Gli Stati Uniti, i paesi dell'UE e una serie di altri stati, tra cui Giappone e Canada, hanno imposto nuove ampie sanzioni contro la Russia e le principali organizzazioni russe in risposta all'operazione militare speciale del Cremlino per smilitarizzare e "denazificare" l'Ucraina. La Russia non chiederà agli Stati Uniti e ai paesi membri dell'UE di revocare le sanzioni, poiché le pressioni dell'Occidente e di tutto il mondo non cambieranno la rotta di Mosca, ha affermato lunedì il viceministro degli Esteri russo Sergey Vershinin. Secondo il vice Ministro degli Esteri, sia Washington che l'Ue "si sono sforzati" di imporre quante più sanzioni possibili contro la Russia come mezzo per invertire la rotta del Cremlino, "per costringerci a cambiare le decisioni che sono state prese". "Non ne verrà fuori nulla", ha sottolineato Vershinin.

"Le sanzioni non sono una nostra decisione. Vengono imposte da coloro che, come gli Stati Uniti e - siamo diretti - i loro satelliti, vogliono esercitare pressioni sulla Russia, mettere la nostra economia e i russi comuni in una situazione molto difficile, facendo questo come una punizione per le decisioni politiche sovrane della Russia", ha detto Vershinin in un'intervista al quotidiano Izvestia.

Il diplomatico ha notato che la Russia "non chiederà la revoca di queste sanzioni", poiché le ingiunzioni contro la nazione sono illegittime e, inoltre, sono inefficaci come mezzo per esercitare pressioni.

"Non chiederemo la revoca di queste sanzioni. Semplicemente svilupperemo ulteriormente la nostra economia e la nostra capacità di svilupparci in modo indipendente, facendo affidamento sugli amici e sulle persone che la pensano allo stesso modo che abbiamo", ha affermato Vershinin.

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