Corona Virus
27 luglio 2022 Li hanno lasciati morire
Li hanno lasciati morire
"Hanno volutamente trasformato una malattia curabile in una tragedia…” Intervista col Dottor Massimo Citro su “APOCALISSE, li hanno lasciati morire”, il suo nuovo libro con la prefazione di Mons Carlo Maria Viganò.
Descrizione"Apocalisse" è il nuovo, rivoluzionario libro del Dottor Massimo Citro della Riva, medico, ricercatore indipendente e autore di "Eresia", bestseller che ha venduto oltre 60.000 copie. Un libro che non teme assolutamente di raccontare tutta la Verità riguardo ai fatti che vedono attualmente coinvolta l'intera Umanità. Attraverso una lucida e chiara comprensione degli eventi e alla sua capacità raffinata di trattare argomenti così complessi, il Dottor Citro della Riva ci svelerà:
Meritiamo di sapere tutta la Verità, quella autentica e non manipolata. Infatti, il Sistema crede che la verità non esista, ma che ci siano tante verità quante sono le bugie che può inventare. D'altronde, costa meno fatica accettare, senza critica, la narrazione imposta dal regime, ed è questo su cui conta il Sistema. Ma ricordiamoci bene che la Verità è solo una:il Sistema è come una grande mela marcia. E in una mela marcia vivono bene soltanto i vermi. A questa forma di dittatura imposta dal Sistema, a questo totalitarismo informativo corrotto Citro propone invece la via della rivoluzione che ci porterà a una forma più elevata di coscienza. Oggi, il mondo è diviso in transumanisti, che sostengono il Sistema a suon di crimini e menzogne, e umanisti che difendono la vita. Il Sistema non può essere messo in discussione e, nella mente di tutti, deve rappresentare il migliore dei mondi possibili. Per questo ha imparato a distogliere l’attenzione creando di volta in volta un nemico da combattere, che in questo caso è il virus. La massa rimane nell’ignoranza, nella mediocrità, nel senso di colpa e continua a ridurre a “complotto” un progressivo colpo di stato mondiale, che ha già reso schiava buona parte dell’umanità. La propaganda passa per visionari coloro che hanno compreso, mentre gli altri sono politicamente ammaestrati a rispettare correttamente le regole imposte dall’oligarchia. Una minoranza regge le sorti del pianeta e, in modo consapevole o meno, buona parte dell’umanità la sostiene: sono coloro che traggono vantaggi dal Sistema e da quello che “conviene” o che hanno sposato l’ideologia transumanista. Ricoprono posti di potere, dell’alta finanza, operano in Borsa, traggono guadagno dal caos e dalla disperazione. Viene loro assicurato successo, denaro, visibilità, potere: in cambio si devono impegnare a tradire i valori dell’umanesimo, della cultura, del classicismo, della bellezza, del sentimento. L'Apocalisse è alle porte… l’Eresia continua!C'era una volta un reC'era una volta un re così vanitoso che spendeva tutti i suoi soldi per vestirsi. Vennero a corte un giorno due scaltri burloni e raccontarono di poter tessere una stoffa mai vista, che diventa invisibile agli occhi degli uomini stolti. Subito il re pensò: “Con questa stoffa potrei farmi cucire un abito meraviglioso che mi permetterà di smascherare gli stupidi che abitano il mio regno. Lo voglio!”. E subito anticipò ai due una considerevole somma di denaro, affinché si mettessero all’opera. Montati i telai, i due presero a lavorare giorno e notte. Dopo alcuni giorni, il re mandò il suo ministro a vedere a che punto fossero, ma questi non vide altro che i telai. Si pulì gli occhiali e riprovò, ma la stoffa non si vedeva. “Allora, sono uno sciocco anch'io” pensò “e verrò sostituito dalla mia carica, se si verrà a sapere!”. "Benvenuto, ministro, che cosa ne dite del tessuto?" domandarono gli astuti burloni. "Bellissimo, magnifico!" rispose il ministro "è la più bella stoffa che abbia mai visto!". "Grazie, ministro. Allora andate a riferirlo al re", suggerirono. Il ministro riferì e il sovrano volle sincerarsi di persona. Si recò al laboratorio, ma non vide alcun tessuto. “Accidenti, che sia sciocco anch'io?” pensò disperato “non posso non essere degno di fare il re”. Pertanto, con lo sguardo fisso ai telai vuoti, esclamò: "Magnifico! Splendido tessuto". E lo stesso ripeterono gli uomini della sua scorta, tanto che, nell’euforia del momento, il re nominò quei due, seduta stante, Grandi Tessitori di Corte.
"Con questo prezioso tessuto mi confezionerete l’abito di gala che sfoggerò alla prossima parata" ordinò. I due obbedirono lavorando senza sosta, finché staccarono la stoffa dal telaio, con un paio di forbici tagliarono l’aria e pazientemente cucirono il vuoto. "Maestà, l’abito regale è pronto" annunciarono, tenendo un braccio alzato come se reggessero qualcosa "ecco qui i pantaloni, la giubba e la mantellina. C'è perfino lo strascico, vedete?". "Eccellente. Davvero eccellente" commentò il re. "Maestà, se volete spogliarvi, vi aiuteremo a indossate il vestito". Accuratamente i due vestirono il re con il nulla. "Sembra quasi di non avere indosso niente!" esclamò il sovrano in preda alla gioia. "È il suo pregio, sì. È la stoffa più leggera che esista". Il re si pavoneggiò davanti allo specchio. "Come vi sta bene" commentarono i dignitari "che modello originale! E che colori..." "Si dia inizio al corteo" annunciò il re "portate il baldacchino e si esca in parata)". I ciambellani incaricati di reggergli lo strascico finsero di raccoglierlo da terra e s’incamminarono sostenendo l’aria. Le vie della capitale erano gremite di sudditi ansiosi di scoprire quanto stupido fosse il loro vicino. Le trombe annunciarono il corteo. Orgoglioso del suo abito invisibile, il re marciava sotto il ricco baldacchino mentre la gente dalla strada e dalle finestre applaudiva e gridava: "Meraviglioso il vestito di sua Maestà! Magnifica la stoffa! Sublime la tessitura!" e tutti lo elogiavano, quando a un tratto si udì la risata di una bambina, che con voce squillante indicava il re smascherato: "Ma il re non ha niente addosso! Il re è nudo!"
Per non sembrare stolti, oggi dovremmo far finta di vedere la stoffa che non c’è. Dovremmo applaudire, lodare, magnificare, stipati nell'unico coro a insultare gli “sciocchi” che negano il vestito. Eresia! Siamo immersi nella menzogna come un croissant nel cappuccino bollente e seguiamo la moda del “far finta che”. Costa meno fatica accettare, senza critica, la narrazione imposta dal regime. Il capo del governo rassicura: il popolo può finalmente non pensare più e accettare quello che viene dichiarato. “Lo dice la televisione” ha più valore del Vangelo e improvvisamente la scienza è diventata un atto di fede. Bisogna credere che ridursi in schiavitù possa sconfiggere il virus e che solo col salvifico vaccino si tornerà a vivere. "Il mondo degli schiavi ha le sue attrattive che, a guardar bene, sono più che altro assenze: di sforzo, di paura, di pericolo, di responsabilità". La maggioranza non osa pensate che il governo sia cattivo e possa ingannare, o che i media raccontino bugie, convinta che, affermando il contrario si diventi nemici del popolo, gli untori che alimentano l'epidemia. Gli adepti del pensiero unico non concepiscono versioni diverse, preferiscono la più comoda menzogna. Ragionare scombina le carte e rinnova la paura: meglio una via mediocre resa sicura dal regime. Al ragazzo, triste nel suo sterile scafandro, che succhia ossigeno dalla stoffa cucita sulla bocca, restano poche speranze: il Sistema gli ha inaridito l’anima, l’ha trasformato in un automa, un manichino, un suddito pronto a traghettare verso il più sterile transumanesimo. La democrazia si è dissolta, a decidere è un Sistema oligarchico tecnocratico di potentissime élites finanziarie che governano de facto il pianeta. Mai elette dal popolo, non hanno incarichi istituzionali e, se li hanno, è in modo illegittimo. La pandemia rappresenta una rara e stretta finestra di opportunità per riflettere, reimmaginare e ripristinare il nostro mondo, nulla tornerà alla normalità, il virus è un punto di svolta fondamentale nella nostra traiettoria globale, ciò a cui porterà la quarta rivoluzione industriale è una fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica. Così ha proclamato Klaus Schwab a Davos.
La pandemia ha innescato il “grande reset” che schiaccia il mondo sotto il giogo transumanista di potenti gruppi finanziari. La narrazione mediatica ha convinto, a suon di terrore, sulla necessità di un totalitarismo, sostenuto da chi sceglie di privarsi della libertà per garantire la salute. Non c’è ragione, ma il Sistema ha convinto la gente. Il filosofo Ernst Jiinger, padre della Disobbedienza Civile, ha scritto: "I rapporti fra i progressi dell’automatismo e quelli della paura sono molto stretti; pur di ottenere agevolazioni tecniche, l’uomo è disposto a limitare il proprio potere di decisione. Conseguirà una sorta di vantaggi che sarà costretto a pagare con una perdita di libertà sempre maggiore. La hybris del progresso si scontra con il panico, il massimo confort con la distruzione." La regia dell'epidemia ha abilmente messo in gioco un valore importante, la salute, con il più potente catalizzatore emotivo, la paura, in modo che quasi nessuno osi scombinare la pantomima. Poi c’è la vergogna, il senso di colpa: come la mettiamo con “il rispetto per i morti”? L’epidemia era ed è curabile, ma i malati non sono stati curati e l’ingiustificata attesa ha provocato milioni di morti. Come previsto dal progetto. Per smascherare il quale c'è una sola possibilità, che passa per la bambina della fiaba. Attenti alla propaganda, dice la bambina, il potere si regge sempre sull’inganno. Riprendete a osservare con attenzione, a ragionare con la vostra testa e capirete che il Sistema ha mentito fin dall’inizio. "Questi sono i cadetti di Guascogna, gradassi e mentitor senza vergogna": Restand fu vittima dell’influenza Spagnola. Svelare la verità non è un atto di fede, è osservare e ragionare. Forse è questo il senso evangelico del ritornare bambini: soltanto l’animo libero di un bambino può mostrare che il re è nudo. La fede porta a credere. La scienza invita a dubitare. Svelare senza negare: "Vae Victis, guai ai vinti"!Apocalisse significa “rivelazione”. Da "apokalyptein", svelare. L’oligarchia elitaria ha fatto propria la fiaba di Andersen, tessendo l’invisibile vestito che la protegge, fabbricato con i fili della democrazia rappresentativa, intrecciati con quelli dell’approvazione legislativa e del consenso popolare. Ha messo in atto, da tempo, un colpo di stato lento e progressivo, che sembra immobile, quando invece avanza inesorabile. Manovrando governi, istituzioni, media e propaganda, un Sistema falso e bugiardo fa credere al popolo quel che non è, nascondendo quello che è, privando gli uomini della libertà e della sovranità. "Esiste una narrazione della pandemia, inoculata in dosi quotidiane e crescenti, come un veleno: una manipolazione politica, spesso tendenziosa, che favorisce e amplifica il disorientamento. E poi esistono le evidenze..." ammette lo stesso Ranieri Guetta. Nel nostro libro, continuazione di "Eresia", riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia CoViD-19, andremo a cercare queste evidenze e proveremo a denudare il re. Si può far iniziare tutto da certe "idee introdotte da qualcuno che le ha dotate di una forza di persuasione e le sostiene fino a farle penetrare nell’ambiente voluto, poi il resto viene da sé, proprio come i virus", scrive Paolo Rumor e prosegue: "la malleabilità dell’uomo è così connaturata e istintiva che basta un nonnulla per fargli mutare convinzioni e atteggiamenti: fa parte della sua costituzione animale [...] la sua facilità a entusiasmarsi, farsi trascinare da dispensatori di idealità, farsi prendere da numerose pulsioni istintive".
Per Giacomo Rumor, padre di Paolo e cugino di quel Mariano Rumor cinque volte presidente del Consiglio nella Prima Repubblica, il qualcuno che fa penetrare nell'ambiente determinate idee dotate di forza di persuasione costituisce una struttura trasversale, che funge da catalizzatrice a determinate decisioni contingenti di natura economica, sociale e politica, in concomitanza con certi momenti storici importanti. Paolo Rumor precisa che "tali persone non esitano a ricorrere a tecniche di suggestione o dissimulazione per pilotare l'emotività dell'opinione pubblica, le sue aspettative, le aspirazioni mentali, e conseguentemente far accettare cambiamenti strutturali che coinvolgono le comunità nazionali. È quello che sta succedendo: i singoli governi non sono in grado d’interferire con questa programmazione, quantomeno a breve termine, e neppure i partiti politici, che in realtà vengono totalmente esclusi da quella che in gergo viene chiamata la Grande opera". L'analisi storica di Giacomo Rumor si fonda sullo studio di preziosi documenti che Maurice Schumann, senatore della Repubblica francese, più volte ministro e accademico di Francia, condivise con lui e dai quali emerge questa "struttura sconosciuta, protetta da una sorta di mimetizzazione e di autocensura, che opera all’interno degli organismi contemporanei dove si formano opinioni e si prendono decisioni. Essa è composta da persone comuni, indistinguibili dalle altre".
Massimo Citro è Dottore in Medicina e Chirurgia, Dottore in Lettere Classiche e Specialista in Psicoterapia. Massimo Citro vive e lavora a Torino. Ricercatore scientifico e scopritore del TFF (Trasferimento Farmacologico Frequenziale), e fondatore e direttore del’Istituto di Ricerca "A. Sorti" (IDRAS). È socio del Club di Budapest, fondato da Ervin Laszlo, il due volte candidato al Premio Nobel per la Pace. ... |