Di
Roberto PECCHIOLI
Ogni
civilizzazione muore a modo suo. La nostra ha scelto di tirare le
cuoia al gran ballo del Titanic, vestita – o svestita- di
arcobaleno, tra luci, gridolini, sguaiata allegria di naufraghi.
Sterili, con i valori invertiti, a capofitto.
Leggiamo
sull’Huffington Post - uno degli organi più pregiati del
progressismo - un articolo dal titolo “L’ Occidente è gay”. Il
pezzo è ripreso dall’agenzia Ansa, quanto di più ufficiale
nell’informazione italiana, e lo stesso Huff Post (anche i
giornali, all’uso americano, hanno nomignoli e diminutivi…) è
ampiamente finanziato dai miliardari filantropi, con in testa George
Soros, e dalla combriccola liberale, liberista, libertaria. Sono loro
a decidere che cosa possiamo leggere e pensare, e che cosa è meglio
(per loro) tacere al popolaccio. Soros è anche tra i finanziatori
storici di Wikipedia, summa theologica progressista, la prima
scelta dei grandi motori di ricerca. Bill Gates, tra epidemie
annunciate e inviti a cibarci di vermiciattoli, ha deciso d’urgenza
di destinare 300 milioni di dollari alla stampa amica.
L’Occidente,
secondo l’articolista, è gay. Siamo portati a dargli ragione. La
Repubblica - altra icona progre - ha invitato, quasi
imposto ai suoi giornalisti di partecipare al gay pride
romano. Che si deve fare per conservare la paga in tempi di crisi
delle vendite. Uguale invito hanno ricevuto i paludati dipendenti di
Bankitalia. Al diavolo lo spread e l’inflazione, i
funzionari del capitale finanziario, con tanto di logo e maglietta
celebrativa, sfilano meravigliati dal baccano, così diverso dal
severo palazzo Koch.
Uno
scioccante rapporto del Crédit Suisse afferma che la galassia
LGBTQI+ è un impero multinazionale, forse il quarto del pianeta per
volume d’affari, sostenuto da tutti i giganti fintech, da
colossi come Nike e Adidas, Coca Cola, Walt Disney e da tutto il
parterre des rois del turbocapitalismo. L’impero LGBTQI+
varrebbe, secondo i calcoli svizzeri, tremila miliardi di dollari. Ha
ragione l’Huff Post: l’Occidente è gay. Intanto, sembra
che l’1,4 per cento degli adolescenti americani ritenga di avere
problemi di identificazione con il sesso assegnato dalla natura. Anni
di bombardamento (dis)educativo, mediatico, politico e di spettacolo
stanno scavando il solco. Avvizzite come piante nel deserto, le
sparute ultime generazioni d’Occidente ballano gaie la danza
macabra imposta da adulti criminali.
Assai
significativo è l’articolo militante dell’Huff Post, in
cui compaiono tutti i luoghi comuni dell’Occidente terminale.
L’articolista gay enuncia senza saperlo alcune tristi verità.
“Usiamo ancora il sesso per conoscerci, per stringere legami, per
occupare il nostro tempo. Siamo ancora l'avanguardia di questa
pulsione mortifera e seducente che plasma il mondo occidentale.
Foucault in Aids diceva che era meglio morire continuando a scopare.
“Questo è il programma esistenziale d’Occidente, ben oltre il
mondo gay.
Illuminante,
sincero, raggelante; successivamente tesse l’elogio dei luoghi
simbolo di un certo modo di vivere, saune, locali dove si consumano
“acidi”, feste queer in cui le persone “pippano”. Poi
una riflessione attribuita a un giovanissimo: “Se gli eterosessuali
capissero che senza figli sarebbero esattamente come noi
smetterebbero di farli”. Un terribile programma, l’adesione
esplicita - benché culturalmente inconsapevole - all’agenda di
decostruzione e fine dell’umano delle oligarchie occidentali.
Con
realismo, l’autore ammette la correlazione tra comportamenti
omosessuali promiscui e alcune malattie, come il nuovo spauracchio,
il vaiolo delle scimmie. “Se leggo che in Inghilterra su
centonovanta casi confermati centoundici sono tra uomini che tornano
da saune e bar gay, e hanno lesioni ai genitali, è molto probabile
non se le siano fatte prendendo il bus o perché sono molto cordiali
e si salutano con un bacio lì.” E ancora: “la correlazione tra
omosessuali e comportamenti a rischio esiste eccome: basta un giro
tra le dune di Maspalomas. Basta anche solo leggere i dati sulla
sifilide. Basta avere una minima conoscenza della differenza tra
pulsioni maschili e femminili e possibilità di realizzarle”.
Può
parlare così perché è parte in causa: affermazioni ben più caute
fatte da estranei a quel mondo sono proibite, proscritte, esposte
alla gogna pubblica. Sconvolge l’assenza completa di qualunque
riferimento o aspirazione superiore, la fine di ogni tensione etica e
spirituale. L’autore ci mette inconsapevolmente di fronte alle
nostre responsabilità: il suo universo è l’avanguardia di una
dissoluzione così avanzata da non poter essere più fermata. Tutti i
poteri, tutte le oligarchie d’Occidente stanno completando la
decostruzione dell’essere umano sino alla polverizzazione delle
identità più intime.
Si
finisce per guardare con invidia all’innocenza istintuale della
condizione animale, non corrotta da una civiltà più infettiva delle
malattie che genera. È
una perturbazione senza precedenti, per analizzare la quale serve un
approccio metapolitico,
che Joseph De Maistre chiamava “metafisica delle idee politiche”,
giacché la cosmovisione sottesa alle parole del giovane articolista
è profondamente, inconsapevolmente politica, l’estremizzazione di
atteggiamenti prodotti da un lungo, intenso lavoro intellettuale
durato secoli.
Se
cerchiamo di cogliere il cuore di una cultura o di una civiltà,
dobbiamo ricercare il nucleo spirituale che la fonda, poi
secolarizzato. Lo stesso ateismo razionalista, divenuto la norma
culturale comune dei popoli dell'Occidente, ha le sue radici in un
insieme di idee e concezioni non razionali e di fatto parareligiose.
Idee apparse sin dal Rinascimento in forma sotterranea che
cominceranno ad imporsi come l'ideologia diffusa delle élite a
partire dall’Illuminismo.
In
Europa e in Occidente, al termine di un lungo processo storico, è
prevalsa l'idea che la materia ha la precedenza sullo spirito, che
sarebbe solo una fase particolarmente elaborata della materia.
Secondo questa idea, la materia evolve continuamente senza alcun
intervento esterno fino a generare l'apparizione spontanea della
coscienza. In questa visione evolutiva di un'esistenza umana senza
una causa spirituale, vita, coscienza e spirito sono soltanto stadi
successivi della materia auto-creata e auto-organizzata.
Questa
concezione monistica invertita, che stabilisce lo spirito come uno
stadio evoluto della materia, è alla base degli orientamenti
intellettuali, tecno-scientifici, politici e sociali occidentali
dominanti. Le personalità che guidano l'attuale sistema di governo
globale occidentale sono imbevute da questo orientamento filosofico.
Tra loro, l'influente biologo Julian Huxley (1887-1975), primo
direttore dell'UNESCO, eugenetista e darwinista che coniò il termine
transumanesimo. Suo nonno, Thomas Huxley, intimo amico di Charles
Darwin, introdusse il concetto di agnosticismo nel XIX secolo, nel
contesto del confronto intellettuale tra il nascente evoluzionismo
darwiniano e l'ordine spirituale dell'epoca.
È
questo clima che costituisce lo sfondo della maggior parte degli
orientamenti che l'Occidente sta perseguendo: ristrutturazione
ecologica e decarbonizzazione forzata, pianificazione medica globale,
riduzione della popolazione mondiale, sorveglianza da remoto per via
tecnologica, digitalizzazione dell’essere umano, ridotto alla pura
dimensione biologica e pulsionale, negazione della componente
“naturale” della creatura uomo, disponibilità e subordinazione
della vita umana agli interessi oligarchici. Idee imposte senza
alternativa e dibattito. In questo senso, anche l’enfatizzazione
dell’omosessualismo - di cui molte personalità fragili sono le
prime vittime - è un meccanismo per isterilire la società, ridurla
alla dimensione pulsionale di schiavitù dei desideri e,
allontanarla, insieme con le luci della società dello spettacolo,
dalla lotta del servo contro il padrone. In questo senso, l’Occidente
è gay per un doppio motivo: è scioccamente soddisfatto – gaio -
della sua riduzione a homo consumens componente di un gregge e
non percepisce più l’inversione antropologica – non soltanto
sessuale - di cui è oggetto.
Le
oligarchie occidentali non sono neppure più atee o materialiste, ma
transumaniste. Questa ideologia è accompagnata - come sempre nella
storia - da un cambio di orientamento strategico politico che cerca
di imporre una visione del mondo integralmente materialista al di
fuori dell'Occidente politico, ma innanzitutto all’interno, a
popolazioni che sono ancora, almeno in parte, attaccate alla radice
dei valori greco -romani e cristiani che strutturavano fino a tempi
recenti l'essere collettivo europeo. Ciò genera turbamenti politici,
sociali e antropologici senza precedenti. La visione
materialista-transumanista utilizza tutto l’armamentario
tecnico-politico di ciò che presenta come “governo globale”, un
sistema di gestione planetaria dell'umanità da parte di organismi
transnazionali e sovrastatali non eletti, di cui l’oligarchia è
finanziatrice e proprietaria.
L'umanesimo
sta crollando sotto la pressione del transumanesimo delle élite
tecno-scientifiche. L’orientamento post-umanista e post-cristiano
si rafforza con il passare del tempo e con il progressivo
allontanamento dalle fonti che costituivano la radice spirituale
originaria dell'Occidente. La disintegrazione progressiva di ogni
identità comunitaria, etica e spirituale non poteva che sfociare
nella messa in discussione del fondamento della vita e della legge
naturale che la Bibbia sintetizza nel Genesi: maschio e femmina li
creò. Non vi è più creazione, piuttosto evoluzione e
trasformazione continua sino a trascendere la specie e la biologia.
Dunque non vi sono identità stabili, ma la tensione sterile vero
l’Unico, l’androgino, l’attrazione per l’identico che nega il
progetto della natura o di un’entità creatrice.
L’Occidente
gay dell’articolista dell’Huffington Post è frutto di una
precisa volontà oligarchica orientata al superamento dell’uomo,
alla sua ibridazione con la macchina per la quale ha bisogno di
espellere la dimensione etica, spirituale e la volontà di vita, di
comunità e lo stesso istinto di conservazione - riproduzione
presente in tutti i viventi. In più, giacché l’omosessualità più
ostentata è maschile, agisce la tenace volontà di abbattere la
specificità creatrice dello spirito virile. Le pulsioni più basse,
la riduzione dell’umanità alle spinte libidinali (Eros) porta con
sé, come capì lo stesso Sigmund Freud, la pulsione di morte
(Thànatos), rappresentata, negli occidentali contemporanei, dalla
corsa ansiosa verso piaceri effimeri, l’abolizione di passato e
futuro in nome del presente, il consumo forsennato di sé attraverso
esperienze di ogni tipo, facilitate dalla banalizzazione dell’uso
di sostanze psicotrope e allucinatorie.
Lo
stesso Freud parlò di lustprinzip, principio di piacere,
vissuto, desiderato, sperimentato unicamente nella sfera pulsionale,
come trionfo dell’Es (l’energia inconscia della sfera istintiva)
sul Super Io morale e sociale. La postmodernità ha superato il
dualismo con una spettacolare curvatura: Es e Super Io (manipolato
dalle oligarchie) finiscono per coincidere creando una specie nuova,
diversa dall’Homo sapiens ma anche dagli animali, che vivono
la dimensione naturale, governata da istinti, tempi e condotte
altrettanto naturali. Tutto ciò le oligarchie sono riuscite a farlo
passare per libertà e diritti; fondano su questo consenso
superficiale manipolato un potere immenso di cui grandi masse neppure
si accorgono, immerse in piaceri effimeri, in esperienze che
richiedono il costante innalzamento dell’asticella; di più, sempre
di più, sino all’esaustione.
Viste
sotto questo profilo, le giornate del cosiddetto orgoglio gay e i
loro protagonisti sono la prova del successo, in questa parte di
mondo, della volontà di potenza di oligarchie antiumane tese a
ridurci a gregge docile, dedito al piacere (qualunque cosa
significhi), denaturato e sterilizzato nell’istinto di
conservazione naturale della specie, privo della volontà - la
volontà
di Schopenhauer - di cambiare le concrete condizioni socio economiche
del mondo, ossia riconoscere nelle oligarchie globaliste i burattinai
nemici delle nostre vite.
Paradossalmente,
l’universo LGBTQI+ è la curva ultrà di un mondo in
decomposizione, incamminato verso il post e il transumano. La corsa
verso il basso pare inarrestabile e mette in discussione la vita,
primo diritto e primo valore. Per evitare lo scacco al Re - l’essere
umano - occorre forse sacrificare la Regina, la nostra civiltà al
capolinea: non si può difendere ciò che è marcito. Accanimento
terapeutico.