Russia
02 giugno 2022 NON DIMENTICHIAMO I “PICCOLI ANGELI” DEL DONBASS
Di
Eliseo Bertolasi
Come
tutti gli anni il 1° giugno a Donetsk, capitale della DNR, vengono
ricordati tutti quei bimbi che sono stati uccisi dall’esercito
ucraino negli otto anni di guerra del Donbass.
Questa
commemorazione negli ultimi anni si è allargata ben al di fuori del
Donbass, come si legge sul sito del Ministero degli Esteri della
DNR: Anche l’Italia non dimentica e ha preso attivamente parte alla commemorazione con il lancio di palloncini coi colori del tricolore italiano: un gesto semplice, certo, ma anche simbolico per l’ascesa dei palloncini verso cielo (foto).
L’azione “Angeli” si svolge annualmente dal 2016 con il supporto dell’Organizzazione Sociale “Giovane Repubblica” e del Ministero degli Affari Esteri della DNR. Nelle varie occasioni, all’azione, hanno preso parte rappresentanti di 20 paesi del mondo.
Rimane
il “non senso”, l’assurdità, di queste morti innocenti:
colpire bambini, colpevoli solo di trovarsi dall’“altra parte”,
nati su una terra, il Donbass, che ha “osato” sfidare il regime
istauratosi a Kiev nel 2014, o semplicemente colpevoli solo di essere
d’origine russa e di parlare russo.
Sacrario alla memoria dei bimbi uccisi
Fu soprattutto negli anni 2014 e 2015 che si registrarono la maggior parte di questi crimini! Tuttavia, i combattimenti, che in realtà non si sono mai realmente interrotti, ora sono ripresi con grande intensità. Tutti i giorni le bombe col loro carico di morte e distruzione cadono sulla città di Donetsk e sul Donbass. In passato erano bombe ucraine, ora, in aggiunta, anche bombe dei paesi della NATO, forse anche italiane! Uccidono a migliaia di km di distanza una popolazione che nulla ha mai fatto di male, né alla NATO, né all’Italia, né a nessun altro paese europeo. Si potrebbero scrive fiumi di parole per tentare di descrivere l’orrore di queste morti, ma davanti a tale sgomento è meglio affidarsi alla poesia, per il suo potere di saper cogliere, penetrare la realtà e renderla eterna: Angeli del Donbass
Che
io sia l’ultimo bimbo
Accanto
me da Gorlovka c’è Kira,
Non
so perché ci hanno ucciso…
Sono
Polina… avevo solo otto anni…
Che
io sia l’ultimo bimbo (Snezhana Aendo, 2015)
Fonti: Testi e poesia tradotti da Eliseo Bertolasi
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