In Difesa della Vita
24 giugno 2022 La Corte suprema Usa ha sancito il diritto di nascere ad ogni bambino, ribaltando la storica sentenza Roe v. Wade con la quale nel 1973 fu legalizzata la morte dei nascituri.
Ora quindi i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. "La Costituzione non conferisce il diritto all'aborto". È quanto si legge nella sentenza della Corte Suprema che abolisce la Roe v. Wade. La decisione è stata presa dalla Corte con 6 voti a favore e 3 contrari.
La decisione è stata presa nel caso "Dobbs v. Jackson Women's Health Organization", in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l'interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata l'unica clinica rimasta nello Stato ad offrire l'aborto. "L'aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l'aborto", scrivono i giudici. Una bozza trapelata nelle scorse settimane (redatta dal giudice Samuel Alito, risalente a febbraio e confermata poi come autentica dalla Corte) aveva indicato che la maggioranza dei saggi erano favorevoli a ribaltare la Roe v Wade, da qui sono nate sui media polemiche che hanno portato a proteste davanti alle abitazioni dei giudici negli Usa, organizzate dal Partito Democratico, con l'intento di fare pressione affinché i membri della Suprema Corte cambiassero idea. Onore a questi veri giudici che sono rimasti coerenti e hanno ignorato le pressioni intimidatorie. Va ricordato che negli USA fare pressione nei confronti di un Giudice della Corte Suprema è un atto altamente illegale. Su 50 Stati, 26 (tra cui Texas e Oklahoma) hanno leggi più restrittive sull’aborto. Nove hanno dei limiti sull'aborto che precedono la sentenza 'Roe v. Wade', e che non sono ancora stati applicati ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti 'divieti dormienti' che dovrebbero entrare immediatamente in vigore. ... |