Russia
19 aprile 2022

L’oligarchia ha paura della guerra con Putin e adesso parla subito di concessione dell’Ucraina dell’est alla Russia


Per bocca di uno dei suoi portavoce, Edward Luttwak, l’oligarchia dice che è disposta a

concedere la parte est dell’Ucraina ai russi. Adesso hanno paura che Putin non si

accontenti.


Secondo il politologo, il conflitto può essere interrotto sin da subito con plebisciti nelle regioni di Donestk e Luhansk.

Adesso la guerra deve finire con plebisciti nelle due regioni di Donestk e Luhansk”. È la soluzione prospettata dal politologo Edward Luttwak per porre fine al conflitto in Ucraina e riportare la pace nei territori invasi dalle truppe di Mosca.

Per il saggista romeno naturalizzato statunitense, intervenuto su Twitter, per muoversi in tal senso, però, è indispensabile che sia “gli spari che i movimenti di terra debbano finire”. Una sorta di pausa per favorire una soluzione diversa dalle operazioni belliche. Stesso discorso vale per le sanzioni adottate dall’Occidente contro la Russia. “Se sono sospese – spiega l’esperto di politica internazionale - i russi rispetteranno le regole”.

Luttwak era stato già al centro dei riflettori dell’opinione pubblica qualche giorno fa quando si era detto sicuro della sconfitta militare  della Russia.

Sulla stessa lunghezza d’onda Federico Rampini, dopo una campagna a favore della guerra,  ha scritto: “La maggioranza dell’umanità, che non è bianca, sostiene la posizione della Russia in Ucraina”: questo il messaggio scritto su Twitter dal leader di un grande Stato africano. Citato  nel suo editoriale sul Corriere della Sera nel giorno di Pasqua 17 aprile. Nel messaggio - continua il giornalista – si fa riferimento a tutti quei Paesi che hanno deciso di non applicare sanzioni economiche contro Mosca. “Vi figurano la maggior parte dell’Asia, Medio Oriente incluso; Africa e America latina”, scrive ancora Rampini.

Tra quelli che si sono rifiutati di “punire” Mosca ci sono, per esempio, la Turchia – che è un membro della Nato -, Israele e l’Arabia Saudita,  che tra l’altro “godono da decenni di aiuti militari americani essenziali”. Ma, prosegue Rampini, la delusione più grande per Biden sarebbe arrivata dall’India: “Il governo nazionalista indù di Narendra Modi stava proseguendo un avvicinamento strategico verso gli Stati Uniti in funzione anti-cinese; però non se l’è sentita di guastarsi i rapporti con l’altra superpotenza vicina, la Russia”.

Putin, insomma, sarebbe tutt’altro che isolato. Ha dalla sua parte “la maggioranza delle nazioni e della popolazione”. “E se sono vere le proiezioni sul futuro del pianeta — economico, demografico — il ‘mondo del terzo millennio’ sta dall’altra parte, non dalla nostra”, commenta il giornalista del Corsera. La vicinanza di quei Paesi a Putin si spiega col fatto che “quello che un tempo chiamavamo Terzo mondo è stato oggetto di grandi attenzioni da parte di Pechino e anche di Mosca,  con investimenti sostitutivi dei nostri”.

Come si può vedere dopo la iniziale folle ed euforica propaganda di guerra adesso stanno tornando con i piedi per terra.

La realtà si impone nelle loro menti?








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