla teoria gender. Un partito che non si opponga strenuamente alla legalizzazione dei cosiddetti “matrimoni gay” o all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali non dev’essere nemmeno preso in considerazione da un Cattolico, ancor prima di sapere come si pone rispetto ad altri temi. Immagino che altrettanto facciano i nemici di Cristo, guardandosi bene dal dare il proprio voto a partiti o candidati contrari alla maternità surrogata o alla liberalizzazione della droga.
Occorre dunque che, nella confusione che regna su questi argomenti di rilevanza morale, i Cattolici chiedano ai candidati e ai partiti di dichiarare la propria posizione in modo chiaro, affinché il voto dell’elettore possa essere espresso responsabilmente e permetta di veder messo in pratica in Parlamento quello che il candidato o il partito si erano impegnati di fare una volta eletti.
Mi permetto di indicare alcune domande, confidando che i partiti vorranno pronunciarsi in modo chiaro e ufficiale (anche semplicemente indicando che quel tema non fa parte del loro programma). Sono certo che i Cattolici, disorientati anche per il silenzio sconcertante della Gerarchia, sapranno comprendere quanto sia importante la coerenza del loro voto con i principi della Morale cristiana: un voto consapevole e responsabile è la migliore conferma del dare a Cesare quel che è di Cesare.
Invito tutti i fedeli a invocare lo Spirito Santo perché, con l’intercessione di Maria Santissima, Sedes Sapientiæ, illumini gli elettori nella loro scelta e i candidati nel servire Dio e la Patria contribuendo al bene comune e ad una rinascita spirituale degli Italiani.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
26 Luglio 2022
Alcuni temi su cui fare chiarezza per una campagna elettorale onesta e un voto cattolico responsabile
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