Putin annuncerà  la decisione sul riconoscimento del Donbass entro poche ore Il presidente russo è stato consigliato da alti funzionari della sicurezza di riconoscere l'indipendenza delle regioni secessioniste.

Putin annuncerà la decisione sul riconoscimento del Donbass entro poche ore.

Dopo una riunione del Consiglio di sicurezza della Russia, il presidente Vladimir Putin ha annunciato che lunedì deciderà se riconoscere le due repubbliche secessioniste autodichiarate di Donetsk e Lugansk nella regione ucraina del Donbass, devastata dalla guerra. Parlando alla fine della sessione, durante la quale i ministri del governo e il capo delle agenzie di sicurezza del paese hanno affermato che la situazione umanitaria oltre il confine sta peggiorando, Putin ha detto: "ho sentito le vostre opinioni. Una decisione sarà presa oggi", prima di concludere la riunione.

Tra i membri del consiglio che chiedevano al Cremlino di appoggiare il riconoscimento dei territori in mano ai ribelli c'era il ministro della Difesa Sergey Shoigu, che ha sostenuto che le armi nucleari tattiche potrebbero essere schierate dalle forze governative ucraine e ha sostenuto che Kiev si sta preparando a risolvere lo stallo nell'est del paese con la forza. Il massimo diplomatico del paese, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, ha anche sostenuto le richieste di affermare la sovranità di Donetsk e Lugansk, sostenendo che gli Stati Uniti e i suoi partner in Europa stanno alimentando la crisi. "Non vedo altro modo", ha detto. "Per quanto riguarda l'offerta all'Occidente di due o tre giorni per rinsavire, è una questione di gusto, naturalmente, ma certamente non cambierà la sua posizione". Le osservazioni arrivano poco dopo che i leader delle repubbliche secessioniste ucraine di Donetsk e Lugansk hanno chiesto a Putin di riconoscere le regioni separatiste come territori indipendenti, mentre le forze fedeli alle regioni secessioniste e i militari di Kiev si accusano a vicenda di pesanti bombardamenti attraverso la linea di contatto. La scorsa settimana, i leader dei ribelli hanno annunciato di aver iniziato l'evacuazione dei civili in Russia, in mezzo a quello che sostengono sia un forte aumento delle ostilità, e hanno ordinato la mobilitazione di tutti gli uomini abili a combattere in un potenziale conflitto. L'Ucraina respinge le affermazioni che si sta preparando ad attaccare, con Aleksey Danilov, il segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa dell'Ucraina, che sostiene che "c'è un tentativo di provocare le nostre forze" e che le truppe di Kiev "possono aprire il fuoco solo se ci sarà una minaccia alla vita dei nostri membri del servizio". La settimana scorsa, il parlamento russo ha votato in modo schiacciante a favore di una mozione che chiedeva a Putin di affermare l'indipendenza di Donetsk e Lugansk. In seguito ha detto che gli eventi nel Donbass, sede di una grande popolazione di etnia russa, ricordano un "genocidio". Le repubbliche del Donbass chiedono a Putin di riconoscere la loro indipendenza Putin, tuttavia, ha insistito che "dobbiamo fare tutto per risolvere il problema del Donbass, ma farlo prima di tutto sulla base della possibilità di attuare gli accordi di Minsk", riferendosi a un importante accordo di pace progettato per mettere fine al lungo conflitto nella regione. Feroci combattimenti sono scoppiati in Ucraina orientale nel 2014 in seguito agli eventi del Maidan, quando violente proteste di strada hanno rovesciato il governo eletto. Le due regioni hanno poi annunciato di essersi staccate da Kiev, anche se né la Russia né l'Ucraina, né alcun altro paese delle Nazioni Unite, riconoscono attualmente le loro richieste di indipendenza. Il massimo diplomatico di Kiev ha precedentemente messo in guardia contro l'affermazione di Mosca della loro autonomia. "Se viene presa una decisione... la Russia si ritirerà de facto e de jure dagli accordi di Minsk con tutte le conseguenze che ne derivano", ha detto Dmitry Kuleba all'inizio di febbraio.