Russia
15 marzo 2022 L’Onorevole Vito Comencini è andato in Russia per poi raggiungere il Donbass Qui le sue dichiarazioni riferite da ADNKronos, e di seguito l’intervista a La Reubblica ripresa dal sito Notizie.com.
Ucraina-Russia, Comencini (Lega): "Sono a San Pietroburgo, pronto per andare in Donbass"Il deputato con moglie russa: "Rivendico mio voto per no armi a Zelensky. Sanzioni? Russi abituati, per noi conseguenze pesanti" Non è stato un viaggio facile quello del leghista Vito Comencini, arrivato a San Pietroburgo "da un paio di giorni". "I voli europei non ci sono più, sono atterrato in Finlandia, poi con un van sono arrivato qui", dice intervistato dall'Adnkronos il deputato veronese, sposato con Natalia cittadina russa, originaria della ex capitale imperiale, affacciata sul Baltico. Ora Comencini vorrebbe andare in Donbass "o almeno a Rostov, per dare la mia solidarietà e l'aiuto a quelle persone", dice con riferimento alle popolazioni della zona contesa. Comencini, oltre a essere un po' di casa in Russia, è uno dei tre deputati della Lega che, alla Camera, ha votato contro la parte della risoluzione del governo che riguardava l’invio di armamenti all’Ucraina, lo scorso 3 marzo. Oggi, dopo 17 giorni di guerra, dopo l'estensione del conflitto, non cambia idea: "Il mio voto - spiega - lo confermo, oggi a maggior ragione, visto anche l'effetto boomerang che sta arrivando dalle sanzioni economiche, che saranno, come ormai appare chiaro, più pesanti di quanto si pensasse". Sanzioni che per il membro della Commissione Esteri della Camera penalizzeranno più gli europei stessi, in particolar modo l'Italia, che non gli stessi russi "abituati da un po' di tempo a subire sanzioni". "Loro - dice - sapranno tamponare, hanno la loro sovranità, gli anticorpi per sopravvivere all'assedio, sanno, diciamo, essere autarchici". "L'Italia avrà un grosso problema, soprattutto economico - prevede Comencini - ora in molti giustamente sono preoccupati, l'energia, le materie prime, salgono tutti i prezzi, una cosa che arriva dopo due anni di pandemia devastanti, ora è pure peggio". Poi si appella a Draghi: "L'Italia persegua la pace, tornando protagonista della diplomazia, come stanno facendo altri paesi e faccia fronte pure con misure serie per limitare gli effetti delle sanzioni per noi, come chiede la Lega". "Sento il clima che si respira in Russia, ho parlato con alcuni amici, c'è davvero una visione diversa da quella dell'Occidente, qui molta gente pensa che il vero scontro sia tra la Federazione Russa e la Nato, che l'Ucraina è uno scenario al centro di un conflitto maggiore, che ha radici profonde, legato alla questione Nato, ai rapporti con gli Usa", spiega il leghista, riportando non senza partecipazione le ragioni dei russi. Qui sono convinti che i civili ucraini sono utilizzati come scudi umani, i russi spesso non entrano nelle città non tanto per la resistenza locale, ma proprio perché le persone sono tenute come ostaggi "Qui il tema delle forze armate ucraine, con una importante componente di elementi neonazisti è molto sentito dalla gente", avverte. "Io - dice - proprio ora sono in una delle vie principali di San Pietroburgo, non ho visto alcuna manifestazione contro la guerra, qui vedo russi che fanno shopping, la vita scorre tranquilla, ristoranti aperti. Sicuramente anche qui sono preoccupati, l'auspicio che finisca la guerra c'è pure qui, ma i russi vogliono una soluzione, che sia la migliore possibile, anche diplomaticamente". Crimea, Donbass e neutralità dell'Ucraina restano le richieste di Mosca: "I temi dei trattati di Minsk restano irrisolti", ricorda. E sulla Crimea, Comencini all'Adnkronos ricorda come "ci sia stato un referendum popolare, più o meno legale, ma la gente si è espressa, dimenticare la storia è un grave errore". "Qui hanno ben presente quanto successo, a partire dal 2014, dalla migliaia di morti del Donbass, la guerra non dico fosse attesa, ma era nell'aria da tempo", aggiunge. "Le tv danno molta attenzione alle fake news, quelle che per i russi sono propaganda occidentale", dice ancora con riferimento ad esempio alla vicenda dell'ospedale pediatrico bombardato di Mariupol. Ora il leghista che ha detto no alle armi italiane a Zelensky, pensa anche a tornare in Donbass, dove tutto pare iniziato. "Io lì ci sono già stato due volte nel 2015 e nel 2016, ho visto le vittime, la distruzione della guerra, che allora a molti in Occidente non interessava, ho molta attenzione per loro, come ora per gli ucraini che stanno soffrendo oggi, non si può fare distinzione tra civili". "Ma - conclude - mi pare che oggi manchi l'attenzione verso coloro che ritengo purtroppo ancora dimenticati e non rispettati da molti in Europa".
https://www.adnkronos.com/ucraina-comencini-lega-ora-sono-a-san-pietroburgo-pronto-per-andare-in-donbass_6wVTAbbj2WfUvZB8fK5qgi________________________________________________________________________ Ucraina-Russia, il deputato della Lega Vito Comencini ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano ‘La Repubblica’ in merito a quello che sta accadendo nel paese orientale Il quotidiano ‘La Repubblica‘ ha intervistato il deputato della Lega, Vito Comencini. Si trova a San Pietroburgo, città della moglie, 35 anni ed in molti lo hanno considerato come una persona filo-putiniana. In merito a questo ci ha tenuto a fare alcune considerazioni ed ha risposto che si definisce un “identitario” e che difende i valori della civiltà classica cristiana in Europa. Non solo: è pronto anche a raggiungere il Donbass. Il suo scopo è quello di portare solidarietà alle persone che sono scappate dalla guerra. Nessuna distinzione con gli ucraini. In poche parole ha condiviso l’operazione di Mosca: “Si erano autoproclamate già autonome, Putin le ha semplicemente riconosciute“. “L’invasione dell’Ucraina è una conseguenza della guerra in Donbass per via dei mancati accordi di Minsk“. Ha votato contro l’invio di armi sull’Ucraina perché: “Significherebbe gettare benzina sul fuoco. L’Italia deve spingere per la pace, proprio come Israele e Turchia. Non deve fornire supporti militari“. Il popolo ucraino sta difendendo la sua libertà, ma: “Se la copri di fucili è difficile risultare credibili come mediatori“. Per Comencini pare che lo scontro sia tra la Nato e la Russia. “Sono convinti che i civili ucraini vengano utilizzati come scudi umani. Loro arresa? Non voglio entrare in questioni delicate, Draghi dovrebbe spingere su quel fronte“. “La guerra è sempre una tragedia, ma è la prosecuzione del conflitto visto in Donbass. Quello che vedo e sento in tv le prendo con le pinze, a volta è il frutto di una propaganda mediatica. Qui tv locali denunciano fake news“. Di conseguenza gli viene chiesto anche se il bombardamento dell’ospedale di Mariupol fosse altrettanto una notizia falsa: “Ho parlato con amici russi che sollevano dubbi in merito. La guerra? Qui ristoranti e negozi sono pieni“. https://www.notizie.com/2022/03/15/ucraina-russia-intervista-comencini-putin-repubblica/ Da La Repubblica martedì 15 marzo 2022
Comencini “Io filo-Putin? Sono identitario andrò in Donbass” di Concetto Vecchio roma — Onorevole Comencini, in Parlamento lei passa per filo Putin. «Non è così. Mi definisco un identitario. Difendo i valori della civiltà classico cristiana in Europa». Il deputato della Lega Vito Comencini, 35 anni, si trova a San Pietroburgo, la città della moglie, Natalia. Ed è pronto a raggiungere il Donbass, «se sarà possibile. In caso contrario mi fermerò a Rostov, dove molti dei profughi giunti dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk hanno trovato riparo». Non è un modo per giustificare l’invasione del Donbass? «Voglio portare la mia solidarietà alle persone scappate da quel conflitto. Non faccio distinzioni con gli ucraini, ma anche quelli fuggiti in Russia meritano la nostra solidarietà». Quindi lei condivide la strategia di Mosca? «Si erano già autoproclamate repubbliche autonome, ora Putin le ha semplicemente riconosciute». E non condanna l’invasione dell’Ucraina? «L’invasione è anche una conseguenza della guerra in Donbass, per il mancato rispetto degli accordi di Minsk, che prevedevano una soluzione pacifica e diplomatica dopo otto anni di ostilità. Sono stato lì due volte, ho toccato con mano la disperazione. Il conflitto è proseguito nel silenzio generale». Perché è andato in Crimea anche dopo l’invasione russa? «Lì non c’è mai stata una guerra. Con un referendum approvato a grande maggioranza la popolazione ha deciso di passare con la Federazione russa». Non è stata la prova generale dell’attuale guerra? «La Crimea è sempre stata legata alla Russia. Lo stesso Zelensky afferma che può essere oggetto di trattativa». Come mai ha votato contro l’invio di armi all’Ucraina? «Perché significa gettare benzina sul fuoco. L’Italia deve spendersi per una mediazione che porti al più presto alla pace, come stanno facendo Israele e Turchia. Non fornire supporti militari, che non si sa in che mani finiscano». Il popolo ucraino non sta difendendo la sua libertà? «Sì, ma se lo copri di fucili poi è difficile risultare credibili come mediatori». Pure lei sostiene che l’aggressione derivi dalla paura che l’Ucraina possa entrare nella Nato? «In Russia pensano che lo scontro sia tra Nato e Russia. L’Ucraina a quanto pare è al centro di un conflitto più complesso, che ha radici più profonde, legate al suo rapporto con gli Usa». Gli ucraini però da anni non dimostrano di volere l’Europa? «Qui sono convinti che i civili ucraini vengano utilizzati come scudi umani. Pensano che le forze armate siano composte da molti elementi neonazisti». Non sta ripetendo esattamente la propaganda di Putin? «A me lo dicono i cittadini russi, ma anche amici e parlamentari ucraini, che già mesi fa mi denunciavano con preoccupazione le grandi parate neonaziste a Kiev». Gli ucraini cosa dovrebbero fare? Arrendersi? «Sono questioni molto delicate su cui non vorrei entrare. È la diplomazia che deve lavorare per il cessate il fuoco. Draghi dovrebbe spingere su quel fronte». Putin sta radendo al suolo le città. «La guerra è una tragedia sempre. In qualche modo è però la prosecuzione del conflitto visto in Donbass. Comunque, quello che vedo e sento in tv lo prendo con le pinze». In che senso? «Tante volte è il frutto di una propaganda mediatica. Qui le tv locali denunciano fake news». È una fake news anche il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol? «Non ho espresso alcun giudizio in merito. Ho ascoltato le opinioni dell’una e dell’altra parte. E ho parlato con amici russi, che sollevano dubbi, basandosi su elementi oggettivi ed evidenti». Com’è arrivato in Russia? «Sono atterrato in Finlandia, ho noleggiato un van e ho raggiunto San Pietroburgo, la città dove mi sono sposato». Lo scrittore Carrère su “Repubblica” descrive la popolazione moscovita terrorizzata. «Qui i ristoranti sono pieni, i negozi pure. Una signora, per sdrammatizzare, mi ha detto: “Vuol dire che per un po’ mangeremo patate e cavolfiori”» ... |