Russia
03 marzo 2022 L’EUROPA È RESPONSABILE DELLA CRISI UCRAINA ATTUALE E PAGHERÀ, DICE IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO SERGEJ LAVROV IN UN DISCORSO DURISSIMO IN VIDEO CONFERENZA ALLA SEDE ONU DI GINEVRA SUL DISARMO LAVROV STRAPPA LA MASCHERA ALL’EUROPA IPOCRITA
Per molti anni l’Unione Europea, mascheratasi da “pacificatore”, ha generosamente finanziato il regime di Kiev, che è salito al potere come risultato di un colpo di stato anticostituzionale. Ha osservato in silenzio lo stermino della popolazione nel Donbass e lo strangolamento dei russofoni in Ucraina. L’UE ha ignorato i nostri continui appelli per attirare l’attenzione sul dominio nazista sui vertici dell’Ucraina, sul blocco socio-economico e sull’uccisione di civili nel sud est del paese. Avendo legato tutte le prospettive delle relazioni con la Russia all’attuazione del pacchetto di misure di Minsk, non ha fatto nulla per incoraggiare Kiev a iniziare ad attuarne i suoi elementi chiave. Allo stesso tempo ha concesso denaro ai vertici di Kiev e l’eliminazione del regime dei visti. Ha esteso le sanzioni anti-russe con pretesti dubbi. Ha partecipato alle rappresentazioni organizzate da Kiev mettendo in discussione l’integrità territoriale della Federazione Russa. Ora però la maschera è caduta! La decisione dell’UE del 27 febbraio di iniziare a fornire armi letali all’esercito ucraino è un’autodenuncia. Segna la fine dell’integrazione europea come progetto “pacifista” per riconciliare i popoli eruopei deopo la seconda guerra mondiale. L’UE si è definitivamente schierata con il regime di Kiev, che ha scatenato una politica di genocidio contro parte della sua stessa popolazione. Nelle sue azioni anti-russe Bruxelles è arrivata, senza nemmeno accorgersene, ad usare la “neolingua” orwelliana. Ha annunciato che “investiranno” nella guerra scatenata in Ucraina nel 2014 attraverso un meccanismo chiamato “Fondo Europeo per la Pace”. La leadership dell’UE non ha esitato ad includere missili e armi leggere, munizioni e persino aerei da combattimento tra i mezzi “difensivi”. L’UE ha mostrato quanto vale veramente la supremazia del diritto in Europa ignorando tutti gli otto criteri della propria “Posizione comune” del Consiglio UE 2008/944/CFSP dell’8 dicembre 2008 “Sulla definizione di regoli comuni per controllare l’esportazione di tecnologia e attrezzature miliari”, che vieta espressamente l’esportazione di armi e attrezzature militari dall’UE nelle seguenti situazioni: 1) In osservanza degli obblighi internazionali da parte del paese di destinazione (Kiev ha ignorato i suoi obblighi derivanti dal pacchetto di misure di Minsk, approvato dalla risoluzione 2202 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite); 2) Mancato rispetto dei diritti umani, compreso il rischio che le armi siano usate per la repressione interna (nel Donbass, Kiev stava commettendo un genocidio); 3) Conflitto armato nel paese di destinazione e rischi di sua escalation a seguito del trasferimento di armi; 4) Minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità regionali, compresa la possibilità di un conflitto armato con un paese terzo; 5) Rischio per la sicurezza nazionale dei paesi dell’UE (le armi fornite possono essere utilizzate contro gli interessi dell’UE); 6) La politica del paese ricevente, compreso il rispetto del principio di non impiego della forza, del diritto internazionale umanitario, così come del regime di non proliferazione nell’ambito del controllo delle armi (non crediamo che Kiev sia stata esemplare nell’adempimento di questi obblighi, anche in considerazione dei noti casi di commercio in nero di armi dall’Ucraina); 7) Rischio che le armi cadano in mani sbagliate, comprese le organizzazioni terroristiche (data la distribuzione incontrollata di armi in Ucraina alla popolazione, è quasi certo che alcune di esse finiranno sul mercato illegale); 8) Equilibrio tra militarizzazione e sviluppo del paese acquirente (crediamo che Kiev dovrebbe preoccuparsi più di economia ucraina che della repressione dei dissidenti con la forza. I cittadini e le strutture della UE coinvolti nella fornitura di armi letali, di carburante e lubrificante alle forze armate ucraine saranno ritenuti responsabili di qualsiasi conseguenza di tali azioni nel contesto dell’operazione speciale militare in corso. Non possono non capire il grado di pericolo delle conseguenze. È stato finalmente sfatato un altro mito che era stato propagato dall’UE in passato, cioè che le restrizioni unilaterali dell’UE, illegittime secondo il diritto internazionale non fossero dirette contro il popolo russo. I funzionari di Bruxelles che fino a poco tempo fa si dipingevano come partner strategici del nostro Paese, ora non si fanno più scrupoli che intendono infliggere il massimo danno alla Russia. Colpire i suoi punti deboli, distruggere la sua economia sul serio e impedire la sua crescita economica. Vogliamo assicurarvi che non sarà così. Le azioni dell’Unione Europea non resteranno senza risposta. La Russia continuerà a perseguire i suoi interessi nazionali vitali, a prescindere dalle sanzioni e dalle minacce. È ora che i paesi occidentali capiscano che il loro dominio indiviso nell’economia globale è da tempo cosa del passato. ... |