Covidismo = Nuova religione
15 gennaio 2022

Avvocato Fontana: “Il male non è ineluttabile”

Riprendiamo questa intervista dal sito di Giacomo Bertoni

INTERVISTA - Il presidente di Iustitia in Veritate commenta il decreto legge del 7 gennaio che prevede l’obbligo vaccinale per gli over 50: «L’obbligo morale di resistenza tocca tutti»

Giacomo Bertoni

Disapplicare il «caos normativo basato sulla menzogna» e non credere «che il male sia ineluttabile». Si potrebbe riassumere così la strategia proposta da Francesco Fontana, avvocato e presidente di Iustitia in Veritate, associazione impegnata nella difesa dei diritti «lesi anche con il pretesto della situazione emergenziale in tempo di pandemia», a fronte dell’ultimo decreto varato dal governo il 7 gennaio 2022. Il decreto, che sancisce l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini over 50, sta destando forte preoccupazione, in modo particolare nei lavoratori non vaccinati, ma l’avvocato Fontana contesta la narrazione dominante: «Occorre farsi beffe di un sistema perverso che si fa beffe dei cittadini».

Avvocato Fontana, cosa sta succedendo? Perché questa ulteriore compressione dei diritti fondamentali? «Stiamo assistendo al tentativo violento di implementare quella che alcuni giuristi definiscono come “neo normativa”. L’articolo 1 del decreto dell’Epifania, che introduce anche un nuovo sistema sanzionatorio per i renitenti alla vaccinazione, è l’ultima maschera che cade: le cosiddette sanzioni verranno applicate di concerto tra Ministero della salute e Agenzia delle Entrate, dunque si agganceranno i dati del sistema sanitario con il sistema del tracciamento fiscale. Questo decreto possiamo definirlo come l’ultimo colpo di coda di un mostro che sta aggredendo in modo violento la nostra struttura umana e sociale. Proprio perché sono gli ultimi colpi di coda, sono anche i più pericolosi. La sanzione dei 100 euro una tantum è l’ultimissima finestra di Overton che rischia di aprirsi».

Il decreto legge è stato presentato come ulteriore tutela per salute dei cittadini, in modo particolare dei soggetti più fragili. «Intanto, diamo una nota di colore che aiuta a contestualizzare: nella fretta e nella confusione con le quali è stato steso il testo, scopriamo infatti da una prima lettura che quando si parla di over 50 sembrerebbe che si possa escludere chi ha compiuto 50 anni entro il 7 gennaio e chi li compirà dal 16 di giugno: come già evidente da molti mesi, non c’è alcuna logica in questi provvedimenti e a nessuno importa effettivamente della tutela della salute. Inoltre, l’obbligo vaccinale per gli over 50 scatta dall’8 gennaio, ma in realtà l’esibizione del super green pass sul luogo di lavoro scatta dal 15 febbraio, ulteriore segnale di un caos creato ad arte per raggiungere l’obiettivo del controllo sociale e non certo per tutelare la salute degli over 50».

Cosa può fare un over 50 che lavora e che ha deciso di non vaccinarsi contro il covid? «La prima cosa da fare è mantenere la calma: continuare a vivere e lavorare secondo la normalità della propria esistenza. Contestare l’anormalità con la propria normalità. Prendersi beffe del mostro così come lui fa con noi: la prima difesa è questa forma di atteggiamento. La seconda cosa da fare è ricordarsi che spetta al datore di lavoro fare il primo passo, a partire dal 15 febbraio, non dobbiamo certo essere noi a stimolare l’attivazione della procedura. Il lavoratore senza il super green pass rischia la sospensione senza stipendio ma con diritto alla conservazione del posto di lavoro, e una sanzione amministrativa da 600 a 1500 euro se si presenta al lavoro senza il certificato di guarigione o avvenuta vaccinazione. Qui si entra in un mare magnum interpretativo: è prevista una sanzione amministrativa, comminata dal prefetto ma il datore di lavoro, che non è un pubblico ufficiale, come contesta l’assenza del super green pass? Con quali garanzie di legalità? Il datore di lavoro comunica al prefetto che il lavoratore si è presentato senza super green pass: è una comunicazione di parte, che nasce illegittima rispetto ai requisiti di legge che dovrebbe avere una contestazione. Il prefetto emette la sanzione? Sarà impugnata».


>>>articolo originale online>>>








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